Quel 'colpo di fulmine' datato 1986...

Quel 'colpo di fulmine' datato 1986...MilanNews.it
© foto di Giacomo Morini
martedì 17 agosto 2010, 18:00Storia Rossonera
di Giuseppe Bosso
Al 'Gamper' Berlusconi notò un 'tulipano' nero...

Il 25 agosto prossimo il Milan, alla vigilia dell'inizio del campionato, chiuderà la preparazione estiva sfidando il Barcellona di Guardiola per la 45ma edizione del 'Trofeo Gamper', tradizionale manifestazione estiva che la società blaugrana ha intitolato al suo storico fondatore, Hans Gamper. E'la terza volta che il Milan viene invitato al torneo. Nel 2004, proprio all'indomani del sorteggio dei gironi di Champions che destinò le due squadre nello stesso girone, il Milan di Ancelotti perse per 2-1(curiosamente, lo stesso risultato che poi si registrerà nella sfida del Nou Camp in autunno, che comunque non ostacolerà la vittoria rossonera nel girone): all'iniziale vantaggio milanista con Serginho replcheranno Iniesta e Giuly. Ben più importante e significativa la partecipazione del 1986, non tanto per l'esito quanto per i risvolti futuri che avrebbe avuto nella storia rossonera.

Il Milan era stato da pochi mesi salvato dal fallimento da Silvio Berlusconi, che aveva acquistato la pericolante società rossonera, in crisi di risultati da anni dopo la retrocessione in B per il calcioscommesse: sistemati i conti, il neopresidente vuole costruire una squadra che domini la scena calcistica internazionale, rinverdendo i fasti dell'era Rocco-Rivera. La prima campagna acquisti è di tutto rispetto: arrivano Giovanni Galli, Dario Bonetti, Daniele Massaro e, fiore all'occhiello, Roberto Donadoni, strappato alla pressante concorrenza della Juventus. Arriva l'invito del Barcellona per partecipare al torneo che, allora, era un quadrangolare a cui parteciperanno anche gli inglesi del Totthenham Hotspur e, soprattutto, i campioni d'Olanda del Psv Eindhoven, nelle cui fila milita un giovane e statuario libero originario del Suriname, dalle spiccate doti offensive e dalle fluenti trecce nere: il suo nome è Ruud Gullit, da tempo segnalato come talento in ascesa del calcio internazionale. Il Milan perde pesantemente sia la sfida con il Barça del 19 agosto che la finalina di consolazione del giorno dopo contro gli inglesi, ma nella finale disputata tra i blaugrana e il Psv, nonostante la vittoria dei primi, è proprio Gullit il migliore in campo, acclamato ed applaudito dagli spettatori spagnoli e, soprattutto, da Berlusconi, presente in tribuna, incantato dal suo gioco. La decisione è presa: sarà lui l'uomo simbolo del suo Milan stellare, e da quel giorno sguinzaglierà in Olanda i suoi uomini di fiducia, per portarlo in rossonero, sebbene sulle sue tracce ci siano anche altri squadroni di tutta Europa, tra cui anche la Juventus, bisognosa di trovare un sostituto al ritirando Platini e potendo contare su una sorta di preferenza riguardo la Philips, proprietaria della squadra olandese, grazie all'avvocato Agnelli che della società è azionista. Ma Gullit rifiuta la Juve e le altre offerte, convinto dopo un lungo corteggiamento della bontà del progetto Milan, 'sposato' anche da un altro suo connazionale, talento emergente tra i giovani attaccanti europei: Marco Van Basten, dell'Ajax. E così, in quei mesi, mentre in campo Liedholm stenta e solo grazie all'approdo di Capello nelle ultime giornate la squadra riesce a staccare in extremis il biglietto per la Coppa Uefa dopo un duro spareggio contro la Sampdoria, dietro le quinte sta nascendo la squadra d'oro che dominerà, negli anni a venire, la scena italiana ed internazionale, sotto la guida di Arrigo Sacchi, anche lui 'precettato'in quei mesi di studio e di ricerca. La consacrazione avverrà proprio in quello stadio, il Nou Camp, dove era scoccato il 'colpo di fulmine' tra Gullti e Berlusconi, tre anni dopo, dove davanti a 90mila rossoneri giunti da Milano lo Steaua Bucarest verrà polverizzato con un roboante 4-0, propiziato dalle doppiette dei due tulipani d'oro, in una finale di Coppa dei Campioni a senso unico. Ma sarà solo il primo trionfo di una serie irripetibile ed indimenticabile, che i veri tifosi milanisti hanno ancora negli occhi e che sperano non sia ancora finita, nonostante le incertezze e le contraddizioni dei giorni nostri.