"Messi segnerà", parola di Luca Messi

"Messi segnerà", parola di Luca MessiMilanNews.it
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martedì 3 aprile 2012, 19:15News
di Francesco Specchia
fonte GC.com

Luca Messi, pugile di 37 anni e parente alla lontana di Lionel Messi. Chi meglio di lui può dirci come finirà Barcellona-Milan di stasera. Rossoneri e catalani si giocano l'accesso alle semifinali di Champions League e per Luca è difficile fare un pronostico. "Lionel mi ha promesso che farà un gol, poi non so come finirà. Da italiano mi auguro che la squadra di Massimiliano Allegri riesca poi a farne due". Il Messi pugile è uno tosto. Ha un fratello prete ("strana famigilia la nostra eh?"). Vive a Ponte San Pietro in Provincia di Bergamo dove ha una palestra e tifa per l'Atalanta. Da ragazzino ha cominciato con il calcio: "facevo il terzino ma quando più che colpire la palla me la prendevo con gli avversari ho capito che dovevo cambiare sport". Con la boxe è stato amore a prima vista e per fortuna sono arrivati anche i risultati (due campionati italiani e due titoli intercontinentali).

All'inizio si diceva che tu e la "pulce" eravate cugini. E invece come è la storia?
"Le nostre famiglie sono entrambe originarie di Recanati (Provincia di Macerata). C'è un lontano legame di parentela ma prima di due settimane fa non l'avevo mai visto di persona".

L'hai incontrato dopo la gara di andata tra Milan e Barcellona. Cosa ti ha detto?
"Mi ha chiesto della mia carriera, di Mike Tyson ("l'ho conosciuto quando mi allenavo a Miami) e di come è stato lavorare con Don King. Poi qualche foto con i guantoni e infine la promessa".

Vantaggi nel chiamarsi come lui?
"Nella boxe no di sicuro perché sul ring contano solo i pugni. Nella vita pubblica l'unica differenza rispetto agli altri e che appena mi presento a una persona mi chiedono se sono parente del Messi calciatore. Ma non mi ha mai dato fastidio".

Visto che te l'ha chiesto Messi, te lo chiediamo anche noi: che personaggio è Don King?
"Incredibile. Ha 80 anni ed è ancora pieno di vita. Mi prese nella sua scuderia dopo che mi vide combattere a Chicago per un campionato mondiale. Ebbi la soddisfazione di cambiarmi nello stesso spogliatoio di Michael Jordan ma persi ai punti. Subito dopo andai da lui a Miami a lavorare. Fu un'esperienza incredibile".