Milan-Inter: presentazione del Derby
“E’ nello spazio si esprime il talento”, in questo assunto troviamo il lato positivo del calcio Leonardiano: che il modulo sia quello di “4.2.fantasia” o di 4.3.1.2., la partita a cui tenderà l’Inter sarà la stessa. Si può immaginare che il vero obbiettivo dei nerazzurri sia quello di farci far male quel che meglio ci riesce quest’anno a livello difensivo: il raddoppio laterale, palleggiando centralmente la palla per farci “uscir fuori”.
Forti di giocatori capaci di giocare tutto il fronte d’attacco, sarà il loro centrocampo a dover lavorare su buone triangolazioni interne “muovendo” i nostri centrocampisti, e così creare spazio per la rifinitura sui lati scoperti.
In entrambi i moduli che l’avversario propone, la presenza del rifinitore è comunque cardine per il loro gioco e guai a noi a seguire Sneijder anche quando va al bagno: creeremmo spazi centralmente, dove si favorirebbe l’inserimento dei loro centrocampisti. T. Motta, Cambiasso, Zanetti, Stankovic non hanno bisogno di essere favoriti nella loro capacità di sfruttare lo spazio per andare al tiro sull’inserimento.
E’ sul movimento “prendo/lascio” che il nostro centrocampo non dovrà favorire quel che è caratteristica dell’avversario: portarci a spasso quando ci attacca nella nostra metà campo. Tanto sull’intercettazione del passaggio si dovrà lavorare, sulla pressione singola, non con un pressing che, contro i loro giocatori più tecnici, rischierebbe di farci andare gambe all’aria, anche per l’impossibilità di “giocarlo” per i 90’.
Forza e rapidità. Giocare palla a terra per sorprendere una difesa poco callaudata nei movimenti di reparto.
Fondamentale quindi sarà la partecipazione del trequartista alla fase di non possesso: per disturbare chi sarà deputato ad impostare -e vedremo lo scambio nella funzione di Cambiasso e T.Motta-, ma pure per dare un riferimento immediato, visivamente e tecnicamente “facile”, da trovare ai compagni di reparto.
La costante ricerca di spazi offensivi, se ribaltata nella sua accezione, è la stessa causa della difficoltà che la squadra di Leonardo ha nel gestire una verticalizzazione immediata: sia sul lato, se la zona attaccata è quella “dietro” al loro interno di centrocampo; sia quella diritta se giocata a terra però… -la capacità di abbassare un mediano poliedrico come Cambiasso sulla linea difensiva favorisce la gestione delle palle alte-.
Se penserà una gara più misurata, la nostra avversaria chiederà una maggiore partecipazione ai suoi avanti nel difendere, ma è con una verticalizzazione rapida, anche giocata corta ma “sicura”, che dovremmo forzare la loro attitudine a difendere con pochi uomini attorno a chi conduce la palla.
Partecipazione attiva di attaccanti e centrocampisti: il movimento senza palla crea lo spazio per effettuare la giocata in maniera efficace
Non possiamo pensare che “paghi” sfruttare da sole le doti di mobilità di Robinho e Pato che si allargano per giocare palloni “buttati” su”… e basta. Bene sarà trovare anche una triangolazione nello stretto, una palla filtrante tra Cambiasso e T. Motta. La mancanza di Ibra, che ci dà l’opportunità di poter giocare un calcio asciutto ed efficace, dovrà farci ragionare sull’importanza di “trovarci come squadra”, e i tre attaccanti dovranno pensar bene che la palla dovranno anche venire a prendersela.
Prescindendo dal tipo di protezione e potenziale qualità dell’impostazione degli uomini di centrocampo, deputare ai soli centrali la giocata della palla profonda sarebbe davvero facilitare la vita all’avversario. In una gara che si potrebbe presentare più ragionata di quanto ci si aspetti, la lettura dei momenti opportuni per far viaggiare la palla in un modo veloce piuttosto che ragionato determinerà il ritmo della partita.
Non potersi permettere di giocare fratturati in due blocchi, DEVE richiamare la caratteristica che troppe volte è stata intermittente in stagione: intendere il gioco più coralmente, STARE VICINI ALLA PALLA nel difendere e nell’attaccare.
In gare del genere, giocate da squadre che differentemente ricercano un equilibrio proprio, la differenza si potrà rintracciare nella concentrazione e nella capacità di “aderire” alla gara. Guai a noi a favorire la loro giocata cieca in anticipo, per scarsa partecipazione; allo stesso modo, l’appoggio della nostra mezza-punta e dei terzini in fase di possesso, favorirà naturalmente il lavoro del nostro centrocampo che non sentirà bruciare la palla nei piedi quante più opzioni di passaggio avrà il possessore a sua disposizione per “uscire”.
Anfry
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