Troppa Juve per questo Milan

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domenica 8 febbraio 2015, 01:38Vista dalla Curva
di Davide Bin
Allo Juventus Stadium i rossoneri giocano una buona partita, ma non basta per portare a casa un risultato positivo; un'altra sconfitta che dimostra l'enorme divario che separa attualmente il Milan da chi domina il campionato.

Un'altra notte amara quella dello Juventus Stadium; niente impresa, niente risultato positivo, nemmeno quel pareggio che Tassotti alla vigilia aveva indicato come risultato già ampiamente soddisfacente; è arrivata una sconfitta prevista, annunciata, scontata ed è questo che fa più male ai tifosi rossoneri. L'amarezza, infatti, nasce proprio da ciò che dovrebbe essere un fattore di consolazione: tutti sono concordi sul fatto che il Milan abbia giocato bene, abbia in alcuni frangenti messo in difficoltà la Juventus, abbia dimostrato di essere in crescita e in miglioramento e abbia mostrato quella personalità che era mancata nella partita di andata, in cui aveva pensato solo a difendersi, mentre ora ha provato a pressare alto, a contrattaccare e a non arrendersi mai, restando in partita fino alla fine, anche sul 3-1 per gli avversari, ma tutto ciò è servito, in fondo, solo per fare il solletico alla Juventus e questo è davvero umiliante, perchè dimostra quanto il Milan sia poco competitivo. Si dirà ed è vero, che c'erano molti assenti e che forse con una squadra al completo le cose sarebbero andate ancora meglio; in effetti se a centrocampo ci fossero stati De Jong e Montolivo invece dell'impresentabile coppia Essien-Muntari, se la difesa fosse stata meno improvvisata, con due esordienti (Antonelli e Paletta peraltro positivi) e un altro giocatore alla seconda partita da titolare dopo mesi da "separato in casa" (Zaccardo e ciò dimostra anche una certa improvvisazione in casa rossonera, altro che programmazione...), se il miglior attaccante rossonero (Menez) non fosse stato costretto alla resa già nel primo tempo per un attacco influenzale, magari ora staremmo facendo discorsi un tantino diversi, ma siccome con i se e con i ma non si va da nessuna parte e, soprattutto, non c'è la controprova, bisogna giudicare ciò che si è visto in campo al netto delle tante assenze, ovvero le cose buone di due confortanti primi quarti d'ora in ciascun tempo, ma anche i soliti errori difensivi, le difficoltà di un centrocampo troppo muscolare e incapace di costruire gioco e gli stenti di un attacco poco pungente. Chi si aspettava un tracollo davanti a una corazzata avrà tirato un sospiro di sollievo, pensando che in fondo contro questa Juve tutti fanno fatica; chi temeva di essere "asfaltato" sarà addirittura confortato, ma l'imbarazzante divario di 21 punti, ora diventati 24, rimane, in campo si è visto e tutto ciò non è da Milan, perchè le sfide contro la Vecchia Signora dovrebbero essere giocate ad armi pari, invece i pronostici della vigilia e le quote delle agenzie di scommesse, che non davano scampo al Milan, sono state rispettate e uscire ancora sconfitti dallo Juventus Stadium (quarta volta in altrettante partite) è un'altra tappa dolorosa di un'infinita Via Crucis che sta facendo soffrire i tifosi rossoneri.

Inzaghi risolve i dubbi della vigilia preferendo Zaccardo a Rami in difesa e Cerci a Bonaventura in attacco; tutto confermato per i restanti nove undicesimi, con i debutti di Paletta e Antonelli in difesa, reparto completato da Alex, con il trio Essien, Muntari e Poli a centrocampo e con Menez centravanti, affiancato da Honda oltre che da Cerci; dopo l'esperimento del 4-4-2, si torna al 4-3-3, ma in queso caso il tecnico rossonero deve fare di necessità virtù, in quanto la lista degli indisponibili, per infortuni o squalifiche, è davvero chilometrica. Juventus-Milan rimane una grande sfida, molto sentita anche se non è uno scontro diretto (ovviamente per colpa dei rossoneri) e l'atmosfera allo Juventus Stadium è quella delle grandi occasioni; ci sono e si fanno sentire, anche i tifosi rossoneri, certamente non intimiditi dallo strapotere bianconero e desiderosi di non lasciare sola la squadra in una partita speciale e di grande fascino e che ha un significato particolare soprattutto per i due tecnici, visto che Allegri sfida il suo passato e Inzaghi sfida il tecnico che, a suo dire, lo ha costretto a smettere con il calcio giocato e con il quale i rapporti non sono certo amichevoli...

L'avvio del Milan è confortante; niente di trascendantale, ma la squadra rossonera mostra quella personalità e quel coraggio che non si erano visti all'andata; ovviamente la Juventus è più aggressiva e il Milan, pur restando alto, fatica ad avvicinarsi alla porta di Buffon, mentre la Juve ci prova con Morata e poi, prima del quarto d'ora, fa subito centro: sulla verticalizzazione di Morata, innescata da un errore di Alex a centrocampo, Tevez scatta sul filo del fuorigioco (tenuto in gioco da Zaccardo che non sale in tempo) e batte con freddezza Lopez, evitando anche l'intervento in extremis di Paletta. Milan già sotto e si può cominciare a temere la disfatta, perchè l'unica speranza di salvezza per i rossoneri sembrava il classico schema "difesa e contropiede" e il repentino vantaggio bianconero fa saltare tutti i piani, ma la squadra di Inzaghi riesce a rialzare la testa, in tutti i sensi, trovando il gol del pareggio con un imperioso stacco di testa di Antonelli che, su pallone spiovente in area da calcio d'angolo, svetta in area bianconera e batte Buffon. Bellissimo gol a incorniciare una buona prestazione e sorge spontanea una domanda: per quale misterioso motivo il Milan non ha creduto in questo giocatore quando era un giovane della Primavera e l'ha riscoperto dopo ben otto anni, puntando nel frattempo in quel ruolo su "fenomeni" come Constant o Emanuelson? Misteri del calcio moderno in cui si dichiara di non aver soldi da investire e poi non si punta mai a risparmiare lanciando i propri giovani, salvo poi andare a cercarli nuovamente e magari pagarli (come successo a suo tempo con Oddo). Purtroppo, però, non c'è tempo di affrontare questi discorsi nel corso di una partita come questa, in cui il pareggio rossonero è solo un'illusione che, in quanto tale, dura poco: Muntari, capitano per l'occasione, commette una leggerezza al limite dell'area e consente il tiro a Marchisio, che trova la splendida parata di Lopez, ma sul calcio d'angolo seguente, come sempre la difesa rossonera si addormenta e permette ai rivali di riprendere la respinta di Lopez e concludere a rete in modo vincente con Bonucci e la confusione mentale di Muntari è dimostrata dalla sua bizzarra richiesta di fuorigioco quando è proprio lui a tenere in gioco l'autore del gol. Juventus nuovamente in vantaggio e per il Milan si fa ancor più dura quando Menez chiede il cambio e viene sostituito da Pazzini; i rossoneri perdono il loro goleador, ma non si arrendono e continuano a dar battaglia, anche se è la Juventus e rendersi più pericolosa e a chiedere un rigore per fallo di mano di Essien in area.

Buon avvio del Milan anche nella ripresa, con Pazzini che è uno dei più attivi e impegna Buffon in un paio di occasioni: prima il suo tiro è debole da posizione defilata, ma poi, sulla bella verticalizzazione del positivo Antonelli che ruba palla in pressing a centrocampo, entra in area e impegna costringe Buffon alla prodezza con un tiro che sembra vincente, ma che il miglior portiere italiano neutralizza da campione. Certo un eventuale 2-2 avrebbe potuto cambiare la partita e, invece, come da spietata legge non scritta del calcio, arriva il gol dall'altra parte che chiude di fatto la sfida: nessuno pressa Marchisio, lasciato libero di tirare da fuori area e nessuno chiude su Morata, che raccoglie la respinta del palo e mette in rete battendo l'ex compagno di squadra al Real Madrid, Diego Lopez. Difesa rossonera poco reattiva e contro una squadra come la Juventus certi errori si pagano, come si era predetto già una settimana fa, in occasione della partita contro il Parma, in cui errori simili erano stati perdonati dagli emiliani, ma si temeva che cambiando notevolmente la qualità dell'avversario e alzando l'asticella della difficoltà, anche gli effetti di certi errori sarebbero cambiati, ovviamente in peggio. Il gol di una Juventus spietata rende inutile anche la mossa di Inzaghi, che proprio qualche minuto prima aveva tentato il tutto per tutto, inserendo Bonaventura e togliendo a sorpresa Poli, il meno peggio nel trio di centrocampo; tutti si aspettavano di veder uscire Muntari, come da indicazione della lavagna luminosa del quarto uomo o Essien, i peggiori in campo e anche questo è un mistero che Inzaghi dovrebbe chiarire. Sul 3-1 il Milan si arrende, anche se con orgoglio prova a rimanere in partita: la Juventus sfiora ancora il gol con una volèe di Morata e un'incursione di Marchisio sul quale è ancora una volta strepitoso Diego Lopez, con una parata di piede e poi il Milan recrimina per una manata di Chiellini a Pazzini al limite dell'area, ma ormai il risultato è compromesso e arriva l'inevitabile sconfitta che spinge il Milan sempre più lontano dalla capolista; 24 punti di distacco ai primi di febbraio sono una cifra umiliante, da qualsiasi parte la si voglia guardare e non bastano i progressi fatti intravedere dalla rimaneggiata squadra rossonera allo Juventus Stadium a mitigare la delusione. Il sogno dell'impresa torna nel cassetto, insieme a tanti altri sogni di queste ultime deludenti stagioni e il divario che attualmente separa il Milan da quella che una volta era una rivale nella lotta per scudetti e coppe rende tutto più amaro e insopportabile per chi davvero ha il Milan nel cuore e vorrebbe rivederlo là dove merita di stare per storia e blasone.