Misteri, pericoli scampati, strategie e mercato: nasce il nuovo Milan cinese

È stato invocato tanto, ma così tanto, che adesso che il gran giorno è arrivato siamo tutti un po’ disorientati. Dopo 30 anni - diciamo pure 25 - nella bambagia delle cure berlusconiane il tifoso rossonero oggi è legittimamente inquieto. Comprensibile d’altronde, se un famoso proverbio recita “chi lascia la via vecchia per quella nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova”, un motivo ci sarà. E in questa movimentata vicenda che ha visto il passaggio di mano dell’Ac Milan dalla Fininvest a un misterioso consorzio cinese le ragioni sono ancora più evidenti.
MISTERI - Veniamo ai fatti. Entro la fine del 2016, data del closing, il 99,93% del club di via Aldo Rossi sarà acquistato dalla Sino-Europe Sports Investment Management Changxing, definita società-veicolo dentro cui confluiscono una pluralità di investitori. Tra questi abbiamo conosciuto Haixia Capital, fondo di Stato cinese, e Yonghong Li, imprenditore dalla non ben definita posizione economica (fuori dalla famosa lista Forbes e sconosciuto ai principali motori di ricerca finanziari), poi basta. E a rendere ancora più oscura la vicenda, le parole del portavoce della cordata: «Gli altri nomi saranno svelati al momento della definizione dell’accordo». L’unica informazione che dovrebbe garantire una discreta dose di sicurezza e solidità è che dietro tutta questa operazione sembra esserci il governo di Pechino, ma la cortina di mistero che aleggia sui nuovi proprietari dell’Ac Milan è sempre fitta e per il tifoso rossonero, bisognoso mai come in questo momento di chiarezza e trasparenza, non proprio un bel modo di iniziare.
PERICOLI SCAMPATI - Per il popolo milanista però un buon motivo per brindare c’è già: il pericolo scampato di ritrovarsi come futuro amministratore delegato Nicholas Gancikoff. Già in passato avevo manifestato una certa perplessità sull’uomo d’affari italo-inglese, capace di farsi notare finora nel mondo del calcio solo una serie di operazioni mai andate in porto. Dallo stadio di proprietà dell’Inter, annunciato con malcelata prosopopea e mai realizzato, ai progetti per i nuovi impianti di Bologna, Genoa, Sampdoria, Atalanta, anche quelli rimasti nel cassetto della scrivania dell’imprenditore di origini armene. Oggi il curriculum calcistico di Gancikoff si arricchisce di un’altra incompiuta, l’acquisto dell’Ac Milan. E i tifosi rossoneri possono tirare un sospiro di sollievo.
STRATEGIE - Al suo posto arriverà Marco Fassone, accolto da commenti tutt’altro che positivi sui social network per i suoi trascorsi nerazzurri. A parte che ad ex calciatori dell’Inter il Milan deve molti dei suoi trionfi recenti, Pirlo e Seedorf su tutti, vale la pena ricordare che l’ex direttore generale dell’Inter era stato accolto nello stesso modo anche dai dirimpettai di Naviglio per il suo passato alla Juventus e al Napoli. Il fatto che Fassone abbia lavorato per i più importanti club italiani significa almeno un paio di cose: prima di tutto che è un professionista serio e poi che è bravo. Due qualità che dovrebbero consentirgli di essere accettato senza riserve dai tifosi del Milan, in attesa di vederlo all’opera e poi magari criticarlo. Quello che mi auguro che Fassone faccia subito, appena preso in mano il bastone del comando, è assumere immediatamente un direttore sportivo giovane, brillante e intraprendente. Un tipo alla Paratici o alla Giuntoli, per intenderci, qualcuno in grado di far decollare il mercato asfittico del Milan degli ultimi anni. E poi spero venga richiamato in società un nome importante della vecchia guardia: Paolo Maldini o Demetrio Albertini per esempio; un uomo capace di compattare la tifoseria rossonera e fare da collante con una proprietà nuova e - presumibilmente - a digiuno di storia di Milan.
MERCATO - E chiudiamo in bellezza con la strettissima attualità del mercato. Abbiamo capito che quei famosi 85 milioni, residuo della caparra (15 sono stati già versati al momento della firma del preliminare), non sono destinati al mercato. Ma c’è un gruzzolo importante su cui fare affidamento: 350 milioni garantiti dai cinesi per il prossimo triennio, a disposizione però dal momento del closing, quindi non prima del 2017. Ecco perché da qui al 31 agosto è difficile ipotizzare grandi colpi, a meno che Adriano Galliani, in un rigurgito di orgoglio da vecchio condor (per capirci l’esatto contrario di quanto mostrato nell’ultimo quinquennio) non riesca a mettere a segno qualche prezioso prestito con obbligo di riscatto, da saldare quindi la prossima stagione. Malgrado l’enorme ritardo accumulato, obiettivi a disposizione ancora ce ne sarebbero, Isco e Badelj per il centrocampo, Cuadrado per la fascia, Zaza come sostituto del possibile partente Bacca, e garantirebbero tutti un importante salto di qualità alla squadra di Montella. Ma servono pazienza, strategia e abilità. Galliani, se ci sei batti un colpo.
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