Seedorf: "Squadra con troppi alti e bassi ma non si capisce perché. Messaggi come quelli di Fonseca ogni tanto vanno mandati"
Clarence Seedorf, tra i centrocampisti più forti degli ultimi 20 anni e volto storico del Milan, ha parlato a DAZN con Massimo Ambrosini nel pre partita di Milan-Genoa. Le sue dichiarazioni:
Come vedi la situazione in generale?
“Ho visto l’intervista di Fonseca, era molto emotivo ma non ha superato il limite. Era un messaggio che ogni tanto va mandato. Quando rappresenti un club come il Milan è giusto. Squadra con troppi alti e bassi, non si riesce a capire perché: la squadra è sicuramente attrezzata per fare meglio”.
È una squadra costruita per…?
“Io direi di fare un passo indietro. C’era Pioli, Maldini ed un percorso. È stato interrotto un percorso, ora serve tempo perché ci sono persone nuove: l’ambiente deve ricompattarsi su dinamiche e meccanismi nuovi. Quando si cambia un allenatore certe cose cambiano. Il club deve avere pazienza e dare supporto. Hanno mostrato in alcune partite di avere valore, ora ci vuole continuità”.
Oggi chi sono i leader che devono prendere in mano la squadra?
“Non conosco i ragazzi, non posso parlare. Ma posso vedere i leader tecnici, che devono dare continuità: ma la parte tecnica non è quella che serve per mantenere il livello alto della squadra”.
Ti è mai capitato da allenatore di fare scelte forti per mandare messaggi?
“Se dovessi avere questa squasdra alcune cose sarebbero completamente diverse: ogni allenatore porta le sue idee. Ci vuole tempo per costruire le idee di questo allenatore: ha idee buone, ma manca la continuità. L’unico che può risolverla è lui”
Che consigli daresti a Liberali oggi?
“Non amo dare consigli al volo. I consigli che do ai ragazzi è di essere curiosi, di voler imparare da tutti. Ma per consigli specifici c’è bisogno prima di una chiacchierata, consigli a caso possono essere sbagliati”.
Una serata così come la vivi?
“Me la godo. Noi abbiamo vissuto tantissimi anni su questi campi… Ho fatto 23 anni di calcio ad altissimi livelli, mi manca stare con i ragazzi nello spogliatoio. Poi a calcio ci gioco ancora, posso giocare finché il corpo me lo permette: è sempre una passione”.
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