Serginho: "Che tensione i rigori a Manchester. Buffon era diventato gigante e la porta piccola"

Serginho: "Che tensione i rigori a Manchester. Buffon era diventato gigante e la porta piccola"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Ieri alle 23:16Gli ex
di Enrico Ferrazzi

Serginho, ex giocatore rossonero, intervistato da Radio Serie A, ha rilasciato queste dichiarazioni sulla stagione 2002-2003, chiusa con la vittoria della Champions League e della Coppa Italia: "È stata la prima Champions. Un progetto creato da Berlusconi e Galliani che volevano una squadra vincente, tornare a vincere in Europa perché era tanto tempo che il Milan non vinceva la Champions League. C’era grande aspettativa e abbiamo avuto grande soddisfazione in quell’anno, ma ne abbiamo avuta una anche nel 2004. Non era solo la soddisfazione della vittoria, ma anche di come giocavamo. Era un divertimento, non era un lavoro. Eravamo arrivati ad un livello altissimo. Non è stato solo 2002/03, ma fino a quando il gruppo c’è stato, fino al 2008“.

Sulla finale di Champions League a Manchester contro la Juventus: “La tensione della partita era molto forte. Avevamo vinto la semifinale contro l’Inter dopo tutto questo progetto che era stato creato, arrivi al momento dei rigori e si crea una tensione gigantesca. Mi ricordo un momento molto teso, soprattutto dopo la prima parata di Dida su Trezeguet, io avevo la responsabilità di portare la nostra squadra avanti. Mi ricordo molto bene che Buffon era diventato gigante e la porta piccola, ma alla fine siamo preparati per quel momento lì“.

Sul gol in finale di Coppa Italia contro la Roma: “È stata una partita un po’ tesa perché noi eravamo più preoccupati per la finale di Champions League che si sarebbe giocata credo 10 giorni dopo la partita contro la Roma. Mi ricordo di un taglio tramite Cafu, Brocchi mi ha fatto un grande passaggio e io ho fatto un grande gol di esterno sinistro. Potevo tirare di destro, però a me il destro serve solamente per salire sul pullman e camminare. È stato davvero bello perché quello ci ha dato la tranquillità di pensare alla finale di Champions e non preoccuparsi tanto della seconda partita di Coppa Italia che non contava tanto come oggi“.