Feddal: "Emerson Royal può fare bene. Ma in Italia se non sei concentrato al massimo hai problemi"
Nel successo contro l'Inter anche Emerson Royal ha dato dimostrazione di essere in crescita, soprattutto nel secondo tempo dove ha concesso pochissimo a Dimarco. Per conoscerlo meglio abbiamo parlato con un suo vecchio compagno di squadra, Zouhair Feddal, che ha condiviso col brasiliano l'esperienza al Betis. Vecchia conoscenza del calcio italiano, Feddal ha anche giocato con Theo Hernandez all'Alavés. E ci racconta i due rossoneri in esclusiva per MilanNews.it:
Zouhair Feddal, Emerson sta dando segnali di crescita in questo Milan. Tu lo conosci molto bene
"Quando è arrivato a Betis io ero già lì e l'ho ricevuto come un fratello. Era giovane, arrivava dal Brasile e i primi giorni furono difficili, ma è comprensibile considerando che veniva da un altro continente e da un calcio differente. Ma è un ragazzo intelligente, professionale e lavora molto. Ha qualità importanti nel calcio, perché è veloce, aggressivo con e senza palla. E con una gran bella elevazione. Penso che al Milan possa migliorare sotto molti aspetti e sono fiducioso. Con Calabria sarà una bella competizione".
Che ragazzo è Emerson?
"Emerson è un ragazzo tranquillo, a cui piace stare con la famiglia. Quando stava con me al Betis c'era il papà, la mamma. È un ragazzo timido, sembra non esserlo ma è timido"
In cosa dovrebbe migliorare?
"Penso che a volte dia l'impressione di non aver troppa fiducia in se stesso, è una questione mentale. Ma offensivamente è bravo, difensivamente molto aggressivo e fisicamente è bravo ha fisico, gambe".
L'inizio in rossonero non è stato dei migliori
"Il calcio italiano non è facile. L'Italia ha un calcio che se non pensi 3-4 secondi prima di ricevere palla è complicato. Devi essere molto concentrato, altrimenti puoi avere problemi. Al Milan poi c'è molta pressione, voglia di vincere e tornare ai fasti del passato. Il club ha fatto un bel mercato con giocatori giovani che sanno fare bene ed Emerson può fare bene. Ha avuto esperienze ovunque, è pronto per il Milan e dipende tutto da lui".
Altro tuo ex compagno di squadra è Theo Hernandez
"Theo è un ragazzo incredibile. Quando è arrivato all'Alavés il direttore Sergio Fernandez lo aveva preso dall'Atletico Madrid C. Era il 2016. Lui è arrivato, ha cominciato ad allenarsi e sembrava giocasse nella Liga da 10 anni. Velocità incredibile, corsa naturale, palla al piede era pazzesco. Si merita quello che ha ottenuto. La cosa bella è che è un talento innato, non ha lavorato molto, è nato così. Mi aspettavo che diventasse così. E penso che al Real Madrid avrebbe potuto far bene, ma al Madrid c'era Marcelo e altri giocatori di altissimo livello. Per crescere hai bisogno di tempo e di gioco".
Hai un aneddoto su di lui?
"Ricordo che io ero centrale mancino, lui terzino mancino. Mi diceva sempre: Feddal, quando non sai cosa fare palla lunga che io arrivo, tu pensa a mettere la palla là. Arrivava su tutti i palloni, anche se non facevo passaggio perfetto lui faceva sì che fosse buono".
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