Idee, fiducia e continuità per tornare a essere grandi. Il tempo darà le sue risposte

Idee, fiducia e continuità per tornare a essere grandi. Il tempo darà le sue risposte  MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 3 settembre 2019, 22:00Cronache rossonere
di Michele Pavese
Rubrica di approfondimento a cura di Michele Pavese, redattore di TuttoMercatoWeb.com

A parlare, finalmente, sarà solo il campo. Anche questa estenuante sessione di mercato è terminata; due lunghi mesi che hanno consolidato le certezze delle tre formazioni che si contenderanno il titolo e movimentato le acque intorno alle inseguitrici. La battaglia per il quarto posto si preannuncia avvincente e coinvolgerà almeno quattro squadre: Atalanta, Lazio, Milan e Roma lotteranno presumibilmente punto a punto per raggiungere il famigerato posto al sole. Un traguardo imprescindibile per i rossoneri, per tornare nell'Olimpo del calcio.   

Novità, speranze e dubbi - Il Milan esce sicuramente rafforzato dalla campagna acquisti appena terminata, almeno sul piano numerico e delle alternative a disposizione di Marco Giampaolo. Sono arrivati tre potenziali titolari (Theo Hernandez, Ismael Bennacer e Ante Rebic), più alcuni elementi su cui la società è pronta a scommettere per il futuro, in particolare Leo Duarte e Rafael Leao. L'impressione è che la qualità della rosa sia migliorata, seppur di poco: a centrocampo, salutati senza troppi rimpianti Mauri, Montolivo e Bertolacci, ci sarà più possibilità di scelta, mentre in difesa molto dipenderà dalle condizioni fisiche di Conti e Caldara, due ragazzi che non hanno ancora potuto dare il contributo atteso a causa dei tanti infortuni. Il nuovo tecnico, da molti ritenuto un autentico maestro di calcio, sarà chiamato a dare una svolta soprattutto sul piano delle idee e del bel gioco; a Gattuso, la critica rimproverava un eccessivo difensivismo e, più in generale, le pochissime occasioni create dal suo Milan, troppo Suso-dipendente e incapace di interpretare al meglio la fase offensiva. Il nuovo modulo avrebbe dovuto mettere alla porta lo spagnolo, ma Giampaolo tende a innamorarsi dei giocatori di talento e non ha voluto rinunciare all'ex Liverpool, studiando soluzioni alternative per permettergli di incidere anche nel 4-3-1-2: dopo la brutta sconfitta dell'esordio di Udine, il mister ha modificato qualcosa a livello tattico, rimettendo il classe '93 sulla sua mattonella preferita e schierando André Silva quasi da esterno sinistro, con Castillejo centrale. Un 4-3-3 mascherato, che diventava 4-2-3-1 con gli inserimenti continui di Calhanoglu, autore della rete decisiva. 

L'acquisto di Ante Rebic sembra andare proprio in questa direzione: il croato è un attaccante di grande dinamismo e movimento e può giocare sia da esterno, sia in posizione più centrale, consentendo alla mezzala sinistra (Paquetà, Calhanoglu o magari Bonaventura) di avanzare la propria posizione. Un lavoro che, col passare delle settimane, dovrebbe essere in grado di svolgere al meglio anche Leao, un talento su cui è stato compiuto un investimento importante e si sono inevitabilmente create grandi aspettative. Un discorso a parte merita Krzysztof Piatek: due partite sono poche per emettere sentenze ma il polacco, relegato in panchina contro il Brescia, deve ritrovare la fiducia e il senso del gol smarriti, tornando a essere il punto di riferimento dell'attacco, quella macchina da reti implacabile che è stata per tutta la scorsa stagione. Insomma, Giampaolo avrà tanto a cui pensare nelle due settimane di sosta: il Milan è ancora una cantiere aperto, le prime somme si potranno tirare a metà ottobre. 

Continuità e unità imprescindibili - È stata un'altra estate difficile anche dal punto di vista societario, caratterizzata dall'accordo con l'UEFA che ha portato all'esclusione dall'Europa League - oltre a una ripulita dei conti - e dall'ennesimo ribaltone: via Leonardo, tornato al Paris Saint-Germain degli sceicchi, ad affiancare Paolo Maldini e completare il quadro dirigenziale sono arrivati Ricky Massara e Zvonimir Boban. Due figure di grande spessore, ma che non hanno la bacchetta magica: sbaglieranno e avranno bisogno della pazienza e del sostegno di un ambiente compatto per operare al meglio. Inutile sottolineare quanto sia fondamentale, per qualsiasi azienda, la continuità: non ci può essere programmazione se si cambiano periodicamente strategia e figure al vertice. Le difficoltà degli ultimi anni nascono soprattutto da qui, dai passaggi di proprietà e dalla scarsa lungimiranza di chi ha operato in passato. Per questo, alcune critiche sono sembrate ingenerose: giudicare un progetto dopo pochissimi mesi è quantomeno inopportuno. Il grande colpo non è arrivato neanche stavolta e forse si sarebbe potuto fare di più (le mancate cessioni hanno bloccato il mercato dopo un ottimo inizio), ma nel complesso si può affermare che la rosa sia più completa rispetto al passato e che si possa guardare al futuro con serenità. Sperando che il tempo degli errori e dell'autolesionismo sia davvero terminato.