Milan a due volti
Abbiamo sentito spesso Mihajlovic dire che il vero problema del Milan sta nella testa dei suoi giocatori, troppo spesso bloccati da ansie e paure anche ingiustificate e retaggio delle ultime negative stagioni. La conferma è arrivata a Udine, dove un Milan praticamente perfetto nel primo tempo sembrava aver chiuso la contesa con un rassicurante vantaggio di tre gol, dominando un avversario innocuo, ma nella ripresa è bastato un gol subìto a trasformare i rossoneri in timidi agnellini e i bianconeri in leoni pronti a sbranarli. La seconda rete, arrivata pochi minuti dopo la prima, ha addirittura fatto rivivere i fantasmi di Istanbul, visto che si stava riproponendo la stessa terribile sequenza di gol che poteva trasformare un 3-0 in un 3-3, ma fortunatamente il remake di quell'autentico film dell'orrore per il popolo rossonero è rimasto incompleto e il Milan, pur soffrendo fino alla fine, questa volta ha resistito e portato a casa una vittoria importante. Certo non c'era in palio una Champions League come in quel funesto precedente del maggio 2005, ma comunque sono arrivati tre punti utili a riportare la squadra verso le zone alte della classifica e a ridare un po' di entusiasmo, anche se per l'autostima, dopo quel terrificante secondo tempo, è meglio ripassare più avanti, perchè ora Mihajlovic dovrà sicuramente lavorare molto sulla testa dei giocatori in modo da evitare che in futuro possano ripetersi ribaltoni di questo tipo. Certo il tecnico ci ha messo del suo, togliendo uno dei migliori in campo, il giovane Calabria, ammonito nel primo tempo e considerato a rischio espulsione e inserendo Alex con lo spostamento di Zapata a destra, mossa che ha destabilizzato la difesa proprio nel momento in cui l'Udinese, rivoltata come un calzino da Colantuono nell'intervallo, stava producendo il massimo sforzo per rientrare in partita. Tutto bene quel che finisce bene, si potrebbe dire, ma quel secondo tempo va rivisto e analizzato attentamente, certamente più del primo per evitare che si ripetano certi errori e la squadra mostri ancora il suo volto peggiore, quello timido, pavido e terrorizzato davanti ad avversari che improvvisamente sembrano trasformati in marziani.
Calabria, De Jong e Balotelli sono le tre novità nella formazione iniziale rispetto alle ultime due uscite: il giovane terzino sostituisce l'infortunato Abate, il mastino olandese gioca nell'inedita posizione di laterale di centrocampo, dopo essere stato scalzato come centrale del reparto e come capitano da Montolivo, mentre SuperMario ha la prima chance da titolare al posto dell'opaco Luiz Adriano, che contro Inter e Palermo non ha certo incantato. L'ancora incompleto nuovo stadio di Udine non ha per il momento il settore ospiti e, quindi, la Curva Sud è assente, ma ci sono comunque molti tifosi rossoneri in un settore laterale della tribuna a loro riservato e durante la partita non mancherà qualche "duello" vocale con la curva avversaria. Il Milan non vince a Udine dal 2012 e nelle ultime tre visite al Friuli ha sempre perso, quindi si tratta di sfatare un tabù e, soprattutto, di dare finalmente continuità alle vittorie per risalire in classifica, magari abbinando anche una buona prestazione. Un commento merita, purtroppo, l'inguardabile divisa color petrolio con la quale i giocatori del Milan si sono presentati in campo: a parte la bruttezza in sè di questa terza divisa (e perchè poi sono necessarie tre maglie quando ne basterebbero due, una da casa e una da trasferta nel caso in cui ci siano colori simili a quelli della squadra ospitante?), che bisogno c'era di indossarla contro una squadra con la maglia bianconera, quindi senza problemi cromatici? Bisognerebbe intervenire con una norma ben precisa e vietare queste scelte assurde fatte solo per motivi commerciali, salvaguardando i colori sociali, quelli che i tifosi amano e che vorrebbero veder indossati sempre, a parte, ovviamente, quando ci sono problemi di somiglianza con quelli degli avversari, ma dubito che ciò possa accadere in un mondo come quello del calcio dove il denaro la fa da padrone a tutti i livelli e, anzi, certe scelte vengono incentivate e approvate. Non resta che l'autotutela dei tifosi, che consiste nell'invito a lasciare completamente invendute certe maglie orribili, in modo che non vengano mai più riproposte.
Tornando al calcio giocato, bastano cinque minuti a Balotelli per ripagare la fiducia che Mihajlovic gli ha concesso: Mario si conquista una punizione al limite dell'area, respinge gentilmente ma fermamente la richiesta di Bonaventura di batterla (richiesta legittima visto che era stato proprio Jack a segnare da quella posizione sabato scorso contro il Palermo) e ha ragione, perchè quella è la sua mattonella e, infatti, insacca con un tiro perfetto, un'autentica magia che non dà scampo a Karnezis. Curiosamente anche la prima esperienza al Milan di Balotelli era iniziata con un gol (anzi una doppietta) all'Udinese. La pratica sembra già evasa dopo dieci minuti, perchè la timida replica di Thereau di testa non spaventa Diego Lopez e, invece, dall'altra parte Montolivo inventa con un bel lancio in verticale e Bonaventura ringrazia, controlla e segna con freddezza da consumato attaccante. Seconda rete consecutiva per Jack e questa volta esulta anche Mihajlovic, che forse sta finalmente vedendo il Milan che ha in mente da luglio. I padroni di casa accusano il colpo, fanno fatica a reagire e costruire pericoli e il Milan controlla agevolmente la partita, riuscendo anche a mettere in difficoltà con il pressing un avversario stordito e confuso: nasce proprio da una palla recuperata sulla trequarti un'occasione rifinita da Honda e conclusa da Bacca, ma l'attaccante colombiano non ha la cattiveria giusta per sfruttarla al meglio. In seguito i due si scambiano le parti, con Bacca nelle vesti di uomo assist e Honda in quelle di incursore, ma la difesa dell'Udinese riesce a contrastare efficacemente il giapponese. Ogni pallone destinato nell'area dei friulani crea potenziali pericoli e come sabato contro il Palermo uno dei più precisi e costanti nel proporsi sulla sua fascia è il giovane Calabria, che mostra ancora grande personalità e ottime doti tecniche (ora sarà dura lasciarlo fuori per ridare spazio ad Abate...). Allo scadere del tempo il Milan trova anche il terzo gol con un bel colpo di testa in sospensione di Zapata che sfrutta al meglio un bel corner di Bonaventura e insacca per il classico gol dell'ex; sembra la parola fine sul match, dominato dai rossoneri, ma non sarà così e chi fra i tifosi rossoneri ha vissuto l'incubo di quella notte di maggio di ormai dieci anni fa non si sarà certo sentito al sicuro, pur con tre gol di vantaggio.
Dagli spogliatoi, infatti, torna in campo un'Udinese trasformata nella formazione e nello spirito da Colantuono e Mihajlovic corre ai ripari sostituendo l'ammonito Calabria con Alex, ovvero un giocatore a rischio espulsione in caso di altro fallo magari ingenuo o banale con un centrale abile sui palloni alti che sicuramente spioveranno frequentemente in area. La mossa del tecnico rossonero, però, non sembra molto azzeccata, visto che un minuto dopo il nuovo entrato nell'Udinese Duvan Zapata sfonda proprio sulla fascia ora occupata dall'omonimo (e cugino) Christian e il pallone giunge a Badu che, lasciato troppo solo da una difesa come sempre poco attenta, segna una sorta di rigore in movimento. Sette minuti dopo, in un'azione molto simile, sempre sul lato destro della difesa rossonera, quello orfano di Calabria, Thereau mette al centro un traversone basso che nessun difensore rossonero riesce a intercettare in area piccola e così Duvan Zapata può segnare con un facile tap-in il gol che riapre clamorosamente la partita in soli sette minuti, dopo che il Milan sembrava averla chiusa. Ora l'Udinese ci crede perchè è consapevole di avere davanti un Milan terrorizzato, nuovamente preda di ansie e paure che lo bloccano; i rossoneri soffrono, poi timidamente provano ad alzare il baricentro e cambiare nuovamente l'inerzia della partita, ma non possono bastare un colpo di testa sballato di De Jong o un rasoterra a lato di Bonaventura a intimidire un'Udinese trasformata. Mihajlovic prova a dare più solidità a una squadra che traballa, passando al 4-4-2 con Poli al posto di Honda e De Jong finalmente riportato in una posizione in cui rende meglio; poi entrerà anche Luiz Adriano al posto di un Bacca abbastanza anonimo e inconcludente. Nel finale i friulani vanno all'assalto alla ricerca del pareggio e bisogna ancora soffrire: diventa protagonista anche Diego Lopez con una strepitosa parata a togliere da sotto la traversa un gran tiro di Bruno Fernades dalla distanza e l'ultimo brivido è un colpo di testa di Wague che sfiora il palo. Negli ultimi minuti torna alla ribalta Balotelli che, come in verità già successo per tutto l'arco dell'incontro, risulta molto utile nel difendere il pallone, nasconderlo agli avversari, conquistare punizioni, provocare ammonizioni e il tutto senza mai cadere nell'errore di rispondere in modo negativo a provocazioni e falli, dimostrando davvero di essere un nuovo e più maturo Balotelli, che non perde più la testa (speriamo che duri...). Perdono la testa, invece, quelli dell'Udinese, in particolare Bruno Fernandes, espulso per doppia ammonizione e poi il triplice fischio di Doveri mette fine alla sofferenza e sancisce la vittoria del Milan, festeggiata da un gigantesco abbraccio collettivo dei giocatori che dimostra unità e compattezza del gruppo, ma anche quanto grande sia stata la paura di non vincere una partita già vinta.
Secondo 3-2 consecutivo per il Milan e la costante non è solo il risultato ma anche la sofferenza; Mihajlovic vorrebbe finalmente vincere una partita 1-0 e siamo d'accordo con lui, ma questa difesa evidentemente non dà garanzie e lo dimostra il fatto che ha sempre subito gol in tutte le partite di questo campionato. Serve una svolta anche in questo, perchè non si può sempre essere costretti a segnare tre gol per vincere e sarebbe auspicabile una maggiore solidità difensiva. Per quanto riguarda la metamorfosi del Milan fra primo e secondo tempo, forse potrebbe essere oggetto di un trattato di psicanalisi, ma bisogna anche onestamente capire dove finiscano i demeriti di un Milan forse rilassatosi troppo presto e poi spaventato dalla paura di gettare via una vittoria che sembrava già conquistata e dove inizino i meriti dell'Udinese anch'essa a due volti, inguardabile nel primo tempo e coraggiosamente all'assalto nella ripresa quando non aveva più nulla da perdere. Intanto teniamoci stretti i tre punti e attendiamo la prova della verità a Genova contro i rossoblu, in un'altra partita ostica e difficile che potrà farci capire qualcosa in più su questo Milan a due volti, capace di farci prima delirare e poi disperare, anche se poi alla fine un gigantesco sospiro di sollievo ha scacciato via la paura.
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