Il Milan e la difesa a tre: equilibrio e libertà. Ne hanno giovato tutti (o quasi)

Il Milan e la difesa a tre: equilibrio e libertà. Ne hanno giovato tutti (o quasi)MilanNews.it
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di Lorenzo De Angelis

Nel pre partita di Inter-Milan, sfida valida per il ritorno delle semifinali di Coppa Italia Frecciarossa, il direttore tecnico Geoffrey Moncada ha così parlato  del 3-4-3 che il tecnico Sergio Conceiçao sta utilizzando in queste ultime uscite stagionalI: “Penso che il Milan abbia lavorato durante la sosta di marzo su questo sistema. Adesso possiamo avere altre opzioni: i terzini più alti, la difesa più compatta, un sistema che permette tanta libertà ai giocatori. Anche Stefano Pioli ha giocato a 3 due anni, quando abbiamo vinto contro il Tottenham: è per dare più equilibrio alla squadra”.

Ed in effetti quanto riferito dal dirigente rossonero in queste ultime 3 partite lo si è notato: tra Udinese, Atalanta e Inter, infatti, il Milan ha subito solo un gol, registrando di conseguenza due clean sheetsChe possa essere questo il modulo dal quale ripartire anche nella prossima stagione? È ancora presto per dirlo, ma a differenza del post Bluenergy Stadium possiamo dire oggi che questo sistema di gioco dà credibilità alla formazione rossonera anche contro avversari di livello superiore. 

Il Milan e la difesa a 3: che rammarico non averci pensato prima

"Con questa idea il Milan poteva essere da scudetto", o almeno questo è il pensiero di un noto match analyst dei social. Non esiste la controprova, anche perché non sapremo mai come sarebbero potute andare le cose, ma un po' di rammarico dalle parti di Milanello per non averci pensato prima a questo modulo c'è, anche perché con il 3-4-3 il Diavolo è sembrata essere una squadra più organizzata, compatta ma soprattutto equilibrata. 

Ma in effetti questo sistema consente ai giocatori di completarsi gli uni con gli altri, quasi non facendo pesare i propri difetti. Analizziamoli nello specifico, prendendo in considerazione quella che oramai è diventata la formazione titolare del Milan di Sergio Conceiçao

Pavlovic è irruento e fa fatica a lavorare con la linea, ma per caratteristiche fisiche e tecniche è il braccetto perfetto, non a caso è stato seguito a gennaio dall'Atalanta. Veloce e aggressivo, il serbo può uscire forte sulla punta, ma ovviamente ha bisogno di una copertura, che solo un difensore tecnico e attento come Matteo Gabbia può dargli. In una difesa a tre che si rispetti c'è però bisogno anche del difensore veloce, l'altro braccetto per intenderci, qualità che fa di Tomori il profilo perfetto per completare il trio. A giovare dalla presenza di tre figure di questo genere sono ovviamente i quinti, in questo i caso i "quarti", di centrocampo, ovvero Theo Hernandez e Alejandro Jimenez, esonerati, anche se non completamente, da quelli che sono i compiti di copertura per essere ancora più esplosivi in fase offensiva.

Nei due di centrocampo Youssouf Fofana è quello d'equilibrio, con Reijnders che può essere libero di staccarsi e svariare per tutto il campo, un po' come piace a lui, senza preoccuparsi più di tanto della fase difensiva, anche perché dietro (tra Fofana, Pavlovic, Gabbia e Tomori) è ben coperto.

In attacco ognuno al suo posto, con il Milan che grazie a questo modulo può anche permettersi di assordibire le disattenzioni di Rafael Leao, soprattutto in fase di non possesso. Abbassando i due esterni, e difendendosi con il più classico dei 5-4-1, potrebbe non essere più necessario richiamare in continuazione in portoghese, anche perché la squadra sarebbe più che coperta. Non solo, sfruttando il difensore in più, una volta recuperata la palla il Milan può darsi alla pazza gioia con le ripartenze dei vari Pulisic, Theo Hernandez,  Tijjani Reijnders e lo stesso Leao, giocatori che nello spazio fanno male a chiunque. E l'Inter ne sa qualcosa.

Ne hanno giovato tutti (o quasi)

Da questo 3-4-3 sembrerebbero averne giovato tutti, soprattutto i vari Theo Hernandez e Rafael Leao, eccetto uno: Christian Pulisic. Da quando il Milan ha cambiato modulo lo statunitense è sembrato essere spaesato, quasi fuori luogo, e il primo tempo di ieri lo conferma. Mai al centro del gioco del Diavolo, l'11 rossonero deve forse ancora trovare le giuste misure a questo nuovo stile di gioco, ma potrebbe anche darsi che dopo aver trascinato la squadra fino ad oggi ne sta semplicemente risentendo la stanchezza. Chissà.