Malesani: "Col 3-4-3 esalti punte e mezze punte. Per Theo e Leao è l'ideale"

In Italia è stato tra i precursori del 3-4-3, dando spettacolo col piccolo ChievoVerona e meritandosi la chiamata della Fiorentina, dove in un anno ha fatto innamorare una piazza intera, tanto da essere chiamato subito dal grande Parma. Alberto Malesani ci dice la sua su un modulo che ha praticato per anni e che abbiamo rivisto al Milan nella partita di Udine. E, chissà, potrebbe anche essere riproposto in questo finale di stagione. Ecco le sue parole in esclusiva a MilanNews.it.
Alberto Malesani, il Milan col 3-4-3 ha vinto e convinto a Udine
"Premettendo che una partita non può essere la panacea, può anche starci questo modulo. Penso che possa ottimizzare le risorse umane presenti nella rosa".
È questa la strada giusta da perseguire? Il 3-4-3 può essere il futuro del Milan?
"Io ho un'idea di calcio e non la cambierò mai: nel momento che vedi i giocatori devi scegliere un modulo e se vedi che funziona devi prima di tutto devi essere tu a crederci, perché solo così puoi trasmettere le tue idee al gruppo. Una sconfitta non ti può e non ti deve fermare. Certo, va dato tempo all'allenatore, devi lasciarlo lavorare. Ma se hai un'idea devi perseverare".
Tra i giocatori che ne hanno beneficiato maggiormente, Theo Hernandez
"Theo è ideale in questo modulo. Ecco, io nella mia carriera ho sempre cercato di utilizzare sugli esterni giocatori che certamente partecipano alle due fasi, ma che in quella offensiva lo facessero in maniera ottimale. E per me quello è il ruolo di Theo, può rendere al meglio perché è protetto da un centrale difensivo, nelle preventive si trova coperto da un terzino".
In questa stagione il francese ha sofferto molto da terzino sinistro. Col senno di poi facile parlare, ma non era possibile valutare un cambio di modulo prima?
"Sa, è difficile pensare di cambiargli posizione quando da terzino sinistro ha vinto uno scudetto da protagonista con Pioli. È un giocatore che sia con la difesa a 4 che a 3 va bene. Da fuori lo vedo molto bene in questo 3-4-3 che esalta le sue qualità".
Il 3-4-3 è un po' una sua creatura
"Io credo che un allenatore debba saper allenare in tutti i moduli. Al Chievo praticavo il 3-4-3 ma perché avevo i giocatori idonei a praticare questo tipo di gioco, ma non è che possa andar bene in tutte le rose. Alla Fiorentina andava bene, avevo i giocatori e credo che mi avessero scelto proprio per quello. Insomma, ci deve essere questo incrocio di cose. Ma in carriera ho vinto con tutti i moduli, sono andato in Serie B e mi sono salvato col Chievo col 4-4-2. Poi sono passato al 3-4-3 e quasi andavo in Serie A. Diciamo che non c'è un modulo fisso, va sviluppato a seconda dei giocatori che hai. Certamente il modulo di aiuta a migliorare le prestazioni, il resto lo fanno altre cose".
A Parma ha vinto due trofei, anche se aveva il trequartista
"A Parma era un 3-4-3 diverso, nel senso che Veron era una scheggia impazzita che aveva una certa libertà ed era immarcabile".
In questo Milan c'è un Veron della situazione?
"Reijnders a mio avviso un po' ci somiglia".
La credenza comune è che le grandi squadre giocano a 4 dietro
"Non sono d'accordo. Il Porto con Mourinho vinceva col 3-4-3, ma anche Guardiola lo ha usato spesso come modulo. È un buon modulo soprattutto se hai tante punte e mezze punte. Più qualità davanti hai, meglio è: se sei una squadra sbilanciata in avanti è il modulo adatto".
Una cosa certa di questi mesi è proprio che il Milan è stato troppo sbilanciato. Pertanto modulo perfetto per i rossoneri
"Sì, decisamente. C'è la catena di sinistra Theo e Leao che essendo coperti in preventiva da uno dei tre difensori funziona meglio. Magari qualche volta non sono perfetti, ma questo modulo permetterà a entrambi di concedersi ogni tanto qualche assenza. L'importante è avere tre difensori che ti coprano e un centrocampo solido".
È vero che il Milan è una squadra verso la quale ha sempre simpatizzato?
"Il Milan mi è sempre piaciuto, dopo il Verona che è la squadra del mio cuore direi che ci sono i rossoneri".
C'è stato mai un momento in cui poteva allenare il Milan?
"Poteva esserci stato un momento in cui hanno pensato a me, chissà. Ma è inutile tornarci, è passato tanto tempo".

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