L'ultimo trionfo di Arrigo a Tokyo

9 dicembre 1990. Per la seconda volta consecutiva il Milan di Arrigo Sacchi si laurea campione del mondo, sconfiggendo a Tokyo nella finale della Coppa Intercontinentale i paraguayani dell'Olimpia Asuncion con un netto 3-0. Per il tecnico di Fusignano la vittoria in terra giapponese è l'ottavo, e ultimo, titolo conquistato nel memorabile quadriennio 1987-91, prima di lasciare Milanello per assumere la direzione tecnica della nazionale azzurra.
La tormentata (dal punto di vista dell'ambientazione e delle difficoltà di adattarsi in breve al fuso orario) esperienza della precedente stagione, che aveva visto i rossoneri avere a fatica ragione dei colombiani del Nacional Medellin all'ultimo minuto, grazie ad Alberigo Evani che sorprese l'istrionico portiere Higuita, una vera spina nel fianco per i 120' della sfida, aveva lasciato il segno nell'approssimarsi del nuovo assalto alla Coppa Intercontinentale, antenata dell'odierno Mondiale per club che nei prossimi giorni verrà nuovamente disputato nel Paese del Sol Levante. In maggio, superato il Benfica a Vienna e alzata al cielo la seconda Coppa dei Campioni consecutiva, mister Arrigo e lo staff tecnico-sanitario rossonero avevano iniziato fin dall'estate a pianificare la seconda trasferta nipponica in modo da evitare i fastidi e i disagi che incisero non poco in occasione della sfida con i colombiani, in attesa di conoscere il nome della rivale desginata dalla Coppa Libertadores, alter ego sudamericano della 'Coppa dalle grandi orecchie', ancora in svolgimento al momento del trionfo rossonero a Vienna, con la probabilità di dover nuovamente incrociare le spade con gli estrosi colombiani, desiderosi di rivincita dopo la sconfitta dell'anno prima. Ma il cammino del Nacional Medellin viene arrestato in semifinale dalla squadra che nella precedente edizione era stata da lui sconfitta in finale al termine di un'estenuante lotteria dai calci di rigore: i campioni del Paraguay dell'Olimpia Asuncion, al termine di una sfida conclusa ancora una volta dagli undici metri, ma stavolta con esito differente; l'altra finalista è una modesta squadra ecuadoregna, il Barcelona Guayaquil, che in semifinale, sempre ai calci di rigore, è riuscita nell'impresa di eliminare il più blasonato River Plate, ma che deve cedere all'Olimpia all'atto finale. Così come un anno prima del Medellin poco e nulla si sa della squadra paraguayana, eccetto che fa un calcio dinamico ed estroso ed ha i suoi punti di forza nel duo d'attacco Samaniego-Amarilla, rispettivamente primo e secondo nella classifica cannonieri della Libertadores, e nell'esperto portiere uruguayano Ever Hugo Almeida, quarantaduenne, da 17 anni estremo difensore del club di Asuncion, che undici anni prima aveva difeso i pali dell'Olimpia vincitore dell'ultima Coppa Intercontinentale con la doppia sfida andata-ritorno tra Europa e Sudamerica, prima dell'inizio dell'era della Toyota Cup, vinta dai sudamericani contro gli svedesi del Malmoe, finalisti in Coppa dei Campioni contro il Notthingham Forest di Brian Clough, che come tanti club campioni d'Europa negli anni'70 aveva rinunciato alla sfida mondiale a favore della squadra finalista. Come detto, diversa e più ponderata rispetto a un anno prima la preparazione della sfida mondiale, a cominciare dalla partenza; per non incombere nei disagi del fuso orario, la comitiva rossonera prende il volo verso Tokyo nella notte tra il 2 e il 3 dicembre, al termine di una combattuta partita che li aveva visti prevalere a fatica sul Lecce con gol di Rijkaard, decisivo una settimana prima in Supercopapa contro la Sampdoria, ma a rischio per la sfida con l'Olimpia a causa di un infortunio, creando molte apprensioni a mister Arrigo, che dovrà già fare a meno di Ancelotti e del match-winner dell'anno precedente, Evani. Giunti in Giappone allo spuntar dell'alba riposati dopo il viaggio aereo, i rossoneri vengono calorosamente e trionfalmente accolti da una platea che ormai si è scoperta innamorata del calcio, e ben presto inizierà a fare le cose in grande anche all'interno, organizzando il primo campionato professionistico nipponico, che vedrà la partecipazione di campioni a fine carriera come Zico e, negli anni a venire, Schillaci e Daniele Massaro, che daranno il loro contributo alla definitiva consacrazione del calcio giapponese. Grande è l'affetto che i tifosi rossoneri dagli occhi a mandorla dedicheranno soprattutto al grande assente della sfida con il Medellin, Ruud Gullit, ormai idolo anche alle loro latitudini. L'Olimpia, dal canto suo, si presenta a Tokyo con meno enfasi ma, almeno apparentemente, con molta grinta e determinazione di riuscire nell'impresa di sconfiggere i rossoneri. L'allenatore Luis Cubilla tenta di caricare i suoi invitandoli a conquistare il titolo mondiale per il loro Paese, conscio evidentemente del gap tecnico che separa le due squadre. E così, dopo una settimana di allenamenti a ritmi serrati nello smog e nel caos di Toyko, giunge finalmente il momento della verità. Sono le 4 del mattino in Italia, mezzogiorno in Giappone, quando Milan e Olimpia Asuncion scendono in campo; Italia 1, come dodici mesi prima, affida la telecronaca del match a Bruno Longhi mentre, dagli studi di Milano, Sandro Piccinini e Maurizio Mosca commentano il prepartita. Il Milan parte bene, ma l'Olimpia nei primi minuti di gioco, senza i tatticismi del Medellin, riesce a contenere le scorribande di Gullit e Van Basten, non disdegnando qualche ripartenza che però non impensierisce la porta di Pazzagli. Al 25' tegola per i rossoneri, che perdono Maldini per infortunio, sostituito da Filippo Galli. Ma il Milan è in giornata di grazia, e allo scadere del primo tempo trova il gol del vantaggio, di marca olandese con Gullit che pennella da fuori area un cross al bacio per Rijkaard, che di testa infila Almeida mandando in delirio i tifosi rossoneri sugli spalti. L'Olimpia accusa il colpo, e rientrati in campo dopo l'intervallo i paraguayani possono solo provare invano a contenere la furia milanista; i secondi 45', infatti, saranno una delle più belle e memorabili prestazioni che nel quadriennio sacchiano il Milan riuscirà a imbastire; il raddoppio arriva al 61': Stroppa infila la porta paraguayana, ma grande protagonista è Marco Van Basten che dribbla due difensori e supera anche Almeida, trovando la mano di un altro difensore dell'Olimpia; nessuno pensa a invocare il rigore perchè Stroppa è lesto a insaccare, e a confermare così la sua tradizione di andare a segno all'esordio in una competizione importante, come gli era successo nella precedente stagione alla prima giornata di campionato a Cesena e a San Siro contro i finlandesi dell'Helsinki nel primo turno di Coppa dei Campioni. Ancora il cigno di Utrecht, in quei mesi piuttosto contestato per i primi, forti, dissidi con Sacchi, quattro minuti dopo è il protagonista dell'azione che porterà Rijkaard a chiudere il conto; pallonetto di Marco che scavalca Almeida ma si stampa sulla traversa, e Frank ribatte prontamente in rete di testa: 3-0. Era dal 1981, con il 3-0 del Flamengo sul Liverpool, che non si registrava uno scarto così netto nella finale della Coppa Intercontinentale. Van Basten prova a sugellare la sua prestazione con una rete, ma l'intento non gli riesce. Al fischio finale dell'arbitro Wright esplode la gioia sugli spalti dell'Olimpico di Tokyo e nelle strade milanesi al sorgere del sole per un fantastico bis che porta definitivamente il Milan nella leggenda. Rijkaard vince la Toyota messa in palio dallo sponsor per il migliore in campo, Baresi e Tassotti alzan al cielo le due coppe come un anno prima, ed è festa per tutti. Ma proprio in quei momenti di festa matura in mister Arrigo la scelta di porre fine al ciclo fantastico, iniziato con la conquista dello scudetto 1988, e concluso nel migliore dei modi quel giorno. Le strade del Milan e del mister di Fusignano si rincroceranno nuovamente nella disgraziata stagione 1996-97, ma questo non cancellerà mai il ricordo dolce e amato di quei giorni ruggenti, di trionfi come quello di 25 anni fa, che i tifosi rossoneri sperano di poter rivivere ancora.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati