Pirlo: "Al Milan i dieci anni più belli, eravamo una famiglia. Io sarei rimasto..."

Pirlo: "Al Milan i dieci anni più belli, eravamo una famiglia. Io sarei rimasto..."MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
martedì 8 aprile 2025, 18:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Andrea Pirlo, leggendario centrocampista italiano, ha rilasciato un’intervista a Milan TV in cui ripercorre i suoi 10 anni in rossonero. Il nativo di Flero al Milan ha vinto, tra le altre cose, due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, due Champions League, due Supercoppe UEFA e una Coppa del mondo per club FIFA. Queste le sue dichiarazioni ai canali ufficiali del club:

Indossare nuovamente la maglia rossonera per i match di Milan Glorie… Che effetto ti fa? “Ha fatto parte della mia vita e della mia carriera, un pezzo di storia di tutto il mio percorso. L’ultima volta era stata a Liverpool sempre per un’altra partita delle Legends. È sempre bellissimo, ci ritroviamo con ex compagni ed amici. È sempre molto emozionante”.

Le sue famose punizioni che gli sono valse il titolo di “Maestro”: “Penso che sia stato un po’ il mio modo di giocare, il modo di vedere il calcio. Magari è un modo diverso rispetto ad altri, interpretato in un ruolo che magari in quel periodo veniva visto in un altro modo; io ho cercato di renderlo mio con le mie caratteristiche. Il calcio di punizione è stato un qualcosa in più”.

Hai vinto tutto con la maglia del Milan, hai sempre detto che il trofeo più importante è stato quello di Manchester: “Sì, perché era il primo. La mia prima Champions League, per tanti era la prima. Abbiamo fatto un percorso lungo, passando dai preliminari fino alla finale, giocando una semifinale con l’Inter e una finale con la Juventus… Penso sia stato il culmine di un’annata straordinaria. Mi ricordo ancora l’emozione di arrivare all’Old Trafford con tutti i tifosi… Penso sia stata la partita più emozionante, soprattutto perché in quel periodo eravamo all’inizio di quegli anni d’oro”.

Hai un ricordo particolare che ti viene in mente? “Mi viene in mente come siamo stati bene in quei dieci anni. Eravamo una famiglia, era un piacere trovarci tutti i giorni, andare al campo, stare insieme. Non ci pesava niente, forse è quella la forza che abbiamo avuto: stare tanti anni sempre più o meno con gli stessi giocatori, avevamo creato qualcosa di speciale tra di noi. Ogni sacrificio non era un sacrificio ma era una cosa bella da condividere tutti insieme”.

Pirlo-Gattuso-Seedorf-Ambrosini… È uno dei centrocampi più importanti non solo del Milan, ma anche del calcio di quel momento? “Penso di sì, non è che stato un anno o due. L’abbiamo mantenuto per tanti alti: vuol dire che il livello è sempre stato alto. Abbiamo iniziato giovani e abbiamo finito che non eravamo troppo vecchi (ride, ndr). È stato un arco temporale lungo e ricco di soddisfazioni, con grandi campioni al mio fianco”.

Avete vinto tanto, ma si poteva fare anche qualcosa in più? “Sì, forse qualche campionato in più forse avremmo potuto vincerlo. Abbiamo perso un’altra Champions League e avremmo potuto vincerne altre. Alla fine se guardiamo quello che abbiamo vinto c’è rammarico di aver finto forse un po’ troppo poco su quello che potevamo vincere. Ma non bisogna soffermarsi troppo su queste cose, alla fine abbiamo vinto tanto e non è da tutti vincere questi trofei”.

Anche ai vostri tempi si giocava tanto… “Sì, ma quando giochi non ti pesano. Anche perché vorresti sempre giocare: magari c’è quella volta in cui l’allenatore dice che ti fa riposare, ma tu vuoi sempre giocare. Finché hai l’opportunità e stai bene non ti pesa niente. Magari oggi qualche partita in più c’è con qualche competizione in più durante la stagione, però non penso sia un problema. Certo, qualche infortunio in più ci sarà sempre ma fa parte del gioco”.

La finale di Istanbul nel 2005 e la rivincita del 2007… Il sapore è diventato un po’ più dolce? “Sì, perché da lassù qualcuno ha guardato giù e ci ha dato la possibilità di avere questa rivincita, anche perché penso che la partita nel 2005 sia stata una delle più belle giocate da noi come squadra e come finale di Champions League. C’era rammarico, avevamo fatto una grandissima gara e perdere così… C’era rammarico. C’è stata la rivincita e un po’ di cose sono tornate dalla nostra parte”.

Da allenatore poi la tua prima partita in Turchia l’hai giocata proprio ad Istanbul… “La prima partita l’ho persa, quindi non è proprio un bel ricordo (ride, ndr). Ho rivisto un po’ di posti dove avevamo passato tanto tempo dopo la partita. Poi ho fatto tutto l’anno lì, man mano che passavano le partite è andata via anche un po’ l’emozione”.

Che peso hanno questi 10 anni di carriera al Milan? “Sono cresciuto lì, sono diventato uomo, sinceramente avrei voluto continuare a farne altri di anni però non è stato possibile, ho fatto un altro percorso ed un’altra scelta. Dieci anni… Forse i più belli. Sono cresciuto con degli amici che tutt’ora frequento, ci sentiamo, ci vediamo, passiamo vacanze insieme. Quello è la cosa che mi ha lasciato di più dopo 10 anni di Milan: l’amicizia che ci è rimasta nonostante gli anni che sono passati”.

Ti da un po’ fastidio quello che è il percepito di oggi su quell’addio? “Sì, mi da fastidio perché forse non è stato capito da tanti se pensano in tanti che sia stata una mia scelta, ma alla fine non è stato così, come tanti sanno. Io avrei continuato a giocare, ma non c’erano le condizioni per poterlo fare e sono state prese delle strade diverse. Quando ho salutato i miei compagni dicendo che avrei lasciato il Milan forse è stato uno dei momenti più dolorosi e tristi. In quel momento c’è stata molta tristezza, d’altronde prima o poi le strade si dovevano dividere ed è andata così”.

C’è qualcuno del Milan di oggi con cui ti sarebbe piaciuto giocare? “Sono passati tanti campioni, ci sono tutt’ora tanti bravi giocatori… Ma io penso di aver giocato con i migliori del mio periodo, quindi adesso lascio agli altri la possibilità di farlo nel Milan”.

Il piede è sempre caldo? “Quello è rimasto. È la condizione che non è al meglio, non allenandoti più fai più fatica. Ma sarà sempre un piacere scendere in campo… Tanti ricordi, tante bellissime esperienze con i miei compagni… Quindi è sempre veramente una bella cosa”.