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Marco Simone: “Milan: persi 4 anni, dovevi avere la forza di ripartire da zero. Cacciare Miha è troppo banale”

ESCLUSIVA MN - Marco Simone: “Milan: persi 4 anni, dovevi avere la forza di ripartire da zero. Cacciare Miha è troppo banale”
© foto di Marco Simone
lunedì 11 gennaio 2016, 13:27ESCLUSIVE MN
di Antonio Vitiello

Più di quindici trofei con la maglia del Milan tra scudetti, Supercoppe e Coppe di Campioni, sotto la guida di Sacchi e Capello. Marco Simone è uno degli attaccanti dell’epoca d’oro, elemento di un gruppo vincente e straordinario. La redazione di MilanNews.it ha contattato l’ex rossonero per parlare della squadra attuale.

Il Milan ha chiuso ottavo il girone d’andata, che bilancio si può fare di questa prima parte di stagione?

“Dal Milan ci si aspetta sempre di più, questo è normale. Capisco però che l’attesa dei tifosi e dei media nei confronti dei rossoneri è sproporzionata per quanto riguarda il campionato. Bisogna dare tempo di lavorare a Mihajlovic e poi ha un organico non competitivo come può essere quello di Napoli, Juve, Inter e Fiorentina. Al di là che si poteva fare qualche punto in più, il Milan non sta facendo malissimo. Il problema vero è il gioco espresso che non entusiasma, c’è un giudizio critico da parte di tutti. A livello di punteggio invece non sta facendo male, perché purtroppo arriva da tre campionati negativi, Mihajlovic non si è trovato in un contesto semplice”.     

Continuare a cambiare allenatori e giocatori testimonia le difficoltà da parte della società di trovare la strada giusta, questo non succedeva quando c’era lei al Milan…

“Quando ero io al Milan era più facile perché il club era il top del calcio mondiale. Certi giocatori si riuscivano a prendere con molta facilità e meno moneta. Questo ti permetteva di non cambiare ogni anno. Io ho fatto dei cicli importanti e lunghi con Sacchi e Capello, non si cambiavano tanti giocatori. Ogni anno aggiungevi qualcosa in più in termini di qualità ma tenevi sempre il vecchio gruppo all’80-90%. Però era un altro Milan, c’era un altro potere di mercato…”.

Oggi invece è molto complicato…

“Si, oggi non ha capacità di essere competitivo con alcuni club. Questo purtroppo mette il Milan nelle condizioni di perdere giocatori importanti come accaduto con Thiago Silva e Ibrahimovic, o comunque andare a cercare ogni volta giocatori che hanno costi diversi rispetto ai top player. Non è colpa delle scelte dirigenziali ma delle condizioni di mercato, il Milan oggi non ha forza di mercato”.

Non resta quindi che un ingresso nel club di capitali stranieri. Si parla di Mr.Bee come probabile acquirente di quote societarie…

“Resto dell’ideale che il Milan, già da molti anni, avrebbe dovuto avere la forza di dirsi e dire: “ripartiamo da zero”. I rossoneri dovevano avere la forza di andare a puntare su giovani di qualità e avere la pazienza, negli ultimi 3 o 4 anni, di far crescere questo progetto. Perché oggi se la famiglia Berlusconi vuole ancora mantenere il Milan è l’unico progetto credibile, a mio modo di vedere. Piuttosto che far credere che il Milan potesse competere ancora con certe grandi, perché poi si è verificato il contrario, era meglio un progetto diverso in base al contesto economico e di mercato che ora possono affrontare. Vuol dire cambiare le strategie in base alle risorse attuali del club, sarebbe stato molto più credibile per tutti”.

Che futuro vede per il Milan?

“Mi auguro che i dirigenti abbiano la capacità e la lucidità di dare il tempo di lavoro necessario a Mihajlovic. Sostenendolo al 100%, non come leggo dai giornali. Ogni volta sembra essere la partita decisiva per l’allenatore. Se la stampa si permette di fare questo è perché non c’è mai stata una vera presa di posizione della società sul tecnico. Il cambio di allenatore è sempre la maniera più facile per risolvere il problema, la dirigenza di un certo spessore non può sempre attuare la scelta più semplice. Cacciare Mihajlovic è troppo banale e non mi aspetto questo dal Milan. Sinisa deve avere il tempo di fare quello per cui è stato preso con un vero sostegno della società. Non ogni volta leggere che è l’ultima partita per lui. Mi sembra una cosa troppa esemplificativa per un club come il Milan”.

intervista di @AntoVitiello