Fare l'attaccante del Milan non è per niente stressante. Lo afferma Santiago, 23 anni

Fare l'attaccante del Milan non è per niente stressante. Lo afferma Santiago, 23 anni MilanNews.it
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di Lorenzo De Angelis

Ci mancherebbe altro, nessuno si aspettava che un giovane attaccante di 23 anni avrebbe potuto cambiare da solo l'inerzia della stagione del Milan, ma considerati gli oltre 30 milioni di euro versati nelle casse del Feyenoord è compito di Santiago Gimenez fare quello per il quale è stato portato in Italia: gol. 

E fino a questo momento bisogna ammettere che sta riuscendo nel suo intento, anche perché la media è piuttosto convincente...ma quanta fatica Santi! L'impressione è che il messicano debba ancora entrare bene nei meccanismi di Sergio Conceiçao, ma in questo Milan anche la cosa più semplice e scontata diventa difficile. 

I 3 gol segnati fino a questo momento non sono infatti frutto di un'azione corale covincente, ma del killer instinct che contraddistingue Gimenez dagli altri colleghi coetanei nel suo ruolo. Tra Empoli, Verona e Feyenoord, infatti, il Milan si è reso conto che l'investimento fatto potrà dare i suoi frutti, motivo per il quale non bisogna cadere nell'errore di commentare e giudicare il giocatore in un questo momento storico della stagione rossonera. 

Certo, contro la Lazio avrebbe potuto fare meglio, era nelle sue possibilità, soprattutto quando ad inizio secondo tempo ha mancato l'appuntamento con quel pallone geniale del solito Reijnders che avrebbe potuto permettere al Milan di pareggiare subito la partita, ma come al solito, soprattutto per un ruolo delicato come quello dell'attaccante, fanno più rumore gli errori che le cose giuste, che non sono state assolutamente poche. 

Contro i biancocelesti Gimenez si è infatti sbattuto tanto, non solo per sé stesso ma anche e soprattutto per la squadra, intervallando movimenti su tutto il fronte offensivo a quelli classici venendo incontro al centrocampo per cercare di smistare qualche pallone. In pochi di questi casi è stato servito, ma il messicano non ha demorso, continuando fino a quando il direttore di gara non ha deciso di fischiare tre volte e mandare tutti negli spogliatoi. 

Per giudicare Gimenez in questo momento c'è dunque bisogno di vedere anche l'altro lato della medaglia, che fa ben sperare in vista delle stagioni che saranno, ma il problema è in questo contesto, in questo ambiente, il tempo a disposizione potrebbe non bastare.

Insomma..."Fare l'attaccante del Milan non è per niente stressante", confermi o neghi, Santi?