La moda è ciclica: 28 anni fa fu sdoganato il 3-4-3. Oggi ritorna e a questo ci aggrappiamo per l'Europa

La moda è ciclica: 28 anni fa fu sdoganato il 3-4-3. Oggi ritorna e a questo ci aggrappiamo per l'EuropaMilanNews.it
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Ieri alle 14:00Primo Piano
di Gaetano Mocciaro

Il Milan visto a Udine ha vinto e convinto col 3-4-3. Ironia del destino nella città dove questo modulo è stato sdoganato, ormai 28 anni fa. E nato per contrastare il 4-4-2 di matrice sacchiana che all'epica tutti, o quasi, utilizzavano. Modulo che è stato peraltro riproposto con successo al Milan nel 1998/99 da parte di chi lo aveva varato, Alberto Zaccheroni.

GALEOTTA UN'ESPULSIONE
Tutto è partito da una partita di campionato fra Juventus e Udinese, al Delle Alpi di Torino. I bianconeri sono lanciati verso il titolo e i friulani galleggiano nella seconda metà di classifica, poco sopra la zona retrocessione. Quell'Udinese gioca col 4-4-2. Dopo tre minuti viene espulso Regis Genaux. L'intuizione di Zaccheroni arriva in quel momento. Il tecnico sceglie di non rinunciare ai quattro centrocampisti e nemmeno alle due punte. Gioca a 3 dietro, coglie di sorpresa la squadra campione d'Europa in carica, vince clamorosamente 0-3, segnano due volte Amoroso e una Bierhoff. Entrambi li vedremo in futuro con la maglia del Milan. Sarà la prima di un'esaltante serie di vittorie che porterà i friulani addirittura al quinto posto in classifica, qualificandosi per la prima volta in Coppa UEFA, impresa che non era nemmeno riuscita ai tempi di Zico.

IL MILAN DI ZACCHERONI
Quando Zaccheroni approda al Milan nel 1998, la squadra è reduce da un undicesimo e un decimo posto. Si porta con sé Thomas Helveg e Oliver Bierhoff. Vorrebbe anche Marcio Amoroso, ma l'Udinese dice no. Applica gli stessi principi visti a Udine, si presenta all'esordio col 3-4-3 con Ganz e Weah ai lati di Bierhoff. È un trionfo, finisce 3-0. Leonardo poi prenderà il posto di Ganz sulla destra, anche se la vera svolta arriverà passando al 3-4-1-2 con Boban dietro le due punte.

GLI ALLENATORI CHE APPLICANO IL 3-4-3
In Italia a fine anni '90 non era raro vedere le squadre schierate col 3-4-3. Alberto Malesani aveva fatto la fortuna del ChievoVerona in B giocando così ed esportato con successo alla Fiorentina. Louis van Gaal applicava al suo Ajax il 3-4-3, Gian Piero Gasperini se ne innamorò e decide di applicarlo già alle giovanili della Juventus e nel prosieguo della carriera con i risultati che tutti conosciamo. I suoi allievi, come Ivan Juric, anche. Ottmar Hitzfeld al Bayern ci ha vinto una Champions nel 2001, Tuchel farà lo stesso 20 anni più tardi al Chelsea e prima di lui, Antonio Conte vincerà una Premier League alla guida dei <i>blues</i>.

GLI UOMINI GIUSTI PER IL MODULO
La prima uscita al Bluenergy Stadium ha esaltato le caratteristiche di Theo Hernandez, svincolato da ruoli difensivi, ma anche di Rafa Leao sempre sulla corsia sinistra. E Tijjani Reijnders che ha avuto facilità negli inserimenti. Dietro anche giocatori come Pavlovic hanno potuto permettersi qualche proiezione in avanti rischiando meno delle altre volte. Sull'out destro Jimenez è perfetto per il ruolo a tutta fascia. Chukwueze e Leao come esterni puri d'attacco sono perfetti, Pulisic e Joao Felix possono trasformare il modulo in 3-4-2-1 o 3-4-1-2. Kyle Walker, col passaggio al Manchester City della difesa a 3, si è reinventato ottimo centrale di destra di difesa. I prossimi impegni contro Atalanta e Inter, squadre che applicano da una vita la difesa a tre, saranno un vero banco di prova.