Bilancio delle new entries: i numeri dei nuovi acquisti del mercato rossonero
“Accelerare i tempi” è il nuovo slogan di questo Milan. Quello di Elliot doveva essere un progetto a lungo termine per riportare in alto il Diavolo, ma dal post lockdown le prestazioni e i risultati rossoneri hanno raggiunti livelli insperati. Un mix di giovani e giocatori più esperti ha dato vita ad un gruppo vincente, capace di trovarsi al secondo posto a questo punto della stagione, dopo anni distanti dalle zone alte della classifica. Il campionato è ancora lungo, ma il buon lavoro di questo Milan rimane. Ed il merito è anche della dirigenza rossonera: i colpi di Maldini e Massara si stanno rivelando indispensabili per la squadra. Ecco dunque il bilancio, fino ad ora, dei nuovi acquisti di questo 2020/21.
PIERRE KALULU
Per l’arrivo del francese bisogna fare i complimenti a Geoffrey Moncada, lo 007 della dirigenza milanista. Kalulu è stato scartato dal Lione, non gli è stato rinnovato il contratto dopo 0 minuti in prima squadra, e il capo scout rossonero non ha esitato a segnalarlo al club e portarlo in via Aldo Rossi. Il numero 20 è un vero e proprio crac: 15 presenze e anche 1 gol, per un difensore duttile e rapido dal futuro roseo. A Lione già lo rimpiangono.
BRAHIM DIAZ
Pupillo di Guardiola al City, cresciuto nell’ala blanca del Bernabeu, un talento indiscusso perfettamente ambidestro, qualità tipica degli spagnoli: il livello di Brahim Abdelkaber Diaz non si discute. Però l’ex Real non ha mai convinto al massimo, ha sempre dato l’idea di poter fare di più. Al Milan ha trovato spesso il campo, come mai era accaduto nelle esperienze a Manchester e a Madrid: 31 apparizioni in rossonero, contro le 21 con la ‘camiseta blanca’ e le 15 nella prima squadra del City. Per lui anche 5 reti: terza nazione in cui trova il gol, non male considerando i 21 anni.
SANDRO TONALI
Per il centrocampista dal cuore rossonero il club di via Aldo Rossi ha investito un tesoretto di 35 milioni complessivi, normale che le aspettative siano alte. Sandro non ha ancora convinto del tutto, ma bisogna dargli tempo, e questa squadra lo sta aspettando senza fretta. Per i ragazzi giovani è importante giocare, e Tonali spesso è stato utilizzato da titolare, complici gli infortuni. Nel 61% delle gare il centrocampista lodigiano ha giocato dal primo minuto, contando 30 presenze totali. Sono mancati gol e assist, ma, come detto, bisogna aspettarlo. “Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”.
CIPRIAN TATARUSANU
Un altro colpo dal Lione, un’altra intuizione di Moncada. Tatarusanu ha aggiunto esperienza alla squadra, e quando è sceso in campo ha sempre (o quasi) dimostrato sicurezza: eccetto il mezzo disastro con la Roma, nelle successive 4 partite giocate può vantare 3 clean sheet. Una buona alternativa al ragazzone del ’99.
JENS PETTER HAUGE
Dopo il doppio lampo nelle qualificazioni di Europa League con il Bodo Glimt, la scelta della dirigenza rossonera è stata fulminea: 4 milioni al club norvegese e un quinquennale per il giocatore. E fulminea è stata anche l’ambientazione di Hauge: 4 reti subito nelle prime gare, due da rapinatore d’area (contro Celtic a Glasgow e Napoli) e due di destro a giro partendo da sinistra (di nuovo con il Celtic, a San Siro, e con lo Sparta Praga). Per lui, fino ad ora, 23 presenze. Poi un calo improvviso, che l’ha portato all’esclusione dalla lista Europa. Tutto ovviamente preventivabile: il campionato in Norvegia era iniziato ad aprile scorso.
DIOGO DALOT
Rendimento altalenante per il portoghese. Anche lui, come Brahim, in prestito secco da una grande squadra fino a giugno. La crescita esponenziale di Calabria gli ha tolto spazio, ma Dalot si è comunque mostrato pronto, sia a destra che a sinistra, quando Pioli ha deciso di mandarlo in campo. Il numero 5 ha collezionato 24 presenze, fornito 2 assist e segnato 2 gol. Un’altra vita rispetto a quella di Manchester: in due stagioni ad Old Trafford, l’ex Porto in 35 apparizioni aveva fornito 3 passaggi vincenti e mandato a segno una sola rete.
SOUALIHO MEITE
Non era una prima scelta nel Torino, è diventato un giocatore importante per una squadra che lotta per la vetta della classifica. Meité ha vinto la lotteria, ma la sua fortuna è stata meritata: questi due mesi di Milan, con 15 presenze e 1 assist, ha dimostrato il suo valore e le sue potenzialità, non solo fisiche. L’errore da matita blu nel ritorno con lo United, però, rimane una macchia difficile da cancellare.
MARIO MANDZUKIC
Di fatto, non pervenuto. Una mezza occasione con l’Atalanta e la prestazione anonima a Belgrado in Europa League. Da rivedere.
FIKAYO TOMORI
La vera sorpresa del mercato invernale di questo Milan, soprattutto per come si è sviluppata la sua trattativa. La dirigenza rossonera aveva puntato forte su Simakan, ora al Lipsia, ma lo Strasburgo non abbassava le pretese e il tempo era sempre minore. Allora al fotofinish c’è stata la virata su Tomori, che si è rivelato tutt’altro che un semplice ripiego: posizione, fisicità e velocità. L’inglese di origini canadesi è l’emblema del giocatore ideale per Maldini: giovane forte nell’uno contro uno, che l’allenatore deve inserire in un piano tattico. Pioli non ne fa mai a meno, anche per l’infortunio di Romagnoli: già 12 presenze per lui. Il riscatto dal Chelsea, a questo punto, diventa indispensabile.
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