Reijnders spiega la sua esultanza a braccia aperte sotto la Curva

Nella lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Tijjani Rejnders ha spiegato cosa vuol dire quell’esultanza a braccia aperte sotto la Curva: "È un’immagine che mi è venuta in mente tempo fa. Quando sono a casa scherzo spesso e, se le cose non vanno come voglio, dico spesso… ‘C’est la vie’, ovvero questa è la vita. Quel gesto con le braccia riassume il mio motto, ma preferisco farlo sul campo dopo una rete piuttosto che quando le cose non vanno".
L'olandese ha poi parlato del suo ottimo rendimento in questa stagione da quindici reti e quattro assist: "Ogni giocatore vuole segnare e servire assist ai compagni. Anche in passato sono andato più vicino a far gol, ma non ero concreto come adesso. Negli scorsi mesi ho lavorato molto, ho parlato con amici e familiari, soprattutto con mio padre Martin e mio fratello Eliano, e mi hanno aiutato a capire come aiutare la squadra con le mie giocate. Ho lavorato soprattutto sull'aspetto mentale. Ora al momento di calciare o di provare l’assist mi sento più concentrato, ho il sangue più freddo. Pioli a gennaio a Riad ha scherzato dicendo che quando la allenava lui calciava sempre fuori? Ora sono più concreto e rispetto all’anno scorso ho qualche occasione in più per arrivare a calciare in porta. A Pioli devo tantissimo perché mi ha dato fiducia e ho un gran feeling con lui. Come allenatore e soprattutto come persona".

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