Gattuso: "Priorità al Milan e non all'ego. Sono nato incazzato, forse ultimamente mi sono addolcito troppo"

- termina qui la conferenza di Gennaro Gattuso.
Se ha visto qualche miglioramento: "Sono d'accordo. Tante volte potevamo verticalizzare e non ce la siamo sentita, passando il pallone sempre indietro. E questo non mi è piaciuto".
Su quando tornerà lo stile Milan: "Non lo so. Io mi ripeto, qualcuno forse mi prenderà in giro, questa è una squadra giovane e che ha grandi margini di miglioramento. E' una squadra che deve imparare a gestire la pressione. E' l'età che porta ad episodi come quello di Paquetà, in cui tocca l'arbitro senza volerlo, preso dalla foga. Questo era un club in cui solo ammirare giocatori che hanno vinto tre coppe dei campioni e l'umiltà, vedere che prendevano degli antiinfiammatori pur di scendere in campo. Nel mondo d'oggi tutto questo sta venendo a mancare, non parlo solo del mio spogliatoio. Il Milan è una macchina perfetta, però le regole non ce le facevano rispettare Ancelotti, Berlusconi o Galliani, ma i giocatori. Son cambiati i tempi, è cambiato anche il ruolo del genitore, è vero. Però ci sono delle regole e certe volte questo viene a mancare. Il Milan deve ritrovare questi valori".
Sui giocatori: "Ci si guarda in faccia. Non deve esistere la parola 'io'. Anche a casa con i miei figli esiste un 'noi'. Se vuoi parlare di 'io' vai a giocare a tennis. Io non sono arrabbiato, son nato arrabbiato. Io nei momenti di difficoltà ci vado a nozze, penso di dare il meglio di me quando ci sono le difficoltà. Forse mi sono addolcito troppo, perchè ho un ruolo".
Sulle prestazioni di Abate, Zapata e Borini: "Hanno il veleno. Ignazio ha sempre fatto bene, è stato fuori immeritatamente. Se siamo a 59 punti significa che non è tutto da buttare via. L'asticella l'ho voluta alzare io, è successo tanto a livello di infortuni e a livello della proprietà. L'errore più grande mio è stato quello di parlare troppo di tante cose che non ci riguardavano. L'allenatore è un uomo solo. Io mi sento molto vicino alla società. Non date una lettura sbagliata a quello che ho detto. Nel senso che un allenatore di notte si ritrova a rimuginare, a cercare di mantenere gli equilibri. Ad un certo punto, però, devi andare alla ricerca di qualcosa di diverso e io ci ho messo un po' a capire questo".
Su cosa gli è piaciuto di più: "Lo spirito della squadra. Il fatto di fare qualcosa di diverso, in questo momento facciamo fatica a palleggiare. Il primo gol arriva da un'imbucata di Mauri per Suso"
Su Bakayoko e l'episodio: "Sono cose di cui voglio parlare dentro il mio spogliatoio. Ci ha messo 7-8 minuti per mettersi i parastinchi e prepararsi e ho fatto una scelta. La priorità è l'A.C. Milan. Io nella mia carriera quando ho sbagliato ho sempre chiesto scusa. Nello spogliatoio sentiranno tutti quello che dobbiamo dirci. Abbiamo già regalato già troppo il derby e l'abbiamo pagata cara. Si è parlato mesi e mesi sulle maglie di Acerbi. Vi abbiamo dato modo di dover parlare. Dobbiamo pensare a giocare a calcio. Priorità all'A.C. Milan, non all'ego, a me preoccupa solo la morte".
Sulla squadra incazzosa: "Era un dato di fatto, ho visto il veleno perchè erano incazzati con me che li ho portati in ritiro. L'avevo visto negli allenamenti che avevamo fatto. Oggi, pur giocando male, facendo il compitino, abbiamo saputo soffrire, ed era una qualità che ci mancava da tanto tempo. Abbiamo fatto gli ultimi quindici minuti in sette, perchè c'erano tanti giocatori con i crampi".
Amici di MilanNews.it, benvenuti nella sala stampa di San Siro, dove tra pochi minuti Gennaro Gattuso parlerà in conferenza nel post partita di Milan-Bologna. Restate con noi per non perdere neanche una dichiarazione del tecnico rossonero.

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