Calcio2000, Galli: "Gullit arrivava con la sua chitarra a tre corde, era un simpaticone"
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Identità e senso di appartenenza. Concetti che Filippo Galli ha sempre cercato di mettere in campo e che oggi prova a trasmettere ai suoi piccoli allievi rossoneri. Responsabile del settore giovanile del Milan, Galli racconta e si racconta in esclusiva per Calcio2000, ripercorrendo le fasi principali della sua carriera prima di lanciare uno sguardo al futuro, quello che vedrà protagonisti i suoi "figli sportivi". Le soddisfazioni di una carriera vissuta al top? Tante, a cominciare dalla finale di Champions contro la Steaua Bucarest fino a quella contro il Barcellona ad Atene. Storie di calcio vere, passionali, raccontate da un cuore rossonero il cui unico rimpianto, forse, è quello di non aver vissuto al meglio l'esperienza inglese della Premier League. Un campionato col Watford, per Galli, non è stato abbastanza per assaporare fino in fondo il piacere di giocare negli impianti inglesi, da molti considerati i migliori al mondo. I 13 anni vissuti con la maglia del Milan addosso però sono una buona consolazione, soprattutto se si guardano i nomi dei compagni di squadra: "Gullit arrivava con la sua chitarra a tre corde, era un simpaticone". Proprio come Rijkaard, che però era più riservato. Il rapporto migliore però era con Van Basten, uno che non usava giri di parole per dirti quello che pensava. Futuro? Probabilmente non l'allenatore, visto che "il ruolo di responsabile del settore giovanile del Milan mi piace sia dal punto di vista tecnico che organizzativo". Chiusura, come detto, sulle giovani speranze rossonere: "Stiamo creando un modello Milan per cui cerchiamo di uniformare tutte le squadre con gli stessi principi e concetti". Concetti che, parole dello stesso Galli, vanno al di là della semplice tattica: sani principi e soprattutto, come già detto, identità e senso di appartenenza.
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