ESCLUSIVA MN - Colombo: "Perso in qualità, ma è l'ora di puntare sui giovani. Bisogna aver più coraggio"
L'ex centrocampista rossonero Angelo Colombo, in esclusiva per MilanNews fa il punto sulla squadra di Allegri a mercato concluso, parlando delle prospettive future.
Angelo Colombo, questo Milan ha cambiato molto in questa stagione. Qual è il suo punto di vista?
“Si è perso molto in qualità, si punta più sui giovani perciò bisogna avere pazienza e lavorare anche bene sul vivaio. In ogni caso non sarei troppo pessimista poiché se vediamo la Juve dell’anno scorso non era data per favorita da nessuno. Certo, avevano solo il campionato ma facendo un lavoro mirato sul campo e con una squadra nuova hanno sorpreso tutti e hanno vinto il campionato”.
A differenza di quella Juve i cui titolari non hanno avuto nemmeno un raffreddore questo Milan dall’anno scorso è perseguitato da una catena di infortuni
“Gli infortuni arrivano anche per gli impegni che ci sono. I giocatori del Milan hanno avuto tantissimi impegni tra Champions, campionato e nazionale. Quello che succede ora con la Juve sarà uguale, avranno anche loro più impegni”.
Lei parlava di giovani, eppure il Milan prima di De Sciglio vanta come ultimo titolare figlio del vivaio rossonero Demetrio Albertini, e parliamo di oltre vent’anni fa. Al contrario il suo Milan vantava una forte ossatura dal vivaio
“Vedo che questo campionato sta puntando molto sui giovani, credo forse più per la crisi generale che per il coraggio. Su di loro ci vuole pazienza e farli crescere con calma. Il Milan ricordiamo che è la squadra che negli ultimi 25 anni ha lanciato più giocatori in Serie A. La differenza col mio Milan è anzitutto che ai miei tempi si potevano schierare al massimo tre stranieri, quindi c’era più spazio per i prodotti di casa e del vivaio. Poi, negli anni, il Milan ha preferito comprare il giocatore pronto piuttosto che aspettare un giovane, considerate le pressioni e l’obbligo di dover sempre vincere. Bisogna avere coraggio a lanciare questi ragazzi e speriamo sia la volta buona”.
Da ex centrocampista come valuta la mediana dei rossoneri?
“Il centrocampo è il reparto che ha perso meno. Con l’arrivo di De Jong e con quelli che sono rimasti credo che la qualità sia buona. Semmai è la difesa e soprattutto l’attacco ad aver perso peso”.
Lei è stato uno dei pionieri in Australia, andando a giocare nel Marconi nel 1994 quando non c’era ancora il professionismo. Che esperienza è stata la sua e che consigli dà ad Alessandro Del Piero, appena approdato al Sydney?
“Esperienza bellissima che gli cambierà la vita, l’Australia è il futuro del terzo millennio, una nazione grande come l’Europa con appena 20 milioni di abitanti, con 3 fusi orari all’interno. Ai miei tempi stavano arrivando al professionismo adesso la Lega si è allargata accorpando anche squadre neozelandesi. Insomma, è un campionato di tutto rispetto. Del Piero andrà in un posto bello. Certo, uno del suo calibro a mio avviso doveva rimanere da noi, perché quando abbiamo un talento così dobbiamo fare tutto per tenerlo. Per quello che mi riguarda sono stato un anno e mi era stato proposto di restare, ho preferito tornare in Italia per motivi familiari, però quando posso ci torno perché è un posto che ti lascia il segno e quando te ne vai sei preso dal famoso mal d’Australia”.
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