Calvano ricorda i momenti al Milan: "Ibra e Seedorf pretendevano tantissimo da me. Un'emozione unica l'esordio in Coppa Italia contro la Lazio"

Calvano ricorda i momenti al Milan: "Ibra e Seedorf pretendevano tantissimo da me. Un'emozione unica l'esordio in Coppa Italia contro la Lazio"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Ieri alle 21:36Gli ex
di Lorenzo De Angelis

Intervistato dai colleghi de La Giovane Italiana, l'attuale centrocampista del Monopoli Simone Calvano si è raccontato ricordando anche i momenti vissuti con la maglia del Milan, squadra per la quale ha giocato dal 2010 al 2012. 

Poi arriva il Milan... Se non ho visto male, con la Primavera hai vinto anche la Coppa Italia.
“Esatto, negli Allievi Nazionali sono stato acquistato dal Milan. Ho fatto due anni in Primavera e poi un anno aggregato alla prima squadra. Era la stagione dello scudetto con Allegri, se non sbaglio il 2010/2011. Poi abbiamo vinto la Coppa Italia. In quegli anni la Primavera era molto competitiva, c’erano tanti ragazzi che poi hanno fatto carriera. Quella vittoria fu davvero importante. Ho trascorso un anno un po’ a cavallo tra Primavera e prima squadra. Ho avuto la fortuna di far parte della rosa che vinse lo scudetto, un’esperienza che ha segnato l’inizio della mia carriera professionistica”.



Entrare da giovane nello spogliatoio di una squadra come quel Milan, ricco di campioni, deve essere stato forte. Com’era allenarsi con, ad esempio, un certo gentleman come Ibrahimovic?
“Impari subito le regole, come ci si comporta in uno spogliatoio del genere. All’inizio ero veramente imbarazzato: tutti campioni, io un ragazzino. Il confronto umano con certi giocatori, che fino a pochi giorni prima vedevi solo in TV, è forte. Però col passare dei giorni iniziano a coinvolgerti, ti fanno sentire parte del gruppo. È stata un’esperienza formativa e bellissima. Io ero molto timido, parlavo poco, facevo il mio. Però ho imparato tanto”.

C’è qualche giocatore in particolare che ricordi con affetto, che ti ha lasciato qualcosa in più?
“Sì, mi ricordo in particolare Abate e Antonini. Erano quelli che mi stavano più vicino, forse anche perché erano più giovani rispetto ad altri e riuscivano a entrare più in sintonia con me. Poi c’era Seedorf, che pretendeva tantissimo da me, come anche Ibrahimovic: lui pretendeva molto da tutti, specialmente dai giovani. Ma i rapporti più diretti li ho avuti con Abate e Antonini. Con gli altri no, forse anche per la mia timidezza e perché, onestamente, sembravano di un altro pianeta”.

E poi è arrivato anche l’esordio…
“Sì, ho esordito in Coppa Italia contro la Lazio, subentrando a Robinho. È stata un’emozione enorme, un riconoscimento a tutto il percorso fatto fino a quel momento. Un momento che ricorderò sempre. Da lì è iniziata ufficialmente la mia carriera, con tutti i suoi alti e bassi”.