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Bacconi: "Il Milan è facilmente leggibile. Theo-Leao una mini squadra all'interno della squadra"

ESCLUSIVA MN - Bacconi: "Il Milan è facilmente leggibile. Theo-Leao una mini squadra all'interno della squadra"MilanNews.it
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martedì 12 novembre 2024, 16:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro

Sedici partite fra campionato e Champions League sono sufficientemente indicative per inquadrare il Milan di Paulo Fonseca dal punto di vista tattico. Ne abbiamo parlato con il noto allenatore, preparatore atletico e match analyst Adriano Bacconi. In esclusiva per MilanNews.it

Adriano Bacconi, che quadro appare vedendo questo Milan?
"L'impressione è che sia una delle squadre più costanti nel modo di affrontare le partite. È una squadra che vuole dominare, che vuole giocare. Col piacere del passaggio, del gesto tecnico e della combinazione veloce. Fonseca fa sempre giocare tanti giocatori molto tecnici e quando non ci sono se ne percepisce l'assenza, si è visto quando è mancato Reijnders. Squadra quindi molto spettacolare, che crea pericolo, segna tanto e con giocatori di reparti anche diversi. Questa è la costante che rispecchia la filosofia dell'allenatore. Ma con un ma". 

Quale?
"Sarebbe tutto molto bello se fosse associato a un'altrettanta partecipazione e piacere nel salvare quel che di bello la squadra costruisce. Invece c'è una grande costante, ossia l'incapacità di contrapporsi alle iniziative degli avversari. Capita dall'inizio del campionato ma è capitato anche a Madrid. Una squadra che non riesce a pressare, ma che vuole stare nella metà campo avversaria. Non si rinchiude come ha fatto il Napoli contro l'Inter. Il Milan vuole continuare a stare alto ma non pressa. Gli avversari così hanno la possibilità di uscire avendo metri a disposizione. E Fonseca non vuole cambiare".

E di fatto arrivano molte azioni da gol anche per gli avversari, come visto a Cagliari
"Lavoro con la Lega Calcio attraverso la mia compagnia che si chiama 'Math and Sport' lavora con la Lega calcio e diamo a tutte le squadre un'app in panchina che si chiama 'I'm coach' che rileva una serie di indicatori di performances. La pressione applicata del Milan è molto bassa ed è un problema che si evidenzia maggiormente quando ci sono in campo Theo Hernandez e Rafa Leao, che sono giocatori che tendono ad essere molto attivi quando la squadra ha la palla, ma un po' pigri quando non hanno la palla".

Una catena di sinistra che è croce e delizia
"Leao rientra pochissimo nella fase difensiva, magari cerca di impedire al terzino di ricevere il passaggio dell'uscita ma quando gli avversari superano la prima linea di pressing e avanzano lui si disinteressa, cercando magari di farsi trovare pronto nella ripartenza dove effettivamente è devastante, quindi ci può anche stare. Il punto è avere alle spalle un terzino come Theo e quella catena di sinistra diventa un punto di debolezza. Tanti gol sono stati fatti con cross dalla parte destra dove difende il Milan sul secondo palo, dove Theo arriva dopo e Leao non è rientrato. Di fatto il Milan è una squadra facilmente leggibile, che non fa tesoro delle vittorie, dei gol fatti e subiti. Fa sempre più o meno le stesse cose, al limite cambiando gli interpreti".

Nove reti incassate allo stesso modo fin qui dal Milan (QUI IL DETTAGLIO)
"Non sono un caso, quelle sono le idee e le caratteristiche collettive. Per cui avvengono quelle tipologie di problematiche ed è un peccato perché il Milan è una delle squadre più tecniche e potenzialmente migliori. Come progettualità perché ha tanti giovani ma anche nell'immediatezza: Reijnders è ormai maturo, ha disputato un Europeo fantastico. Ma anche Pulisic. Chukwueze sta crescendo. L'Inter non ha un giocatore che salta l'uomo, il Milan ne ha 4-5 e nel calcio moderno non è facile trovarne. Trovando una maggiore convinzione nel non possesso il Milan sarebbe la miglior squadra della Serie A".

Aveva convinto la collocazione di Musah a Madrid. Stupito che non sia stata riproposta anche a Cagliari?
"Fonseca cerca di turnare molto i giocatori, difficilmente fa giocare due volte la stessa formazione. In questo è diverso da Inzaghi e Conte e direi che è più simile a Thiago Motta. Lavora di rosa per gestire le risorse: certo, ci sono anche per lui gli imprescindibili come Pulisic e Reijnders, ma gli altri devono essere per lui interscambiabili. Poi dipende anche dall'avversario. E penso che questo sia corretto, perché in un calcio moderno dove ci si lamenta tanto di giocare troppo l'organico va gestito in modo da evitare gli infortuni. Inoltre, ruotando, coinvolgi tanti giocatori che si sentono dentro il progetto, oltre a sentire la concorrenza. Per me è il modo giusto di gestire una squadra".

In un'intervista sempre a MilanNews di qualche mese fa dicesti che Theo era pericoloso per questo Milan (QUI L'INTERVISTA DEL 29 AGOSTO)
"Lo confermo. L'abbinamento con Leao è croce e delizia. C'è un'intesa tra i due, una relazione preferenziale quasi a discapito da tutto il resto. Loro hanno il piacere di trovarsi e potrebbe essere una cosa buona ma in pratica sembra una mini squadra all'interno di una squadra e questo non deve succedere. Il Milan ha tante soluzioni e tanti giocatori forti, ci vuole una collaborazione che coinvolga altre reti di passaggi e che crei più imprevedibilità. Loro due si esaltano nel trovarsi ma alla fine diventa un linea prevedibile".