Derby da sogno

Il Milan batte l'Inter con un gol di Ibra sotto la Nord e ritorna in vetta dopo il temporaneo sorpasso nel pomeriggio della Lazio, aumentando il vantaggio sui cugini a sei punti; basterebbero queste poche parole a spiegare la magia della serata che abbiamo appena vissuto, ma come sempre il derby racchiude in sè molto di più ed è una sfida ricca di emozioni, sensazioni, tensioni che è difficile riordinare "a caldo" quando ancora l'adrenalina ti scorre in corpo e si mescola con la gioia di una vittoria importante e bellissima per i tanti significati che ha. Da molto tempo non vincevamo un derby, gli ultimi due nella passata stagione erano stati addirittura disastrosi, ma ora il passato è alle spalle e ad un Inter in declino si è contrapposto un Milan tosto e coriaceo, capace di giocare bene in avvio e poi di lottare con il coltello fra i denti quando la situazione si è fatta difficile per l'inferiorità numerica, meritando la vittoria per quanto fatto vedere nella prima mezz'ora ma anche per la determinazione con cui ha difeso un vantaggio minimo ma fondamentale; un Milan che sa usare molte armi per vincere e questo è molto importante in una stagione che sta prendendo una piega positiva, soprattutto ora che questa vittoria, che ci voleva per tutto l'ambiente, darà ulteriore carica, entusiasmo e autostima, anche perchè si tratta del primo successo in uno scontro diretto con una grande al terzo tentativo fra campionato e coppa. Ovviamente negli occhi e nel cuore di tutti resterà quel quarto minuto in cui Ibra ha calciato il rigore battendo Castellazzi, realizzando il sogno dei tifosi rossoneri e l'incubo di quelli nerazzurri: un gol sotto la Nord che lo ha fischiato e insultato, un gol festeggiato dalla Sud con il coro una volta dedicato a Kakà e che nella scorsa stagione era stato usato come coro di scherno dai tifosi dell'Inter, ma che ora torna ad essere un urlo di gioia per i tifosi rossoneri sostituendo Kakà con Ibrà. Alla vigilia avevo detto che un gol di Ibra sarebbe stato il massimo e il miglior modo per zittire i fischi degli interisti per Zlatan e mi fa piacere essere stato buon profeta, anche perchè il fatto che sia stato il gol decisivo è ancor più bello ed esaltante.
La notte del derby comincia come sempre molto presto, soprattutto per chi deve occuparsi della realizzazione della coreografia, ma anche per i primi tifosi che entrano nello stadio all'apertura dei cancelli, intorno alle 17:30; più di tre ore sembrano un'eternità da passare, ma il derby è particolare anche in questo e tra uno sfottò e l'altro con i "dirmpettai" e con la tensione e l'ansia che salgono minuto dopo minuto, il tempo scorre tutto sommato abbastanza in fretta. C'è grande voglia di tornare a vincere un derby, la Sud è carica e pronta a sostenere la squadra e a contrastare gli interisti che sono in netta maggioranza sugli spalti e lo dimostra fin dal riscaldamento, incoraggiando Ibra ma anche tutti i suoi compagni. Al momento dell'apertura delle coreografie, la Nord prova a stuzzicare i tifosi rossoneri ricordando le date più "tragiche" della storia del Milan, quelle della serie B o delle finali perse (ma per perdere le finali bisogna arrivarci spesso, non una sola volta ogni 45 anni!) e poi realizza una gigantesca coreografia ovviamente dedicata alla tripletta della scorsa stagione, con i trofei presentati addirittura da Freddy Kruger di Nightmare, tanto per far capire ai tifosi del Milan che ciò che è successo la scorsa stagione è un autentico incubo per loro. La Sud risponde con una coreografia meno maestosa, avendo a disposizione il solo secondo anello blu, ma che dimostra che non si può parlare di incubo a chi ha sognato per anni: lo striscione in transenna riprende una strofa dell'inno dell'Inter (E' UNA STRADA INFINITA CHE DURA UNA VITA) e, infatti, le plastiche colorate vanno a formare una strada con un'uscita, la n°18, come i trofei vinti dalla squadra più titolata del mondo, cioè l'A.C. MILAN e tenetevi pure la vostra tripletta, perchè..."NON BASTA UNA TRIPLETTA PER RAGGIUNGERCI SU IN VETTA", come recita lo striscione che presenta e preannuncia la coreografia della Sud, perchè la vetta è lontana 1899 km, una strada infinita, appunto.
Allegri conferma il suo Milan da battaglia che in questa settimana ha ottenuto già due vittorie: fuori l'acciaccato Pirlo e Ronaldinho, conferma per un trio muscolare a centrocampo (Gattuso, Ambrosini e Flamini) e per Seedorf trequartista alle spalle delle due punte Ibra e Robinho; in difesa ci sono Abate a destra e Zambrotta a sinistra, ma, soprattutto, la coppia centrale Thiago Silva-Nesta, quella che dà maggiori garanzie di solidità. Questo il Milan scelto da Allegri per una partita fondamentale, non solo perchè è il derby, ma perchè può rappresentare una svolta in positivo per il campionato, visto anche che si può giocare la partita in tutta tranquillità, perchè perderla non sarebbe un dramma per la classifica. In effetti il Milan ha il giusto approccio alla sfida, parte forte, potrebbe segnare dopo soli due minuti con un colpo di testa molle e alto di Seedorf su cross di Abate, ma lo fa poco dopo, quando Ibra parte in contropiede, mette a sedere Lucio e Materazzi, ma quest ultimo lo aggancia in area e provoca il rigore che lo stesso Ibra realizza, mentre in Curva Sud si trattiene il respiro per poi scatenare il delirio per il sogno inconfessabile realizzato dopo così poco tempo. Il Milan insiste sulle ali dell'entusiasmo, Ibrahimovic continua a far impazzire gli ex-compagni, con un "sombrero", un pregevole tiro al volo alto di poco, lottando su ogni pallone e dimostrando di essere finalmente in palla (e decisivo) in una partita importante. Peccato solo che il Milan non riesca a concretizzare la superiorità iniziale con il gol del raddoppio, tenendo in partita un'Inter in stato confusionale che, però, piano piano si riprende e chiude in avanti il primo tempo mettendo un po' di apprensione ad un Milan che rifiata dopo una partenza lanciata. I problemi vengono dalla fascia destra rossonera (sinistra dell'Inter) dove intelligentemente va a cercare spazio Eto'o, puntando i già ammoniti Abate e Gattuso e costringendo spesso Nesta ad allargarsi per evitare brutte sorprese (doppio cartelino giallo e conseguente espulsione per uno dei due), mentre per il resto i rossoneri non faticano a contenere un'Inter che non è più quella della scorsa stagione e l'unico grande brivido lo provoca con una punizione di Snejder che colpisce l'esterno della rete dando l'illusione del gol. Ovviamente, però, in un derby ogni sensazione è amplificata a dismisura e si trema ogni volta che gli avversari passano la metà campo anche senza creare pericoli, mentre ogni avanzata dei rossoneri fa salire l'entusiasmo.
Nella ripresa entra Pirlo al posto di Gattuso (che ha rischiato l'espulsione nel primo tempo) per dare ordine alla manovra e mantenere il possesso palla, mentre nell'Inter (già costretta a sostituire Obi con Coutinho nel primo tempo) non c'è più Milito (anche per lui infortunio muscolare) ma Pandev. I nerazzurri giocano poco e male, si affidano quasi unicamente al tiro da lontano e sembrano quasi inoffensivi, ma poi arriva l'episodio che rischia di rovinare tutto, quando Abate cade nella provocazione di Pandev, reagisce con una spinta insignificante ma che basta a Tagliavento per estrarre il secondo giallo e, quindi, il rosso. Allegri corre ai ripari inserendo Antonini al posto di Robinho, piazzandolo a sinistra e spostando Zambrotta a destra; Ibra rimane solo là davanti ma riesce a creare un assist per Seedorf che si inserisce e con un rasoterra velenoso che esce di pochissimo per poco non raddoppia. Da questo momento in poi l'Inter prova l'assedio, il Milan si chiude nel fortino a protezione della porta di Abbiati, Allegri manda in campo anche Boateng al posto dello stanchissimo Seedorf e i brividi si sprecano, anche se, a conti fatti, di occasioni pericolose l'Inter non ne crea, ma un conto è seguire il finale da spettatore neutrale e tranquillo, un altro è farlo in curva, con il cuore in gola, il fiato corto, i battiti a mille e gli occhi eternamente fissi su un orologio che sembra rotto, visto che il tempo non passa mai; ogni cross mette il terrore anche se è innocuo, ogni tiro fa crescere l'ansia, perchè ormai la vittoria è vicina e farsi raggiungere proprio nel finale sarebbe una beffa. La curva per tanti minuti implora i ragazzi a non mollare, con un "canto d'amor che ci viene dal cuor!" e Fort Milan resiste, con un bel catenaccio e tanti palloni sparati via in tribuna che scatenano autentici boati, ma come si dice..."quando ci vuole ci vuole" ed è bello scoprire che questa squadra sa soffrire, lottare e affidarsi ad armi diverse dal solito ma molto utili quando serve concretezza e bisogna badare al sodo, ovvero condurre in porto una vittoria meritata fin dall'inizio ma che potrebbe sfuggire da un momento all'altro. Il triplice fischio di Tagliavento è una liberazione e dà l'avvio alla festa della Sud, con i giocatori che si abbracciano in campo e i tifosi che fanno altrettanto sugli spalti, non dimenticandosi certo dei cugini che escono mestamente dallo stadio, salutati in modo beffardo dai rossoneri impazziti di gioia e felicità. E poi via verso le scale e le rampe, per guadagnare l'uscita e continuare a cantare a squarciagola la propria soddisfazione fino a quando la gola si ribella e non emette più suoni. SALUTATE LA CAPOLISTA è il coro più gettonato e l'unico pubblicabile senza rischio di censura e c'è grande entusiasmo al termine di una serata che ricorderemo per molto tempo, soprattutto se il campionato andrà in un certo modo.
Non ci posso credere!...viene quasi spontaneo esclamarlo per commentare una vittoria fantastica, perchè ottenuta nel modo più beffardo e crudele per i cari cuginastri, che volevano far vivere un incubo ai tifosi del Milan e, invece, si sono ritrovati sotto di loro un ex idolo esultante a braccia aperte con la maglia che più odiano e se non è un incubo questo... E l'emblema della serata in cui l'Inter esce con le ossa rotte dal derby è Materazzi messo K.O. da Ibra in un violento ma fortuito scontro e costretto a lasciare il campo in barella, dopo che per anni era stato lui a malmenare i giocatori rossoneri; il vento sta cambiando in tutti i sensi e il Milan riconquista la supremazia cittadina e questa è una grande soddisfazione per chi vive il derby come la sfida più importante della stagione, anche perchè vincere un derby "in trasferta" sotto certi punti di vista è ancor più bello ed appagante (e non accadeva da cinque anni), soprattutto se interrompi l'imbattibilità casalinga dei rivali che durava da tantissimo tempo. Allargando l'orizzonte e ragionando in ottica campionato, bisognerebbe dire che questa è una vittoria importantissima, perchè il Milan rimane solo in vetta con la sola Lazio in scia e potrebbe provare ad andare in fuga, ma questi sono discorsi che affronteremo più avanti e con maggiore lucidità, quella che non può esserci in questo momento, al termine di una serata da delirio, in cui abbiamo goduto come dei pazzi grazie a quel gol di Ibra sotto la Nord...il meglio che ci sia per trasformare un derby in sogno indimenticabile!

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