esclusiva mn

Marcio Amoroso: "Il Milan? L'ultimo bello due anni fa. Rimpiango di non averci giocato prima"

ESCLUSIVA MN - Marcio Amoroso: "Il Milan? L'ultimo bello due anni fa. Rimpiango di non averci giocato prima"MilanNews.it
giovedì 10 aprile 2025, 18:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro

Udinese-Milan è l'occasione per parlare con un gradito doppio ex. Solo 4 presenze con la maglia del Milan, ma Marco Amoroso è stato a cavallo degli anni '90 e gli anni 2000 uno degli attaccanti più forti e belli da vedere in Serie A. E ci racconta cosa fa oggi e le sue memorie da ex rossonero. In esclusiva per MilanNews.it

Marcio Amoroso, cosa fai oggi?
"Sono tornato nella mia città natale, Campinas. Faccio un po' di cose, ho le mie startup in Brasile".

In quali settori hai investito?
"Ho investito nella tecnologia con l'azienda Younnect: caricatori, accessori per smartphone, batterie. Abbiamo 500 punti vendita in Brasile. Poi sulla cosmetica, col marchio Toff. Di recente anche un'agenzia viaggi che si chiama Azul Viagens, del resto sono sempre in giro, viaggio spesso e ho pensato che sarebbe bello entrare in questo business. In più ho costruito un centro per foot volley, beach volley e beach tennis: si chiama Arena Esportes Paulinia. Avevo investito anche nell'edilizia, nel pet food e nell'abbigliamento, ma ora non me ne occupo più".

Non sei rimasto con le mani in mano...
"Sicuramente non mi annoio (ride, ndr). Ah, il calcio c'è sempre".

Trovi il tempo anche per il calcio?
"Sono sempre in televisione, lavoro con la ESPN da 10 anni. Abbiamo una squadra di commentatori molto forti: Paulo Silas (ex Cesena e Samp), Diego Lugano, Fabio Santos, Fabio Luciano, Luis Fabiano".

Luis Fabiano, eternamente accostato al Milan?
"Lui, O Fabuloso. Commentiamo quel che succede in Brasile e anche la nazionale. Siamo ogni lunedì in diretta".

Quindi non sei più nel vivo dell'azione ma sei passato a commentare chi è in azione
"Sono nel calcio anche attraverso una mia agenzia che si chiama Aso7 Sports Manager. Faccio intermediazione".

Hai fatto anche intermediazioni con l'Italia?
"Non ancora, magari un giorno".

Tuo figlio Matteo potrebbe essere il primo
"Sarebbe bello, anche perché Matteo è cittadino italiano, oltre che brasiliano. Ora gioca in Ucraina, al Kryvbas".

Come procede la sua avventura? Il contesto è particolare
"Sta bene ma la situazione attuale è preoccupante, chiaramente. La cosa più difficile è la tenuta psicologica, capita che di notte venga svegliato da un allarme bomba e debba andare a rifugiarsi in un bunker".

Situazione difficile
"È successo anche in campo, due partite sono state interrotte perché è scattato l'allarme e tutti nel bunker. Una era contro lo Shakhtar. La ritengo comunque un'esperienza importante per prendere spazio e fiducia".

Segui ancora la nostra Serie A?
"Sì, certo. Dobbiamo essere sempre attenti".

Che idea ti sei fatto di questo Milan?
"L'ultimo buon Milan l'ho visto due anni fa, aveva un gioco. Ora è in difficoltà nonostante i giocatori importanti. Non gioca da Milan, a livello tattico vedo dei problemi. E al di là della tattica mancano giocatori decisivi, come potevano essere ai miei tempi Kakà, Seedorf o Shevchenko".

Chi ti piace di questa squadra?
"Leao mi è sempre piaciuto perché prende palla ed è bravo nell'uno contro uno. Ha il passo, il dribbling il cambio direzione. Forte sulla palla lunga, è il più forte, ma manca ancora qualcosa. Degli altri Pulisic sicuramente è bravo. E anche Reijnders".

Il tuo Milan era altra cosa
"Tutti erano forti, ogni ruolo aveva giocatori unici al mondo. Fare l'elenco è lunghissimo: la genialità di Kakà, l'intelligenza di Shevchenko, il tempismo di Gilardino e Inzaghi. E poi Maldini, Costacurta, Kaladze, Cafu, Seedorf, Pirlo, Gattuso. È stato davvero un piacere per me giocarci".

Negli ultimi anni la squadra ha conosciuto momenti bui, la famosa banter era
"Credo che il Milan abbia ritardato troppo a sostituire i propri campioni quando iniziavano ad andare in là con gli anni. Certo non era facile sostituire Maldini o Costacurta, ma credo che si sia perso un po' troppo tempo, sono stati trascinati davvero fino all'ultimo senza avere dei ricambi e di conseguenza la squadra ha vinto poco in questi anni".

Oggi il Milan è nono
"Mi spiace, perché il Milan rappresenta tanto non solo in Italia e deve lottare per vincere. In Brasile è ancora popolare, la ESPN tramette il campionato italiano e i dati d'ascolto sono molto buoni".

Hai il rimpianto di non esserti trasferito prima al Milan?
"Sì, il rimpianto c'è e tanto. Perché quando Zaccheroni andò al Milan nel 1998 e si portò dietro Bierhoff ed Helveg, dovevo esserci anche io. La sua idea era un tridente Shevchenko-Bierhoff-Amoroso. Ma l'Udinese su di me s'impuntò, decisero che dovevo restare ancora un anno. Poi arrivò il Parma e la mia carriera ha preso un'altra direzione. Sono arrivato nel 2006, tardi direi. Era con Zaccheroni il momento, stavo alla grande ed ero in una fase importante della mia carriera".

Ci arrivi nel 2006, a 31 anni. Dopo aver fatto ritorno in Brasile
"Arrivo al Milan da campione del mondo per club col Sao Paulo ma era l'anno dei Mondiali e gli attaccanti titolari, Gilardino e Inzaghi, dovevano giocare. Non a caso Vieri era appena andato via perché non trovava spazio. Ho trovato poco spazio ma ho sempre cercato di dare il massimo".

Ci racconti come è nato il tuo trasferimento al Milan?
"Era andato via Vieri, appunto e serviva un giocatore pronto. Io non dovevo adattarmi, conoscevo già il campionato italiano. Ricordo che il padre di Kakà e Gaetano Paolillo mi parlarono al centro di allenamento del Milan e scherzando mi dissero: 'Hai voglia di tornare in Italia?'. Io ovviamente ci speravo ma ero ancora sotto contratto col Sao Paulo. Poi non mi rinnovano il contratto e quello che sembrava uno scherzo si è trasformato in una cosa seria, mi contattò il Milan e per me si è avverato un sogno. Con qualche anno di ritardo, ma posso dire di aver fatto parte della famiglia Milan".