Un giorno da incorniciare
Ci sono giorni, ricorrenze speciali da evidenziare sul calendario in bella mostra; e il 23 maggio nella storia pluricentenaria del Milan è veramente un giorno speciale, che in passato ha caratterizzato tanti successi e tanti trionfi memorabili del Diavolo. Trionfi tutti legati ai grandi tecnici che hanno fatto la storia milanista.
Si comincia ai tempi d'oro di Rocco e Rivera, a Rotterdarm, in Olanda; nel 1968, anno turbolento, il Milan vince la sua prima Coppa delle Coppe battendo 2-0 i tedeschi dell'Amburgo con una doppietta dello svedese Hamrin; anno magico per i rossoneri, che conquistano anche lo scudetto con 9 punti di vantaggio sul Napoli e pongono le basi per un'altra stagione d'oro, quella successiva, scandita dalla seconda Coppa dei Campioni, vinta a Madrid sull'Ajax di Crujff, e dalla prima Coppa Intercontinentale, vinta a Buenos Aires nella sanguinosa sfida all'Estudiantes.
Gli anni passano, e con l'avvento di Silvio Berlusconi alla presidenza di Via Turati, quella data magica torna a farsi sentire; Torino, 23 maggio 1987: Fabio Capello, subentrato a Liedholm a poche giornate dalla fine di un campionato molto sofferto, aggancia la Sampdoria in classifica e contende ai blucerchiati in un duro spareggio al 'Comunale' la qualificazione alla Coppa Uefa dell'anno seguente; i genovesi hanno rifilato due pesanti sconfitte ai rossoneri quell'anno(2-0 a San Siro con rigore sbagliato da Galderisi e 3-0 a Marassi), ma con il mister friulano la musica cambia, e dopo lo 0-0 nei 90', ai supplementari Daniele Massaro, acquistato quell'anno dalla Fiorentina, 'buca' la difesa doriana e sigla il primo di una lunga serie di gol fondamentali che, negli anni a venire, avrebbe realizzato. Capello lascia il testimone ad Arrigo Sacchi e ai giganti olandesi Gullit e Van Basten, che a partire dall'anno seguente, riporteranno il Milan a grandi successi, come nel 1990, a Vienna, quando, sempre il 23 maggio, viene battuto il Benfica per 1-0, rete di Rijkaard, nella finale di Coppa dei Campioni, che i rossoneri si aggiudicano per il secondo anno consecutivo; successo che consola in parte i tifosi milanisti da un finale di stagione reso amaro dalla sconfitta contro la Juve nella finale di Coppa Italia e dallo scudetto perso contro il Napoli tra tante polemiche per l'arbitraggio di Lo Bello in Verona-Milan e per il discusso episodio della monetina su Alemao che, in Atalanta-Napoli, regala ai partenopei una vittoria a tavolino determinante; 9 anni dopo tocca al Alberto Zaccheroni rinsaldare il rapporto con quel giorno ormai speciale, allo stadio Renato Curi di Perugia, dove viene conquistato il più inaspettato degli scudetti, quello del centenario; dopo un lungo testa a testa con la Lazio, i rossoneri sorpassano i capitolini alla penultima giornata e vanno a giocarsi lo scudetto in Umbria, contro gli uomini di Boskov, in piena corsa salvezza; Bierhoff e Guly vanno a segno, il giapponese Nakata riduce le distanze e nella ripresa i perugini sfiorano il pareggio in più occasioni; pareggio che permetterebbe alla Lazio un nuovo sorpasso, ma Christian Abbiati, portiere che ha debuttato in serie A proprio nella sfida di andata contro il Perugia a causa dell'espulsione di Sebastiano Rossi nel finale, è protagonista indiscusso quel giorno con una spettacolare e decisiva parata sull'attaccante Bucchi; al fischio finale è festa per tutti, per il Milan campione d'Italia per la sedicesima volta e per il Perugia che, nonostante quel k.o., si salva grazie al pareggio di Piacenza-Salernitana; nel 2007, infine, tocca a Carlo Ancelotti prendersi una grande rivincita; Atene, finale di Champions League: l’avversario è quel Liverpool di Benitez che, due anni prima, aveva clamorosamente soffiato la ‘Coppa dalle grandi orecchie’ ai rossoneri a Istanbul, dopo che il primo tempo si era chiuso con un apparentemente perentorio 3-0; la stagione 2006-2007 non è stata delle più facili per il Milan, partito con una forte penalizzazione in campionato dopo il processo calciopoli e costretto ai preliminari contro la Stella Rossa per accedere alla massima competizione continentale: in serie A il cammino è lungo e sofferto, mentre esaltante è la corsa europea, soprattutto nei quarti di finale, dove viene eliminato il Bayern Monaco dopo il 2-2 di San Siro che pareva aver compromesso tutto, e in semifinale, dove il Manchester United di Cristiano Ronaldo viene letteralmente seppellito a San Siro in quella che verrà ricordata come la ‘partita perfetta’; all’atto finale in Grecia riecco i Reds: qualcuno teme il bis della sciagurata notte turca, ma non la pensa così Inzaghi, assente due anni prima, che sul finire di primo tempo infila il portiere spagnolo Reyna sugli sviluppi di una punizione battuta da Pirlo; nella ripresa, nel finale, è ancora Superpippo a beffare la difesa inglese, vanificando la rete di Kuyt nel finale che riduce solo le distanze. Il Milan torna sul tetto d’Europa e conferma, una volta di più, che il 23 maggio è la data rossonera per eccellenza.
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