UP & DOWN - Focus su Juventus-Milan

UP & DOWN - Focus su Juventus-MilanMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 8 febbraio 2015, 15:43UP & DOWN
di Michele Pavese

Una formalità. La quinta sconfitta consecutiva contro la Juventus in campionato non rappresenta certo una sorpresa, ed è questo il dato che deve fare maggiormente riflettere la società di Via Aldo Rossi. La squadra di Allegri porta a casa la vittoria con una facilità quasi disarmante, soffrendo (si fa per dire) solo in poche fasi del match e colpendo sempre nei momenti giusti. Le sfide tra il Milan e i bianconeri hanno senza dubbio perso quel fascino che le caratterizzava negli scorsi decenni, a causa del gap evidente in termini di organizzazione di gioco, di singoli e di programmazione societaria. Rimangono sconforto e amarezza, insieme ad una sensazione di inferiorità davvero difficile da somatizzare.  

COSA VA - Una delle poche note liete della serata dello Juventus Stadium viene dalla prestazione dei nuovi arrivati. Gol a parte, Luca Antonelli ha confermato di essere uno dei migliori terzini italiani in circolazione e decisamente il migliore tra quelli transitati nel Milan nelle ultime sette stagioni. Basterebbe guardare il sontuoso anticipo a centrocampo (seguito dall'assist per Pazzini) ad inizio ripresa, per farsi un'idea delle qualità dell'ex genoano e della differenza abissale con chi lo ha preceduto, soprattutto in termini di personalità. Anche Paletta non ha demeritato, dimostrando di poter essere utile in futuro, mentre Cerci, pur senza particolari sussulti, ha lottato contro la granitica difesa avversaria, ma deve crescere sul piano tattico e atletico. Insieme a Menez, l'ex granata è l'unico nell'attacco rossonero in grado di inventare giocate imprevedibili. Tra i migliori anche il solito Diego Lopez, decisivo con un paio di interventi miracolosi. Più in generale, è piaciuto l'atteggiamento della squadra nella fase centrale del primo tempo e all'inizio del secondo. Troppo poco per competere con la Juventus, ma una buona base da cui ripartire.

COSA NON VA - Oltre alle croniche difficoltà in fase di impostazione, preoccupa l'involuzione, ormai irreversibile, di alcuni titolari inamovibili. La prova di Muntari è stata disastrosa, e quella fascia di capitano, indossata in una partita così delicata, è l'emblema della confusione che regna sovrana nel Milan da diversi anni a questa parte. Il ghanese sbaglia anche gli appoggi più elementari ed è costantemente ridicolizzato, insieme al collega Essien, da quel fenomeno che risponde al nome di Paul Pogba, uno che da solo vale tutta la mediana rossonera. Più degli errori del numero quattro, però, pesano le sbavature della difesa e di Alex in particolare, apparso in evidente ritardo in diverse occasioni. Inzaghi punta molto sulla sua esperienza per trasmettere serenità ad un reparto bersagliato dalla sfortuna, ma i continui guai muscolari e le prestazioni altalenanti offerte dal brasiliano potrebbero convincere il tecnico a puntare su altri elementi.

IL MISTER - Rispetto al match d'andata, quello messo in campo da Inzaghi è un Milan meno rinunciatario, anche se ancora troppo lontano da quegli standard ai quali i tifosi sono stati abituati in passato. I rossoneri, nei loro limiti, hanno cercato di contenere la superiorità tecnica e atletica della Juventus, ma hanno peccato come al solito di concentrazione e reattività. I gol dei bianconeri sono tutti propiziati da dormite collettive di centrocampisti e difensori, mentre continuano a fioccare le reti su palla inattiva. Pippo deve lavorare soprattutto sul piano mentale, se vuole che i suoi ragazzi compiano il salto di qualità atteso, senza trascurare l'aspetto tecnico-tattico. Ancora una volta, il Milan è sembrato una squadra senza idee, senza punti di riferimento e senza un'identità, in balia dell'avversario di turno, e questo al di là delle tante assenze. Una squadra che non riesce a velocizzare la manovra, e che si rende pericolosa solo quando riesce ad alzare la linea del pressing per cogliere di sorpresa la retroguardia rivale, sfruttando la rapidità e la tecnica dei suoi elementi offensivi. Nelle prossime, decisive sfide, Inzaghi dovrà inventarsi qualcosa di efficace: il Milan, finora, è sembrato molto più in difficoltà quando è stato chiamato a comandare il gioco. Empoli e Cesena saranno due banchi di prova decisivi per il suo futuro e per i sogni europei del Diavolo. Vietato sbagliare.