Il Faraone e il Pazzo rendono meno amaro il saluto
Per una volta partiamo dalla fine, cioè da quegli applausi che il pubblico di San Siro ha comunque rivolto alla squadra, che timidamente si è radunata a metà campo per capire quale fosse il vero umore del popolo rossonero, perchè una vittoria in una partita pressochè inutile non poteva certo cancellare una stagione negativa, ma un piccolo atto di perdono c'è stato, anche perchè fra i molti giocatori giunti probabilmente all'atto di addio, c'erano anche alcuni che indubbiamente meritavano un saluto speciale, come Abbiati, giustamente schierato titolare da Inzaghi, lo stesso Pazzini, capitano per l'occasione e che ha potuto festeggiare in questa serata agrodolce per lui con il 100° gol in A, ma anche con la consapevolezza che probabilmente ha giocato per l'ultima volta con la maglia rossonera, oppure El Shaarawy, al ritorno in campo da titolare dopo una lunga assenza e protagonista della serata con una bella doppietta che aumenta i rimpianti suoi, di Inzaghi e di tutti i tifosi, perchè con un Faraone in più per tutta la stagione forse le cose sarebbero andate diversamente. Il Milan ha battuto nettamente il Torino, ha riscattato la sconfitta contro il Sassuolo, ha chiuso dignitosamente davanti al proprio pubblico, regalandogli una piccola soddisfazione e ha giocato discretamente contro una squadra teoricamente ancora in corsa per un posto in Europa League, ma demotivata dal pareggio della Sampdoria in extremis a Empoli che ha reso molto arduo rincorrere un posto in Europa. Il Milan aveva già perso le speranze di centrare almeno l'Europa League e ha trascinato con sè i granata in un triste destino; questa vittoria non rivaluta una stagione, non la salva, ma rende almeno meno amaro il saluto fra squadra e tifosi, in attesa di scoprire quale sarà il futuro di società, tecnico e giocatori.
Inzaghi schiera un tridente inedito a causa delle assenze: Pazzini preferito a Destro e premiato con la fascia di capitano, chiaro indizio che per il Pazzo è la sera dell'addio alla maglia rossonera; accanto a lui ci sono Honda ed El Shaarawy, mentre a centrocampo tutto confermato con il trio De Jong, Poli e Van Ginkel; in difesa l'improvvisa assenza di Abate dà l'occasione a Zaccardo di tornare in campo dopo tanto tempo, mentre sull'altra fascia c'è Bocchetti e la coppia centrale è composta da Alex e Paletta; in porta c'è Abbiati e anche in questo caso si tratta dell'occasione concessa all'ultimo senatore rossonero di salutare i suoi tifosi. Pubblico scarso, spalti semideserti ma questa non è più nemmeno una novità; parte inferiore della curva ancora vuota per protesta e uno striscione pone una domanda inquietante al presidente Berlusconi: "CAMPAGNA ACQUISTI O CAMPAGNA ELETTORALE?", perchè, come già detto nell'articolo di presentazione della partita, l'improvviso attivismo del presidente è quantomeno sospetto, visto che siamo nel pieno di una campagna elettorale e un'altra beffa in qusto senso, ovvero venir sedotti e poi abbandonati, non sarebbe gradita alla tifoseria rossonera, che esige chiarezza. Con altri striscioni (e anche cori) gli ultrà rossoneri indicano Galliani come il principale responsabile degli attuali problemi e ne chiedono le dimissioni, ma forse la realtà è un po' più complessa e i colpevoli più numerosi.
Dopo il minuto di silenzio per commemorare i 100 anni dall'inizio della Grande Guerra, si comincia e c'è più Torino che Milan, visto che i granata si avvicinano alla porta di Abbiati e ci vuole un intervento in scivolata di De Jong a stoppare un pericoloso tentativo di El Kaddouri, mentre il tiraccio dalla distanza di Vives finisce alto. La partita, però, cambia subito copione e il Milan va in vantaggio al primo vero tentativo: il traversone di Zaccardo raggiunge El Shaarawy, che controlla e gira di prima intenzione in rete, sorprendendo difesa e portiere avversari; bel gol che sa di liberazione per il Faraone, che non segnava da novembre (a Genova contro la Samp) e addirittura da tempo immemorabile a San Siro. Il gol ha l'effetto di un pugno da K.O. per il Torino, che si spegne ed esce dalla partita, andando in grande difficoltà: il Milan ci riprova con una combinazione fra De Jong e Pazzini, favorita da un bel recupero in pressing dell'olandese e poi con un'altra combinazione fra lo stesso Pazzini, molto attivo, ed El Shaarawy, che prova a far subito doppietta con una puntata dopo aver ricevuto il pallone da un colpo di tacco del compagno. E' un Milan che pressa e prova anche a dare spettacolo, ma che riesce sempre a complicarsi la vita e, così, accade che sul finire del primo tempo, Zaccardo atterri Molinaro lanciato a rete e venga espulso da Valeri, ma in verità l'azione è viziata in partenza da un fuorigioco di Amauri. Si tratta della tredicesima espulsione stagionale per i rossoneri, un autentico record, al quale si aggiunge quella di Inzaghi, che protesta troppo al momento di rientrare negli spogliatoi per l'intervallo e non può nemmeno vivere per intero la sua ultima sera a San Siro da allenatore del Milan.
A inizio ripresa c'è Mexes al posto di Alex in un Milan che vuole resistere nonostante l'inferiorità numerica ed evitare un'altra rimonta e siccome la miglior difesa è l'attacco, ecco che i rossoneri provano a sorprendere gli avversari con una volata di Honda conclusa da un assist per la testa di Pazzini che, però, non riesce a dare potenza alla sua conclusione in porta. Il Pazzo prosegue la sua serata positiva con un'altra sponda che spalanca la via della porta questa volta a Van Ginkel, steso in area da Molinaro; espulsione per il granata, parità numerica ristabilita e, soprattutto, ghiotta occasione per il raddoppio; sul dischetto va proprio Pazzini, che spiazza Padelli con una conclusione potente e centrale e realizza il 100° gol in A, festeggiando con la classica maglietta celebrativa. A questo punto il Torino molla definitivamente e il Milan continua ad attaccare, dimostrando che questa sera funzionano soprattutto le triangolazioni: efficace anche quella fra El Shaarawy e Van Ginkel, che permette al Faraone di presentarsi davanti a Padelli e batterlo con un preciso piatto destro. El Shaarawy esulta con più convinzione rispetto al primo gol, lasciandosi definitivamente alle spalle un periodo terribile e candidandosi come uno dei pilastri sul quale costruire il giovane Milan italiano del futuro. Un tiro di De Jong che finisce alto di poco dimostra che il Milan non è ancora sazio e intanto Tassotti concede la standing ovation a El Shaarawy sostituendolo con Zapata e poi c'è spazio anche per il giovane Mastalli (al posto di Poli) che pochi secondi dopo essere entrato in campo si rende subito protagonista con un tiro deviato in angolo. Il Torino prova almeno a rendere meno pesante il passivo, ma c'è gloria anche per Abbiati, che chiude la sua serata e, forse, la sua carriera, con un miracolo di piede su El Kaddouri. Alla fine il ritorno alla vittoria convince il popolo rossonero a sciogliersi in un applauso, al quale partecipa anche la Curva Sud, che, però, in precedenza aveva invitato i giocatore ad andare a lavorare e aveva ironizzato sulla vittoria, cantando "Vinceremo il tricolor". Purtroppo la stagione è andata come è andata, cioè male e questo successo è un contentino, una misera consolazione che alimenta i rimpianti, perchè il Milan visto questa sera (o contro la Roma), sarebbe sicuramente più in alto in classifica se fosse stato in grado di replicare più spesso prestazioni come questa. Il Milan saluta San Siro, San Siro saluta il Milan, con poca allegria, molta tristezza e qualche lacrima di chi sa di essere al momento dell'addio. Doveva essere un saluto con rabbia, è finita comunque con un reciproco applauso consolatorio, in attesa di tempi migliori...
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