Messi rivela: "Dopo il Mondiale volevo tornare a Barcellona, era casa mia, dove tutto è iniziato"

Lionel Messi, calciatore dell'Inter Miami, ha rilasciato una lunga intervista a Simplemente Futbol.
Come ti senti?
"Mi sento bene, sto vivendo una bella esperienza. È stato un cambiamento grande, ma ora va tutto bene. Quest’anno ho fatto un buon ritiro, mi sento bene. Ma la stagione è lunga, finirà a dicembre e ci sarà anche il Mondiale per Club. Voglio continuare a giocare e vincere, perché fa parte di me. Non ho dubbi che continuerò a competere: è la mia natura, mi hanno cresciuto così. Amo vincere e competere."
Com'è la MLS?
“È un campionato molto fisico, con molti giovani che compensano le carenze tecniche con le qualità fisiche. Si corre tanto, ci sono molte partite con andamenti altalenanti, specialmente negli ultimi minuti, quando si aprono spazi. Le squadre stanno migliorando, soprattutto con l’arrivo di molti stranieri. Le limitazioni? Se la MLS permettesse di portare più giocatori, crescerebbe ancora di più. Le restrizioni attuali limitano un po’ questo sviluppo. La decisione di venire qui è stata familiare. Dopo il Mondiale non mi passava nemmeno per la testa di restare in Europa. Volevamo equilibrio. A Parigi la mia famiglia stava bene, ma io no. Non mi sentivo comodo nel quotidiano, negli allenamenti. Volevo godermi di nuovo quello che amo”.
Ti manca il Barcellona?
“Dopo il Mondiale volevo tornare a Barcellona, era casa mia, dove tutto è iniziato. Ma non si è potuto fare. Avevo chiaro che non volevo restare in Europa in un altro club. È stato un dispiacere, ma era il momento di guardare avanti.”
E Guardiola?
"Guardiola è di un altro mondo. È diverso, vede cose che nessun altro vede. Ha cambiato il calcio. Dopo di noi, tutti volevano imitarci, ma non era semplice. In un certo senso ha anche ‘danneggiato’ il calcio, perché in molti hanno cercato di copiare il nostro gioco senza riuscirci."
Un ricordo del tuo primo Barcellona.
Il primo spogliatoio in cui entrai era speciale: Ronaldinho, Deco, Sylvinho, Xavi, Iniesta, Puyol… fui accolto benissimo. Vincemmo la Champions con Rijkaard. Fu un inizio meraviglioso."
E del compianto Tito Villanova.
“Quello che gli è successo ci colpì molto. Anche se non era sempre con noi, sentivamo il dolore e la difficoltà. È stata una stagione dura in tutti i sensi.”
Cosa ne pensi di Yamal?
"È impressionante. Ha solo 17 anni e ha già vinto l’Europeo con la Spagna. Ha qualità uniche, è in piena crescita e migliorerà ancora. Già oggi è tra i migliori al mondo. I bambini oggi conoscono tutto, imitano tutto. Parlano di Mbappé, Vinicius, Haaland, Lewandowski… e anche di Lamine. È incredibile ciò che sta facendo alla sua età."
Il tuo rapporto con i Mondiali.
"La finale del 2014 fu una tortura. Arrivare così vicini e non vincere fu durissimo. Ma aver vinto nel 2022 ha reso tutto più dolce. Potevo vincerne due… ma avere anche solo uno significa tutto per me. Il Mondiale 2026 è lontano, ma il tempo passa in fretta. Non voglio fissarmi obiettivi a lungo termine. Mi ascolto giorno per giorno. Voglio vedere come mi sento fisicamente e voglio essere onesto con me stesso. Questo sarà un anno importante per decidere."
Sul calcio di rigore.
“Tiro sempre per primo per prendermi la responsabilità. Non penso troppo a dove tirare. Mi concentro solo sul restare calmo e aspettare fino all’ultimo."

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