L'equilibrio del Milan passa dalla coppia Bondo-Fofana a centrocampo

Da mesi, se non forse da più di un anno, si parla di come il Milan, sia quello di Pioli, sia quello di Fonseca e sia quello di Conceiçao abbia un problema di equilibrio. Una squadra troppo sbilanciata in avanti? Può darsi. Giocatori che per caratteristiche soffrono terribilmente il dover correre all'indietro? Certo. Una rosa costruita in modo poco eterogeneo e che presta il fianco alle transizioni negative e a quando si perde il possesso in zone avanzate con tanti giocatori sopra palla? Sicuramente.
Pioli, per gran parte del suo periodo in rossonero, aveva trovato la chiave di volta nella disponibilità della squadra nell'attuare un pressing alto, puntuale e preciso, aiutato soprattutto da giocatori come Kessie e Krunic. Fonseca aveva visto in Musah il possibile equilibratore, schierandolo largo a destra in un centrocampo che, in modo asimmetrico, diventava a tre in fase di possesso e con una linea difensiva a cinque, con lo statunitense largo a destra, in fase di non possesso.
Sergio Conceiçao evidentemente non è ancora riuscito a trovare la quadra giusta, e non solo per colpa sua: fino alla gara contro la Lazio il portoghese ha avuto pochissime sessioni di allenamento sul campo per dare alla squadra un imprinting giusto sulle sue idee, tra riconquista del possesso e schieramento senza palla. Con l'uscita dalla Champions League l'ex Porto ha avuto due settimane, prima delle partite contro Lecce e Como, di lavoro piene. I risultati hanno sorriso, le prestazioni e la disposizione in campo dei rossoneri, meno.
In questa pausa per le nazionali sono diversi i giocatori che hanno lasciato Milanello: Theo, Maignan, Joao Felix, Leao, Jovic, Pavlovic, Musah, Pulisic, Chukwueze, Gimenez, Reijnders e Walker, solo per citare quelli della prima squadra. Sono rimasti quelli che potenzialmente potrebbero dare una grandissima mano a risolvere, almeno in parte, il problema: Warren Bondo e Youssouf Fofana. Scriviamo "in parte" perché è sempre bene ricordare che la fase difensiva parte dalla prima punta che pressa e finisce con il portiere che para, senza escludere nessuno: è sì tattica e caratteristiche, ma anche e soprattutto atteggiamento e voglia di sacrificio.
Schierare i due francesi in mediana, con Reijnders più avanzato, potrebbe essere la svolta. Conceiçao aveva già provato qualcosa di simile arretrando Musah, ma lo statunitense ha dimostrato in più occasioni che non si tratta di un giocatore di gestione e posizione. Bondo, nelle sue due apparizioni, ha dimostrato invece di saper coprire in modo preventivo e di capire i movimenti giusti da fare una volta perso il possesso palla. C'è tanto su cui lavorare per sgrezzarlo, ma le caratteristiche sembrano essere quelle giuste. Parlare di Fofana invece ci sembra superfluo: nonostante un periodo di difficoltà fisica l'ex Monaco è stato fondamentale in tutta la stagione rossonera. Il periodo di riposo sembra avergli ridato brillantezza, le due settimane a Milanello fanno sperare che al rientro, per un finale di stagione in cui il margine di errore è letteralmente zero, il Milan possa trovare quell'equilibrio che sta cercando da tempo.

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