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Gol olimpico, Pulisic 50 anni dopo Chiarugi: "Gesto tecnico che non si tenta quasi più"

ESCLUSIVA MN - Gol olimpico, Pulisic 50 anni dopo Chiarugi: "Gesto tecnico che non si tenta quasi più"MilanNews.it
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sabato 26 ottobre 2024, 16:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro

Mezzo secolo, tanto ci è voluto per vedere un altro gol Olimpico del Milan. Christian Pulisic al Brugge 50 anni dopo Luciano Chiarugi. Stesso stadio, San Siro, anche qui gol che sblocca la partita. E stesso esito finale, ossia vittoria rossonera. Era il 24 novembre 1974 quando l'attaccante sorprese il portiere dell'Ascoli, in una partita di campionato poi vinta per 2-0 dove la seconda rete fu sempre sua. Lo stesso Chiarugi ricorda quel pomeriggio ai microfoni di MilanNews.it

Luciano Chiarugi, che effetto le fa sapere che ci sono voluti 50 anni per vedere un altro milanista segnare un gol olimpico?
"Effetto incredibile, perché mi ha riportato alla mente quel pomeriggio. Mi è tutto nitido, mi rivedo a San Siro e sorprendo il portiere dell'Ascoli. Poi segno ancora. Ricordi di grandi momenti in una grande squadra, mi torna in mente il maestro Nereo Rocco e i grandi campioni come Gianni Rivera o Romeo Benetti. Calciatori fantastici che mi hanno permesso di essere un giocatore importante".

Pulisic ha così raccolto il suo testimone
"È un grande campione, un giocatore che sta trovando al Milan gli anni migliori della sua carriera".

Gol cercato o involontario?
"Queste sono giocate che uno tenta di fare sfruttando i movimenti dei compagni di squadra e dando il miglior effetto possibile al pallone. Gabbia è un giocatore che solitamente si inserisce per colpire di testa, non so se si sia abbassato volontariamente, ma l'effetto che Pulisic ha dato alla palla è stato notevole".

A Lei era già riuscito altre volte di segnare da calcio d'angolo?
"Sì, era una giocata che provavo spesso a fare e che mi è riuscita un'altra volta, con la maglia della Fiorentina, contro il Torino. Questi sono colpi studiati, cercavo di dare alla palla l'effetto migliore indirizzandola verso il secondo palo e se non curvava nel modo giusto dovevano esserci i compagni di squadra pronti a colpire di testa".

Gesto tecnico rarissimo
"Non voglio essere maestro, ma quel che serve è saper colpire nel modo giusto il pallone e conoscere bene la traiettoria e la distanza tra la bandierina e la porta. In tanti non ci provano nemmeno perché in area entrano praticamente tutti, pronti a saltare. C'era un giocatore che era uno specialista in questo, Massimo Palanca del Catanzaro. Piedino caldo, ne ha fatti tanti di gol così, forse aiutato anche dal vento di Catanzaro".

Che impressioni ha avuto da questo Milan?
"Credo che in questo momento dovrebbero sedare le polemiche dettate dall'ossessione per il risultato. Col Brugge è vero che non è stata una prestazione bellissima, ma alla fine la squadra ha vinto e segnato tre gol. Serve che il clima si rassereni, che si valuti a mente fredda l'operato dei giocatori e dell'allenatore. A mio avviso questa è una squadra che può dire ancora la sua in campionato".

Fonseca è sotto pressione praticamente dal primo giorno
"Lo capisco perché Pioli al Milan ha fatto benissimo. Quando si cambia, si passa a un sistema nuovo di gioco è difficile ripartire. E infatti qualche intoppo c'è stato, ma l'impressione è che il Milan stia trovando una quadra".

Da ex attaccante come valuta il momento di Leao?
"Si dimentica che è stato decisivo per la conquista dello scudetto. Chiaro. sta vivendo un momento difficile e penso che Fonseca proverà a recuperarlo, perché sa bene che non può privarsi di lui pur cercando delle alternative. Io dico però che Leao, così come Theo che è un altro giocatore dal quale ci si aspetta molto, deve capire che il Milan è un grande club e che può vincere tanto con questa maglia. E che dipende anche da lui".