Pioli il più invidiato d’Italia. Il Milan sul lettino dell’osteopata. Adli da non cedere. Mai.

Pioli il più invidiato d’Italia. Il Milan sul lettino dell’osteopata. Adli da non cedere. Mai.MilanNews.it
mercoledì 2 agosto 2023, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti

Indimenticabile quelle foto, quelle immagini del giorno del raduno 1992. Dalla porta a vetri di Milanello, mentre i tifosi fuori dai cancelli applaudono sognanti, escono i nuovi acquisti, preceduti da Fabio Capello e dal Capitano Franco Baresi. Un florilegio di campioni, che si univano ad altri fuoriclasse. Silvio Berlusconi regala al popolo rossonero, Jean Pierre Papin, fresco di Pallone d’Oro ’91. Due meravigliosi interpreti del gioco del calcio, inteso come spettacolo e divertimento, Dejan Savicevic e Zvonimir Boban. Il prezioso Stefano Eranio e il prorompente Gianluigi Lentini. Il livello degli interpreti oggi è certamente differente, ma vedere i nuovi giocatori di questa campagna-rafforzamento mi suscita le stesse, orgogliose sensazioni di trentun anni fa. Stefano Pioli, datemi retta, è l’allenatore più invidiato d’Italia. Senza alcun dubbio. E’ infatti affascinante e stimolante avere la possibilità di assemblare un gruppo inedito, ma ricco di potenziali grandi campioni. Una squadra che può divertire, grazie a nuove idee, a inaspettate variazioni tattiche, a atteggiamenti imprevedibili e sorprendenti. “Avevate preso le misure del mio Milan, con il solito 4-2-3-1?” chiede l’allenatore rossonero. “Eccovi servito un altro Milan. Cercate di fermarci adesso!!” I dirigenti rossoneri sono stati molto attenti a esaudire le richieste di Pioli. L’allenatore emiliano ha  giocato, fino ad ora, con Giroud o Origi o, prima, Ibra, come riferimenti fondamentali dell’area di rigore. Allora il tecnico milanista che cosa chiede? Noah Okafor, un attaccante funzionale per una manovra aggirante, senza un terminale-uomo. Una punta ideale per offrire altre soluzioni, basate anche sullo spunti e gli inserimenti rapidi dei centocampisti. Non sarà poi un Milan micidiale nell’uno contro uno, ma solo sulla corsia mancina . Ora con Chukwueze si aprono ampie prospettive anche sulla corsia di destra. Come se il Milan fosse andato da un osteopata, bravo ad accorgersi che la postura non sia perfetta perché il bacino tende un poco a sinistra. Pioli si è messo davanti al paziente, seduto sul lettino, e gli ha detto: "Si metta su un fianco. Inspiri forte, poi, forza espiri. Dai,dai!!” Una manovra, un leggero crack del bacino ed ecco il Milan, che, con Leao a sinistra e Chuck, a destra, diventa più equilibrato. Può  correre ora  veloce e irresistibile su ambedue i fronti offensivi. Anche a centrocampo, Pioli può sbizzarrirsi ad inventare nuove soluzioni. Grazie alla potenza di Loftus, alla classe di Reijnders, grande  impressione mi ha suscitato nel suo debutto contro la Juventus, alla intelligenza, unita alla fisicità, di  Yunus Musah. Yunus ,nome di origine araba ma derivato dall’ebraico Jonah, significa “Colomba” . Ne vedranno però pochi di ramoscelli di ulivo nel suo …becco, perché l’americano ,che parla perfettamente l’italiano, con leggera cadenza veneta, è giocatore fisico e potente, pronto a recuperare il pallone . Senza troppe dichiarazioni di pace. 


Ancora una volta,  devo aprire una parentesi, non tonda, non quadra, ma graffa, che sembra essere, da una parte e dall’altra, una coppia artigli. Ve ne siete mai accorti? Uso anch’io il forte artiglio per perorare la causa di Yacine “Mozart“ Adli. Premesso che un allenatore non si diverte a lasciare un giocatore in panchina, se lo possa aiutare a vincere, mi illudo che il francese possa avere più spazio, perché è intelligente, perché attaccato alla maglia, perché è elegante, perché ricco di personalità, perché non ha paura di prendere iniziative, perché ,quando perde un pallone, lo va a recuperare, con orgoglio e spirito vincente, perché è coraggioso nelle iniziative, perché non si nasconde mai. Ricordo le critiche al primo Pirlo, quello che i tecnici stentavano a trovargli il ruolo più adatto. Considerato da molti un mezzo giocatore, per poi trasformarsi, dopo qualche anno, in un giocatore e mezzo. Difficile ipotizzare, in questa fase della sua carriera, un cammino così luminoso, ma mi è piaciuto, ed è piaciuto a molti tifosi del Milan, in quella sua interpretazione del playmaker davanti alla difesa. Mi auguro che l’allenatore rossonero, bravissimo con Kessiè, diventato grande giocatore sotto la sua  cura, possa presto essere convinto dalle future  prestazioni di Yacine. Non perderei mai un ragazzo, che mai protagonista in campo, riesca  poi ad trovare la forza morale, lo spirito, il senso di appartenenza per organizzare, nel suo giardino, un pranzo con tutti i compagni di squadra. Splendida persona. Mi auguro dunque  di vederlo ancora per molto con la maglia rossonera. Magari dopo un anno lontano, ma in prestito, come Boban, come Albertini, come Ambrosini. Per poi applaudirlo grande giocatore da Milan. Per me ,comunque, lo è già adesso !!