Cucci: "Dissi a Spalletti che poteva portarsi in Germania Camarda e non l’incerto Fagioli. E quando è esploso Yamal capii che avevo trovato la parola magica ma non contavo una mazza"
"Spalletti, a sedici anni a volte si può". E' questo il titolo dell'editoriale pubblicato dal Corriere dello Sport a firma di Italo Cucci. Un fondo dedicato a Francesco Camarda, la stellina del Milan fresca di firma sul primo contratto da professionista: "La mia parola magica è “Camarda” da quando quel ragazzuolo - si chiama Francesco, milanese, ha 16 anni - m’è caduto nella penna. Era prima degli Europei, vidi le immagini dell’Under 17 di Massimiliano Favo, i gol di Francesco, volli saperne di più e scoprii la favola del bomberino da 483 gol, che dal 2015 - era bambino - aveva conquistato il Milan. Come Renzo De Vecchi - il Figlio di Dio - nel 1909.
Una scheda da campioncino, eppure una sola apparizione in Serie A, quindicenne, dopo aver ricevuto una deroga da parte della Figc per essere convocato in prima squadra da Pioli: il 25 novembre 2023 fa il suo debutto in Serie A con il Milan, sostituendo Luka Jović all’83’ della partita vinta per 1-0 contro la Fiorentina: nell’occasione diventa il più giovane esordiente della storia della Serie A (15 anni, 8 mesi e 15 giorni).
E allora mi rivolgo a Spalletti - scrivendo - e gli racconto quell’episodio tragicomico del 1966 quando l’Italia, a Middlesbrò, fu ferita dal mitico Pal Doo-Ik della Corea del Nord, non seppe reagire e fu cacciata dal Mondiale. In tribuna, quel giorno, sedeva il Gigi Riva del Cagliari, già amico del gol, portato in Inghilterra in viaggio premio perché l’era bravino. E dissi a Spalletti - senza fare il fenomeno che consiglia e pretende, anzi con dolci parole - che poteva portarsi in Germania Camarda e non l’incerto Fagioli. E quando nelle file dei Rossi di Spagna esplose Yamal capii che avevo trovato la parola magica ma non contavo una mazza".
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