Fonseca senza pace: "La mia squalifica ingiusta, ho solo urlato contro l'arbitro. Stiamo facendo ricorso"

La fine della sua esperienza al Milan e soprattutto la squalifica ricevuta a marzo. Paulo Fonseca, allenatore portoghese dell’Olympique Lione, si è raccontato a lungo in un’intervista concessa al quotidiano britannico The Guardian e ha battuto fortemente sul discorso della sanzione ricevuta di nove mesi per aver "aggredito" l’arbitro Benoît Millot al termine della partita contro il Brest (vittoria per 2-1).
Divieto di sedersi in panchina e di comunicare con lo staff tecnico fino al 30 novembre, oltre all'impossibilità di accedere agli spogliatoi e al tunnel prima del campo da gioco fino al 15 settembre prossimo. A proposito della vicenda, Fonseca ha commentato: "Certo, quello che ho fatto non è stato corretto e devo pagarne le conseguenze. Ma ho solo urlato contro l’arbitro, non c’è stato alcun contatto fisico e non ho commesso atti di violenza".
Una punizione severa impartita all'allenatore portoghese ex Milan che ha sostenuto avere un determinato significato circa l’arbitraggio in Francia: "Vogliono fare di me un esempio per il calcio francese. Penso di non pagare per ciò che ho fatto, ma per il contesto attuale. Ma non dovrei essere un esempio, dovrei semplicemente pagare per quello che ho fatto. È ingiusto, ma stiamo facendo ricorso contro questa decisione e credo che le cose possano cambiare. È difficile da capire, quando si vedono tante situazioni simili in altri Paesi e nessuno è stato punito come me". Infatti Fonseca si è rivolto al CNOSF (Comitato Nazionale Olimpico e Sportivo Francese) per cercare di ottenere una riduzione della squalifica e il suo ricorso sarà esaminato il 6 maggio.

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