Leonardo si racconta

Dieci anni fa, quando era ancora un giocatore del Milan, Leonardo cadde in uno stato di depressione, sentendosi colpevole di guadagnare con la sua attività cifre molto alte. Il neo allenatore rossonero lo ha confessato in una intervista al settimanale brasiliano Veja. «Ne soffrii quando avevo circa 30 anni, durante il mio primo periodo in Italia. Mi sentivo in colpa perché potevo acquistare vestiti cari e mangiare in ristoranti di lusso. Anziché darmi piacere, queste cose mi facevano male. La depressione mi portò insonnia e tachicardia».
Leonardo spiega di avere donato molto ai poveri: «La mia casa a Milano era rimasta praticamente vuota. Non c'era più nemmeno il computer. Quando ne avevo bisogno, chiedevo di utilizzare quello degli altri. Ho seguito una terapia di tre mesi. La mia ex moglie, Beatriz, e i miei genitori mi aiutarono molto. Cominciai pure a leggere libri di filosofia e psicologia. In quel periodo nacque la Fundação Gol di Letra (Fondazione Gol di Lettera, che aiuta bambini carenti, creata assieme all’ex calciatore Raí, ndr). Ma non mi piace toccare questo argomento».
Leonardo non è d'accordo che Berlusconi sia un datore di lavoro difficile. «È un sognatore, un presidente appassionato. Ma la distanza tra club e politica è mantenuta. Il club ha una vita propria, indipendente e pure un gestore del quotidiano, che è Adriano Galliani. Il mio referente giornaliero sarà Galliani ma quando ci sarà bisogno parlerò pure con Berlusconi. Già siamo andati assieme a cena. Con lui ho un rapporto ottimo ma soltanto professionale».
«In Italia gli stadi incassano un quinto in paragone a Inghilterra o Germania e i club spendono anche il 70 per cento del bilancio col pagamento di calciatori. Non è possibile ridurre gli stipendi, così riduciamo la nostra rosa, cercando giovani con molta voglia di vincere. In tutta la mia carriera, ho sempre trattato i miei contratti, amministrato le mie finanze, fatto investimenti senza intermediari. Pensavo che avrei fatto questo quando avrei smesso di giocare, non l’allenatore. Lo dissi anche a Berlusconi e frequentai corsi di gestione all’Università Bocconi. Credo che questo periodo come allenatore sarà soltanto una parentesi nella mia carriera di amministratore».
Kaká. «Lui mancherebbe a qualsiasi squadra. Parliamo del miglior giocatore del mondo. Kaká è impressionante, e gioca ad altissimi livelli ormai da sei anni. è difficile farlo per dieci anni consecutivi, ma Kaká ci riuscirà».

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati