Bacca e Boa rilanciano un Milan finalmente tosto
Il Milan vendica la sconfitta dell'andata a Firenze con identico punteggio e apre nel migliore dei modi il girone di ritorno; finalmente arriva una vittoria contro una delle prime cinque della classifica dopo ben quattro sconfitte e un solo pareggio (sabato scorso a Roma) nel girone di andata e la speranza è che questo successo sia di buon auspicio per la seconda metà di un campionato che finora ha regalato davvero poche soddisfazioni ai tifosi rossoneri. La vittoria contro la Fiorentina può dare entusiasmo e serenità a tutto l'ambiente, anche perchè finalmente si è visto un Milan capace di essere continuo e costante nella prestazione per tutto l'arco dell'incontro; i rossoneri non sono stati particolarmente spettacolari o brillanti, ma hanno concesso poco a un avversario potenzialmente molto pericoloso e hanno giocato con orgoglio, carattere e grinta così come vuole Mihajlovic, che può sorridere e respirare perchè questo successo regala ossigeno puro per la classifica e rinsalda una panchina eternamente traballante nonostante le rassicurazioni presidenziali della vigilia che sarebbero durate lo spazio di una notte se fosse arrivata una brutta sconfitta; invece il Milan ha vinto e convinto, se non proprio dal punto di vista del gioco almeno per quanto riguarda il carattere e la personalità, giocando "alla Mihajlovic", cioè da squadra "tosta", lasciando il possesso palla e il dominio territoriale all'avversario ma soffrendo pochissimo e colpendo abilmente di rimessa appena possibile. Il tempo dirà se si tratta di vera gloria o se non abbia contribuito anche una serata non particolarmente brillante dei viola, ma si tratta comunque di una vittoria preziosa, visto che si entra nella fase decisiva della stagione e i rossoneri, risaliti di colpo al sesto posto superando Empoli e Sassuolo, tornano in corsa per un posto in Europa, dimostrando anche di poter finalmente giocare alla pari con chi sta davanti a loro in classifica.
Mihajlovic ormai ha trovato una sorta di "formazione base" alla quale apporta solo piccole modifiche rispetto alla partita precedente: Antonelli rilanciato sulla fascia sinistra con Abate a destra e Alex nuovamente partner di Romagnoli nella coppia centrale davanti al confermatissimo Donnarumma; a centrocampo rientra Montolivo (lasciato a riposo all'Olimpico) accanto a Bertolacci, Bonaventura e Honda, mentre in attacco in questo momento la coppia titolare è quella composta da Bacca e Niang. Purtroppo nemmeno una sfida importante contro una squadra di alta classifica riesce a risvegliare l'interesse del popolo rossonero e, infatti, San Siro è come sempre desolatamente semivuoto; la cifra ufficiale è di più di 28000 spettatori, che già di per sè non sono molti, ma oltretutto il dato è falso, in quanto presuppone che tutti gli abbonati siano presenti e certamente così non è e basta guardare gli spalti per capirlo; sarebbe sufficiente contare gli accessi ai tornelli per avere un dato "reale", ma forse qualcuno preferisce illudersi e non deprimersi al pensiero che ormai i tifosi stanno progressivamente abbandonando la squadra; in tempi di calcio sempre più televisivo è certamente impensabile avere stadi pieni come una volta, ma sicuramente una squadra più spettacolare e competitiva avrebbe più seguito e sostegno. A proposito di sostegno, la Curva Sud prosegue inflessibile la sua protesta, non espone striscioni, non sventola bandiere, ma almeno garantisce il sostegno vocale, con i soliti cori contro Galliani, con molti insulti ai tifosi avversari e con un anteprima dell'ormai imminente derby (per molti minuti vengono cantati molti cori anche "storici" contro i cugini).
Il Milan parte forte come contro il Carpi e ancora una volta riesce a sbloccare subito il risultato: Bonaventura sa che per innescare Bacca basta lanciarlo oltre la difesa e, infatti, il colombiano vola via in velocità, si accentra, salta Tomovic e fulmina Tatarusanu, segnando un gol splendido. La partita è indirizzata sui binari giusti per un Milan che finalmente riesce a mettere in pratica sul campo il "Miha pensiero": squadra corta e ordinata, che pressa alto un avversario che ama far partire l'azione dalla sua area ma che così trova più difficoltà; i rossoneri lasciano palla e campo ai viola, ma subiscono poco, chiudono tutti gli spazi e giocano da squadra con Niang che si sacrifica in copertura, Honda che spesso e volentieri fa anche il terzino e con una compattezza che risulta particolarmente indigesta alla Fiorentina, che fatica a fare il suo solito gioco e va in difficoltà. Il Milan non ha molta qualità, ma sicuramente eccelle in quantità, visto che tutti danno il loro generoso contributo quando si tratta di difendersi e coprirsi e la squadra è sicuramente diligente e concreta. Pochi rischi, Donnarumma che deve svolgere ordinaria amministrazione con uscite e semplici parate ma non viene mai impegnato severamente e tutto ciò dimostra che il Milan sta facendo ciò che il mister vuole, anche se poi non riesce a rendersi molto pericoloso in avanti e a creare altre occasioni, ma visto che ormai il risultato è sbloccato in fondo è più importante concedere poco agli avversari.
Stesso copione anche nella ripresa: potenziali brividi ma nessun rischio colossale corso dal Milan, che appena la Fiorentina si allunga e si sbilancia prova a creare i presupposti per chiudere la partita. L'occasione più propizia capita sui piedi di Antonelli, che non è un attaccante con il fiuto del gol e si vede, visto che non riesce a concludere efficacemente da favorevolissima posizione. Il tiro alto di Honda dopo una bella e insistita azione personale è un'altra delle rare emozioni di questa partita non certo bella e nemmeno le tante sostituzioni nella seconda metà del tempo riescono a cambiare il corso della sfida. Mihajlovic manda in campo Kucka al posto di Montolivo e questa volta al capitano arrivano gli applausi dei suoi attuali tifosi che tante volte lo hanno fischiato in questi ultimi tempi, mentre i suoi ex tifosi, ovvero i viola, non sono certo teneri con il loro ex capitano. E' poi la volta di Boateng al posto di Niang (tanto fumo e poco arrosto...) e nel finale c'è spazio anche per il ritorno in campo di Balotelli al posto di Bacca, al quale Mihajlovic concede la standing ovation per lo splendido e fino a quel momento decisivo gol segnato in avvio di partita. Pur non soffrendo molto per gli sterili attacchi della Fiorentina, il risultato rimane in bilico e ci si rassegna a dover restare in tensione e in ansia fino all'ultimo, invece ci viene risparmiato qualche minuto di potenziale sofferenza, visto che un bel lancio di Kucka va a raggiungere Boateng che anticipa il portiere in uscita e deposita in rete il pallone, segnando il gol della sicurezza. Il Boa non andava in gol a San Siro dall'agosto 2013 (contro il PSV nei preliminari di Champions League), ma ci ha messo davvero poco a mettere a segno il primo sigillo della sua seconda vita in rossonero, tornando a fare capriole davanti ai tifosi rossoneri. C'è spazio anche per un palo di Balotelli (seppur in fuorigioco) e poi si può esultare per una vittoria importante, salutata finalmente da applausi convinti per i giocatori, che vengono sotto la curva a ringraziare per il sostegno e possono abbracciarsi e sorridere.
Un Milan solido vince mantenendo la porta inviolata per la quarta volta in campionato e costringendo per la prima volta all'astinenza offensiva la Fiorentina; è forse questo il dato più importante, perchè dimostra la concretezza di una squadra finalmente capace di essere competitiva al cospetto di una delle prime cinque della classifica. I rossoneri partono con il piede giusto nel girone di ritorno e trovano entusiasmo e autostima per affrontare altre sfide difficili che si profilano all'orizzonte (trasferta di Empoli e derby tanto per gradire...), ma non è certo il caso di lasciarsi andare a facili entusiasmi dopo tanto pessimismo cosmico del recente passato; una rondine non fa primavera (e infatti siamo ancora in pieno inverno...), quindi un successo non risolve come d'incanto tutti i problemi, ma alcuni progressi si vedono, se non sul piano del gioco almeno su quello del carattere e della personalità e ciò fa ben sperare. Se non altro abbiamo finalmente visto un Milan tosto, impreziosito dalle perle di Bacca e Boateng e in grado di superare in scioltezza un ostacolo ostico come la Fiorentina di Sousa, capace in questa stagione di sviluppare un gran bel calcio che a San Siro non si è visto, per merito di un Milan orgoglioso, gagliardo e terribilmente concreto, cioè non bello ma efficace e per il momento, in attesa di tempi migliori, può bastare anche così!
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