Di Bello in Milan-Atalanta c'è stato veramente poco

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giovedì 11 gennaio 2024, 14:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Il gioco di parole del titolo che coinvolge lo sfortunato direttore di gara di ieri sera, il signor Marco Di Bello di Brindisi, fa riferimento non solo a decisioni concettualmente errate che hanno condizionato la partita (in tutti e due i versi), ma anche all'ennesima sfida in cui il Milan è sceso in campo con uno schieramento ibrido che ha portato, alla lunga, confusione e pochi benefici. Non un bello spettacolo insomma, tra rigori-non rigori, VAR che interviene in modo soggettivo e squadra, per l'ennesima volta quest'anno, che ha fallito nettamente un appuntamento importante. Per parlare della prestazione dei rossoneri ci sarà tempo e luogo. Qui invece ci concentriamo, ancora una volta, sul tema VAR, arbitri e discrezionalità nell'intervento. Ma senza voler accusare nessuno o esacerbare i toni già ampiamente rovinati da un certo tipo di stampa.

Ieri sera è stato evidente che, così come il Milan non è riuscito ad offrire 90 minuti dignitosi, anche la squadra arbitrale è incappata in una serata storta, andando a scontentare sia una parte che l'altra. A fine gara il CEO rossonero Giorgio Furlani, presentatosi davanti alle telecamere di Sportmediaset, ha dichiarato: “Tutti fanno errori, secondo me ci sono degli errori arbitrali oggi. Ci sono un paio di episodio infelici. Sul rigore per loro il nostro difensore, Jimenez, tocca la palla. E proprio al 94esimo la palla tocca un braccio largo di un difensore loro (nell’area dell’Atalanta, ndr)”. Lo stesso Gasperini, intervistato da Mediaset, lascia trasparire insoddisfazione parlando della spinta di Reijnders su de Roon in area di rigore: "Devo dire poco in questo caso, mi sembra molto evidente. Il VAR è un mezzo straordinario se usato bene, ma sta diventando una guerra tra varisti ed arbitri ed è un problema grosso. Ho già detto troppo. Io gli ho chiesto di andare al VAR. Il labiale? Posso dirti che Di Bello è un gran maleducato. Lui prima della partita mi è passato davanti e neanche mi ha salutato. Non è obbligato, ma è un maleducato".

Gli episodi chiave sono tre e, a parere di chi scrive, analizzabili anche in modo piuttosto veloce. Andiamo con ordine.
- Durante il primo tempo De Ketelaere fa sponda di testa in area di rigore per l'inserimento di de Roon, che si trova tra Gabbia e Reijnders. Il centrocampista del Milan, in ritardo, si lascia andare ad una spinta sulla schiena dell'avversario: l'atalantino va quindi sfortunatamente a sbattere su Gabbia ed entrambi sono costretti a lasciare il terreno di gioco. In questo caso l'intervento potenzialmente falloso non sta nello scontro duro e fortuito tra de Roon e Gabbia, ma nella spinta del numero 14 del Milan. Non sarebbe stato un errore fischiare il penalty (con un giallo come sanzione disciplinare visto che non c'è la casistica di DOGSO), Di Bello e VAR scelgono di non intervenire. Errore numero uno.

- Inizio della ripresa, Miranchuk riceve sulla destra, punta Jimenez ed entra in area. Lo spagnolo affonda l'intervento, per Di Bello è indubbiamente rigore. In presa diretta è una situazione ovviamente difficile e delicata, ma fortunatamente c'è il VAR che ha la possibilità di rivedere il tutto da più angolature. Dai replay l'azione prende tutto un altro significato: il numero 74 del Milan riesce ad intervenire sul pallone, che cambia direzione, e l'attaccante dell'Atalanta prova furbescamente a lanciarsi, trascinando la gamba sinistra e gettandosi letteralmente sul ginocchio dell'avversario. Dal campo difficile leggere in modo corretto la situazione, soprattutto perché Di Bello non era in una posizione ottimale. Il VAR, però, non interviene. Anche andando a spulciare il protocollo, che di norma dà più "Importanza" a chi è in campo rispetto a chi è in sala video, non riusciamo a capire quale possa essere stato il problema. Si tratta di un intervento del difendente sul pallone, con l'attaccante che invece si getta alla ricerca del contatto. Errore numero due.

- Ultima azione del match, calcio d'angolo per il Milan. Battuta e palla che arriva a Simic, che di testa la indirizza verso la porta. Holm, saltando, allarga il braccio sinistro e colpisce nettamente la palla. L'arbitro non assegna neanche calcio d'angolo, evidenziando quindi come si sia perso totalmente la dinamica dell'azione. Non regge quindi la "scusa" del "giudizio di campo" in quanto l'episodio è stato proprio perso di vista dal direttore di gara. Il VAR effettua un check (quanto sarebbe bello se i dialoghi fossero immediatamente pubblici per capire subito i processi decisionali, ndr) che non porta a niente. Per quanto riguarda i falli di mano in area va sottolineato come non è detto che ogni tocco sia un'infrazione, ma bisogna prendere in considerazione due cose: se il movimento dell'arto è congruo e se aumenta o meno, in modo innaturale, il volume del corpo. Sinceramente è difficile saltare con le braccia lungo il corpo, ma il movimento dell'atalantino è scomposto: in questi casi la regola, dice che "Si considera che un calciatore stia aumentando lo spazio occupato dal proprio corpo in modo innaturale quando la posizione delle sue mani / braccia non è conseguenza del movimento del corpo per quella specifica situazione o non è giustificabile da tale movimento. Avendo le mani / braccia in una tale posizione, il calciatore si assume il rischio che vengano colpite dal pallone e di essere quindi sanzionato. Ovviamente parliamo di una situazione discrezionale, interpretativa e non oggettificata, ma prendendo in esame la parte di regolamento interessata risulta difficile da capire come mai l'arbitro Di Bello non sia andato al monitor a rivedere l'accaduto. Errore numero tre.

La considerazione finale la lasciamo alle parole dell'AD Giorgio Furlani, che sempre ai microfoni di SportMediaset ha dichiarato: "Secondo me non si capisce niente quando interviene il VAR, quando deve e quando non deve, come sono i giudizi. È tutto molto soggettivo, un po’ triste per il calcio italiano”. Il VAR è uno strumento straordinario, sicuramente giovane e migliorabile. E allora miglioriamolo, così che si possa parlare serenamente di calcio e non di come diversi direttori di gara sbaglino ripetutamente anche all'interno della stessa partita in quanto poco avvezzi o accondiscendenti all'utilizzo della tecnologia.