Vedi il Napoli e poi rimpiangi Conte. Occasione sprecata in estate, opportunità che si può ripresentare

Il Napoli primo in classifica a quattro giornate dalla fine ha giocato contro il Torino con la seguente formazione (4-3-3): Meret, Di Lorenzo, Rrhamani, Buongiorno (19' st Marin), Olivera (41' st Raspadori); Anguissa (13' st Billing), Lobotka (41' st Gilmour), McTominay; Politano, Lukaku (41' st Simeone), Spinazzola. Rispetto alla squadra che ha dominato il campionato 2022/23 gli azzurri si sono notevolmente indeboliti: non ci sono più Kim Min-Jae, Zielinski, Osimhen. Kvaratskhelia è andato via a gennaio. Buongiorno, che ha degnamente sostituito Kim, è stato spesso infortunato e si è fatto male anche nell'ultima partita. Lukaku non vale l'Osimhen dell'anno dello scudetto. Neres ha fatto benissimo, ma anche il brasiliano ha saltato tante partite per problemi fisici. Eppure i partenopei sono primi, nel peggiore dei casi torneranno in Champions League, nel migliore sarà apoteosi. E la firma principale sarà quella di Antonio Conte.
L'allenatore sognato dal Milan
Dall'addio di Stefano Pioli i tifosi, la stragrande maggioranza dei tifosi, aveva un nome chiaro in testa per la successione: Antonio Conte. Lo stesso tecnico salentino non aspettava altro. Si è preferito puntare su Julen Lopetegui, salvo fare una clamorosa inversione a U, poi su Paulo Fonseca. Il 13 giugno, il Senior Advisor di RedBird, Zlatan Ibrahimovic, prese parola per presentare la stagione 2024/25. E fu molto chiaro sulla questione allenatore: "Non ne abbiamo discusso perché il criterio che abbiamo tenuto, con tutto il rispetto a lui, non era quello che cercavamo". E ancora, motivando la scelta ricaduta su Paulo Fonseca: "Il Milan ha un allenatore, non è un manager". Il 26 giugno la risposta di Antonio Conte, presentato come nuovo allenatore del Napoli: "Io mi considero un manager, il presidente lo sa benissimo. Mi considero un manager da un punto di vista tecnico, da un punto di vista gestionale, nell'allenamento. Voglio avere voce in capitolo. Magari, da qualche altra parte, questo poteva dare fastidio...".
Il fastidio, vero, lo hanno provato i tifosi in questa stagione. L'eventuale Coppa Italia in qualche modo ci metterebbe una pezza ma non sarebbe sufficiente. Alla 34ª giornata il Milan è nono, a cinque punti dall'ottavo posto. È uscito al turno intermedio di Champions League contro il Feyenoord. E il Napoli vola. Con una squadra che, dati Transfermarkt alla mano, ha un valore di mercato di gran lunga inferiore: 355.55 milioni contro i 523.50 del Milan. Altro parametro, quello del monte ingaggi: il sito specializzato Capology evidenzia come quello del Milan con 97.83 milioni lordi annui sia il terzo più alto, dopo Juventus (111.31) e Inter (140.71). Il Napoli è quinto con 83.44, dietro anche alla Roma (86.61).
La carriera di Antonio Conte
In una squadra come il Milan, dove la qualificazione Champions è vitale, Conte sarebbe stato una certezza. Dal 2011 a oggi solo in un'occasione non si è qualificato al massimo torneo continentale: col Chelsea nel 2017/18. Col Tottenham è arrivato 4° facendo una vera e propria impresa, raccogliendo la squadra a stagione in corso e portandola a una grande rimonta. In Italia non è mai sceso sotto il 2° posto, arrivato con l'Inter e con un solo punto in meno della Juventus.
Il 3-4-3 disegnato apposta per Conte
Da quattro partite il Milan ha trovato un suo equilibrio col varo del 3-4-3, con buona pace dello stesso Sergio Conceiçao che ha sì avuto il merito di puntarci ma che ha ammesso di non amare particolarmente questo sistema di gioco. Un sistema che Conte ha applicato con successo al Chelsea, stagione 2016/17, vincendo immediatamente il campionato. Nel Napoli di questa stagione abbiamo invece visto spesso il 4-3-3, altro modulo spesso invocato a inizio stagione per il Milan. Di fatto questo Milan poteva già essere plasmato a immagine e somiglianza del tecnico salentino.
Quale futuro per Antonio Conte?
È il grande dilemma di queste settimane. Il suo contratto è fino al 2027 ma le dichiarazioni rilasciate dopo Monza fanno pensare: "Aperto a restare, ma a Napoli vogliono vincere e non so se ci sono i mezzi" e già nel pre-partita aveva messo la pulce all'orecchio: "A Napoli tante cose non si possono fare". Storicamente Antonio Conte non è un tecnico da cicli lunghi. Non resta che aspettare. Ed eventualmente cogliere l'occasione, questa volta.

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