Gradita sorpresa nell'uovo rossonero: vittoria in trasferta!
Evidentemente la sosta ha fatto davvero bene al Milan, visto che è arrivata una vittoria in trasferta che mancava dal 19 ottobre; se Inzaghi cercava quella svolta che non è mai arrivata in questi mesi, questa potrebbe essere davvero la volta buona, ma il rischio è che ormai sia troppo tardi per rincorrere almeno quel sesto posto che vale l'Europa e che ora è a sei punti, non troppi ma nemmeno pochi. Diciamo subito per onestà che la prestazione dei rossoneri non è stata certo eccelsa o perfetta e alcuni episodi sono stati favorevoli: il Milan ha chiuso il primo tempo in vantaggio, ma se Vazquez non si fosse divorato il gol del vantaggio rosanero sullo 0-0 e se Sorrentino non avesse regalato il gol a Cerci il risultato avrebbe potuto essere ben diverso perchè la partita avrebbe preso un'altra direzione. Se non altro i rossoneri sono stati bravi a invertire la tendenza che li vedeva spesso e volentieri rimontati in questa stagione, riuscendo a reagire dopo il pareggio del Palermo e riportandosi in vantaggio grazie all'ennesima magia stagionale di Menez, che è valsa la preziosa vittoria esterna dopo quasi quattro mesi. Per il momento può bastare così e Inzaghi può dirsi soddisfatto e sorridere; la prima delle dieci finali è andata bene, la classifica migliora, il lumicino della speranza europea rimane acceso e la squadra dà segnali di vita e miglioramento, anche se si sono visti molti errori e si deve progredire ancora.
Inzaghi schiera al Barbera un Milan molto offensivo e propositivo: davanti a Diego Lopez c'è la conferma della linea difensiva vista contro il Cagliari, ovvero Abate e Antonelli sulle fasce e Paletta e Mexes coppia centrale; a centrocampo l'incontrista De Jong è affiancato da due centrocampisti "offensivi" e di qualità come Bonaventura e Van Ginkel, mentre in attacco c'è il tridente composto da Cerci, Menez e Destro, ovvero tre punte pure. Il Milan vuole i tre punti contro un Palermo in difficoltà, cerca la vittoria in trasferta e vuole ripartire in modo positivo dopo la sosta per gli impegni della nazionali. Lo stadio di Palermo è tutt'altro che pieno, ma siamo nel pieno del week-end pasquale, il rendimento delle due squadre non è certo soddisfacente e, quindi, non c'è molto entusiasmo per una sfida che in altri tempi avrebbe fatto registrare il tutto esaurito nell'impianto siciliano per la visita di una grande del calcio italiano che in questo momento, invece, grande non è. Anche il settore ospiti non è certo gremito ed è comprensibile, visto che si tratta della trasferta più lunga e disagevole per i tifosi rossoneri di Milano, comunque presenti e affiancati dai milanisti della Sicilia, che raramente hanno la possibilità di vedere "dal vivo" la loro squadra del cuore.
Fra due squadre con tanti problemi la partita non può essere certo spettacolare: tanti errori, occasioni con il contagocce, portieri senza eccessive preoccupazioni; il Milan ci prova un paio di volte con Destro, il Palermo sembra più pericoloso con il solito imprendibile Dybala che cerca la conclusione personale, fa assist per i compagni e con la sua velocità mette in difficoltà la difesa rossonera; ci prova anche Quaison che vuole sorprendere Diego Lopez sul primo palo e non ci riesce, ma l'occasione più colossale per i rosanero nasce da un'accelerazione di Dybala su un pallone che erroneamente la difesa rossonera, in particolare Mexes, valuta ormai perso fermandosi, mentre il gioiello della squadra di Iachini ci crede, lo tiene in campo e lo serve a Vazquez con la scritta "appoggiami in rete", ma clamorosamente il neo-azzurro oriundo mette fuori e il popolo rossonero può tirare un gigantesco sospiro di sollievo. L'equilibrio, tutto sommato giusto, nel risultato si spezza improvvisamente al 37° e grazie ancora a un regalo del Palermo: lo spunto di Van Ginkel sulla fascia è apprezzabile, così come il suo traversone basso, ma Sorrentino pasticcia invece di bloccare il pallone e lo fa carambolare su Cerci che segna, involontariamente e fortunosamente, un gol prezioso a livello di squadra ma soprattutto personale, visto che gli consente finalmente di sbloccarsi. Nel finale di tempo c'è lavoro per l'arbitro Doveri, che annulla per fuorigioco un gol del Palermo e non concede un rigore al Milan per fallo di mano di Gonzalez su tiro di Mexes, ma entrambe le decisioni sembrano giuste. Il Milan va al riposo in vantaggio per gentile concessione di un Palermo che ha commesso due errori davvero imperdonabili, prima in attacco e poi in difesa; i rossoneri non hanno certo brillato, ma hanno tenuto il campo con buona personalità e ordine e per il momento possono essere soddisfatti, soprattutto del risultato.
Nella ripresa il Milan controlla bene la situazione, sembra non soffrire troppo, cerca ripartenze pericolose e concede pochi spazi. La prima opportunità è per Paletta con un colpo di testa, poi tocca al solito Dybala insidiare la porta di Diego Lopez con un tiro che sfila a lato della porta. Anche in questa seconda frazione di gioco c'è lavoro per Doveri, che prima interrompe l'azione del possibile raddoppio rossonero fermando Destro lanciato a rete per un fuorigioco dubbio (l'attaccante segna comunque, ma il gioco era già fermo), poi non punisce due interventi dubbi in area rossonera (Antonelli e Mexes su Rigoni e Dybala); nel frattempo un piatto destro di Vazquez sull'esterno della rete fa tremare i tifosi rossoneri e sperare quelli palermitani, ma si resta sul confortante 1-0 per gli uomini di Inzaghi, che, però, dura poco, perchè il rigore tanto invocato dal Palermo in precedenza arriva nell'occasione meno limpida, visto che è il subentrato Belotti a cercare il contatto con Paletta, che sembra evidente ma in fondo non lo è. Sul dischetto va Dybala che trasforma il penalty con un bel tiro angolato che Diego Lopez intuisce ma non può proprio raggiungere. Il timore ora è quello di subire l'ennesima rimonta di questa disgraziata stagione, ma il Milan finalmente ha la personalità, il coraggio e l'orgoglio per invertire la tendenza negativa e cercare una vittoria importante: Menez reclama un rigore per fallo di mano di Jajalo, Antonelli (peraltro in netto fuorigioco non rilevato) tenta lo spettacolare gol di tacco, poi Inzaghi manda in campo Pazzini al posto di Destro e Suso (positivo nell'amichevole di Reggio Emilia) al posto di Cerci, non cambiando molto sul piano tattico ma immettendo forze fresche là davanti. L'episodio decisivo della partita nasce da un altro regalo del Palermo: passaggio sbagliato di Rigoni, che mette in crisi la sua difesa, Menez se ne accorge, ne approfitta, ruba palla e si invola da metà campo verso la porta con un'accelerazione inarrestabile, battendo Sorrentino con grande freddezza e realizzando la sedicesima rete di questo suo straordinario campionato; non male per un giocatore che nel primo tempo era sembrato un po' svogliato e poco concentrato, ma che ora è nuovamente decisivo e viene abbracciato anche da Inzaghi, che corre fino alla bandierina del corner per festeggiare insieme ai suoi ragazzi. Il Palermo è colpito e affondato da questo secondo gol e il Milan non corre più pericoli, anzi costruisce un'altra buona occasione grazie ai due nuovi entrati: Suso rifinisce, Pazzini prova a sorprendere Sorrentino, ma il portiere è attento e la sua uscita è tempestiva.
Finisce 2-1 per il Milan che può festeggiare la Pasqua aprendo un gustoso uovo in cui la sopresa è proprio la tanto attesa vittoria in trasferta; secondo successo consecutivo contro una squadra "isolana" dopo quello di San Siro contro il Cagliari, ma anche secondo successo consecutivo in generale (altro evento che mancava dal 19 ottobre scorso), sconfitta dell'andata vendicata, anche se non bisogna dimenticare il grosso rischio corso sullo 0-0 e il fatto che i due gol sono comunque stati agevolati da altrettanti colossali errori degli avversari, ovvero un Palermo che ha raccolto meno di ciò che ha seminato. Dal punto di vista della prestazioni personali si può dire che Cerci abbia giocato la miglior partita da quando è al Milan e questo è sicuramente confortante, che Paletta, rigore a parte, sia stato sempre attento, concentrato e decisivo in molte occasioni potenzialmente pericolose e che Menez abbia, come al solito, fatto vedere cose strabilianti alternate a momenti di pausa, ma può essere considerato il migliore in campo; per il resto tutte prestazioni senza infamia e senza lode, un po' come la squadra nel suo complesso, che ottiene una vittoria importante ma che può e deve ancora crescere molto se davvero vuole ancora sperare di riacciuffare un posto in Europa League, impresa che rimane ad altissimo coefficiente di difficoltà. Per il momento basta e avanza poter passare una Pasqua serena, senza pensare a un futuro che rimane nebuloso sia a livello sportivo che societario; a nove giornate dalla fine il Milan è ancora nella stessa posizione in cui ha concluso lo scorso campionato, ovvero l'ottavo posto e ciò dimostra che non ci sono stati i miglioramenti che tutti auspicavano, ma ora ci sono ancora nove finali per provare a chiudere in bellezza e questo deve essere il vero obiettivo di una squadra che ha ancora molto da farsi perdonare e non può certo bastare una vittoria a Palermo per far tornare definitivamente il sorriso al popolo rossonero disilluso e sempre molto preoccupato.
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