Santi Gimenez non è il primo messicano della storia del Milan. Giuseppe Pastore racconta la storia di Pineda
Santiago Gimenez è la punta di diamante del mercato rossonero, oltre che uno dei colpi più onerosi della storia recente del Milan: il centravanti è arrivatod al Feyenoord per 28.5 milioni di euro più bonus fino ad arrivare a 35. L'attaccante, che ha portato tanto interesse per i rossoneri dal Sud America, non è però il primo messicano della storia del club. Quello è stato Pedro Pineda, arrivato a Milanello nel 1991. La sua storia la racconta, a Cronache di Spogliatoio, il solito Giuseppe Pastore:
"Lo sapevate che Santiago Gimenez non è il primo messicano della storia del Milan? Bisogna tornare indietro di 34 anni per raccontarvi la storia dell’altro messicano milanista. È l’estate del 1991, un’estate dispari, in cui gli osservatori del Milan sono impegnati a guardare il Mondiale U20 che si svolge in Portogallo e finirà con il trionfo del Portogallo dei giovanissimi Figo e Rui Costa ai rigori in finale contro il Brasile davanti a 127.000 spettatori allo stadio Da Luz di Lisbona. I due vice capocannonieri del torneo sono entrambi legati al Milan. Uno è brasiliano, Giovane Élber, che il Milan ha già tesserato l’anno prima e sta dando in prestito al Grasshopper in Svizzera. Il secondo è un messicano, appunto. Si chiama Pedro Pineda e il Milan lo porta subito a Milanello nell’estate del ’91 tra il mese di luglio ed il mese di agosto perché vuole mettere le mani su un possibile grande talento. Problema numero uno, in Italia c’è ancora il limite di tre stranieri per squadra e i tre stranieri del Milan, problema numero due, si chiamano Gullit, Rijkaard e van Basten. Morale: non c’è alcuno spazio per il giovane Pineda che viene subito dato in prestito al Guadalajara in Messico, dove si spera possa ancora continuare a crescere per fare ritorno a Milanello. Le cose non andranno bene per il giovane Pineda, che finirà anche in una storia di stipendi non pagati, di irregolarità amministrative e si perderà in un calcio messicano ovviamente molto lontano dal sogno della Serie A.
Di quelle due-tre di Pineda a Milanello un ricordo affettuoso del giocatore messicano riguarda la sua particolare amicizia con Roberto Donadoni che era il giocatore che andava a prenderlo in hotel e riportarlo a fine allenamento. Tra i due nacque un’amicizia di poche confuse battute in un misto di italiano, inglese e spagnolo. E poi una foto ufficiale, più o meno, con la maglia rossonera e un’amichevole sì, ma vista dalla tribuna dello stadio Brianteo di Monza, una classica amichevole di inizio stagione, visto che Pineda non ha presenze ufficiali e nemmeno in amichevole. Pineda si perse e auguriamo a Gimenez invece di essere molto più decisivo nella storia del Milan che dall’anno dopo, dall’estate ’92, allargò i cordoni della borsa e portò in casa tanti altri stranieri molto più forti di Pineda. Papin, Savicevic, Boban e poi ancora Laudrup, Radocioiu. Addio allora alle speranze e i sogni italiani di Pedro Pineda”.
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