Sì, Pioli si può criticare. Sì, la squadra si può processare. Sì, sulla rosa si può discutere. Sì, su infortuni e mercato si può inveire. Sì, l'Inter dà lezioni
Siamo qui, pronti a giudicare spietatamente e ricominciare da capo dopo un periodo - successivo all'ultima sosta del campionato - difficoltoso e contraddittorio. Siamo qui, pronti alle solite esecuzioni sommarie.
Il termometro dei tifosi è facile da leggere e da interpretare: in questi ultimi 2 anni in cui il Milan è cresciuto a dismisura ed è passato stabilmente (dai sesti, settimi, ottavi...) ai primi 2 posti della classifica, quando i rossoneri vincono sui social si contano sulle dita i messaggi di allegria. Al primo pareggio o alla prima sconfitta invece si impregnano pagine, profili e bacheche: sentenze tranchant, senza appelli, condite da un disfattismo assoluto. E' il frutto di una generazione cresciuta a delusioni e un'altra mezza generazione che sta scordando le conquiste, accumulando rabbia.
Dunque. Stefano Pioli si può criticare? Certo: anche Dio e Gesù. Figurarsi. Insistere nella formazione iniziale di Udine su Bennacer e Bakayoko è stato un errore. Nella ripresa con Tonali e Kessie, per la verità, non è che le cose siano cambiate più di tanto - specie nelle imbucate dei friulani -, ma in ogni caso la coppia titolare non è quella. Poi? Quella man bassa di cambi tra Atletico e Sassuolo. Io non avrei spezzato l'inerzia di Madrid, ma purtroppo o per fortuna non vivo e non lavoro a Milanello: non ho notizie sulle condizioni degli infortunati, dei convalescenti, di quelli che giocano di più, di quelli che non giocano mai. Se vinci sei bravo perché coinvolgi tutti, se non vinci sei un pirla perché non devi toccare la squadra che vince. Vecchio, sempre attuale refrain.
Poi? Che altro? Cosa si può inventare Pioli senza attaccanti? Cosa può cambiare tra una gara e l'altra dove, per inciso, ruotano almeno 5/6 titolari rispetto alla partita precedente in regime di una partita ogni 3 giorni? Mi tengo stretto il lavoro che ha fatto e sta facendo dal giorno del suo arrivo, senza dimenticare dove ci ha presi e dove ci ha portati. Se saprà anche coronare questo percorso, ne sarò doppiamente felice: nel frattempo lo inciteremo e lo supporteremo, senza risparmiare appunti. Vi sembrerà incredibile, specie se non avete l'abbonamento, ma lo facciamo anche a Milan Tv. Qualche volta ne parliamo anche in diretta con lui. Non viviamo in un regime, nonostante sia d'obbligo il green pass anche per varcare le porte degli studios di Casa Milan...
La squadra si può processare. L'Inter, che uno scudetto fresco lo ha già vinto, ci dà lezioni su come affrontare deboli e pericolanti: ci vogliono rabbia, determinazione, furore agonistico e si va avanti a martellarli di azioni e di gol anche sull'1-0, 2-0, 3-0... Perché questo fanno le grandi squadre. A Udine bisognava entrare in campo per sbranarli, erano intimoriti e frastornati anche dopo il vantaggio e non mettevano insieme due passaggi di fila. Se non hai attenzione nei disimpegni, nell'osservare la linea del fuorigioco (vi siete accorti di quanti gol vengono annullati ai rossoneri perché nessuno, in partenza, dà un'occhiata a dove si trovano i difensori avversari? Ibra compreso), nei passaggi, vieni punito sempre. In Italia e in Europa. E' un mese che le partite del Milan iniziano da 0-1, non è più sopportabile.
Possiamo discutere sulla rosa, cominciando da chi gioca. Theo e Brahim non sono più quelli del pre-Covid, non so quanto ci vorrà per ricaricare le pile. Kessie dopo le Olimpiadi e lo stop, con una firma sospesa, sta in equilibrio su un esile linea di galleggiamento. Bennacer deve tornare quello del 2020. Bakayoko in 3 anni italiani ha capito pochino del nostro calcio e della nostra lingua, che ancora non parla (Beto, arrivato a 2' dalla fine del mercato estivo, lunedì scorso ha rilasciato un'intervista a Sportitalia in italiano). In questo momento non è affidabile. Saelemakers e Tonali devono cercare di più la porta e la giocata. Ibra risolve segnando moltissimo, ma non si può puntare sempre tutto su di lui con lanci lunghi, passaggi improbabili, facendone l'accentratore assoluto. Specie ora che è costretto agli straordinari. Poi? Krunic sta disputando una stagione eccellente, ma è sempre fuori ruolo per colpa di nessuno. Poi? Giroud negli ultimi 4/5 anni avrà avuto sì e no 2 raffreddori, Dzeko era spesso bloccato da acciacchi vari. Ora il primo praticamente si è visto 5 o 6 volte, il secondo è inossidabile,
Merito dell'Inter? Demerito del Milan? Forse saranno i campi duri, forse sarà il fato, certamente non è lo staff, in ogni caso un problema c'è e aspettiamo tutti che - dopo averlo affrontato - venga risolto. Lo dicono anche Pioli (che può solo combatterlo con il turnover) e Maldini. Ricordandoci sempre, oltre agli infortuni muscolari che tanto ci piacciono per caricare i fucili, gomiti, polsi, anche, Covid, traumi, calci, pestoni, colpi di tacco, l'influenza di Pioli.
Possiamo anche inveire sul mercato. L'Inter ha perso l'allenatore, Lukaku e Hakimi il giorno dopo aver vinto il campionato e ha preso due riserve di Lazio e Roma, oltre al Maradona del Bosforo che non vede l'ora di illuminare Anfield Road. Promossi a pieni voti. Quello che invece ha fatto il Milan lo sappiamo. Risultato: la corazzata nerazzurra (che sbrana i deboli ma poi fa 1-1 con la Juve, 1-1 col Milan, 2-2 con l'Atalanta, 3-1 dalla Lazio e perde le 2 partite difficili del girone di Champions) è avanti un punto. Un punto. A Natale. Il campionato finisce a maggio. Possiamo aspettare ancora a processare, condannare, giustiziare? Possiamo criticare con equilibrio?
Da 3 gironi i rossoneri fanno tra i 40 e i 42 punti. Nonostante - dite voi - il mercato, nonostante Pioli, nonostante gli infortuni. Senza e con il pubblico. Vorrei fare 40-42 punti ogni girone ogni anno, da qui all'eternità, sperando un giorno di avere tutta la rosa disponibile e magari farne 45.
Il mercato di gennaio è complicato e senza troppe occasioni di crescita sensibile. Vanno valutate opportunità, occasioni e necessità. Curando bilanci e trasparenza nelle operazioni, pagando stipendi e acquisti con puntualità. Se poi viviamo in un calcio dove si può vincere uno scudetto comprando senza pagare né cartellini né stipendi, arrivando a licenziare i magazzinieri cinquantenni per mancanza di liquidità, venendo poi elogiati perché al posto di Lukaku è arrivato Correa, è colpa anche del Milan che si attiene alle regole. Colpa nostra che a Udine siamo entrati in campo molli e ora siamo dietro 1 punto anziché avanti di 2. Una tragedia.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati