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Ravezzani: "Theo e Leao andavano ceduti. Chiamare Fonseca ha amplificato il problema con loro"

ESCLUSIVA MN - Ravezzani: "Theo e Leao andavano ceduti. Chiamare Fonseca ha amplificato il problema con loro"MilanNews.it
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domenica 1 settembre 2024, 16:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro

Inizia come peggio non poteva il primo ciclo di partite del Milan, prima della pausa nazionali. Tra risultati deficitari, giocatori che polemizzano in mondovisione e dirigenti in vacanza. Ne abbiamo parlato col direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani. In esclusiva per MilanNews.it

Due punti in tre partite: che il Milan potesse avere qualche difficoltà iniziale poteva essere preventivato. Non fino a questo punto
"Non se li aspettava nessuno, anche perché il Milan ha trovato in queste tre giornate delle avversarie abbordabilissime e ha raccolto appena due punti in tre partite. E poi c'è modo e modo per ottenere così poco, può esserci l'attenuante della sfortuna, i pali, gli arbitri. Invece questo Milan non ha niente a cui attaccarsi".

Cardinale non potrà restare a guardare
"Con questo scenario non può fingere che non stia succedendo nulla. Deve dare degli input, deve incidere perché mi pare, ed è incredibile dirlo, che la società sia un po' alla deriva. Con un allenatore che non ha credibilità, i giocatori più importanti che si ammutinano e il dirigente che hai scelto che va in vacanza".

Il fatto che Ibrahimovic sia in vacanza in questo periodo aumenta il malumore tra i tifosi
"Ibrahimovic ha dimostrato di essere dentro di sé non un dirigente. Lui è il grande dirigente di se stesso, si sa valorizzare ed è mediaticamente affascinante. Ma il dirigente elimina l'io per il noi ed è paradossale pensare che Cardinale aveva mandato via Maldini proprio in nome di una gestione collegiale. E cosa fa invece? Mette Ibra, che dopo Cristiano Ronaldo la persona con l'ego più ipertrofico del calcio mondiale, a capo di tutto. Se diventa l'uomo solo al comando e poi va in vacanza, si fa i selfie e li posta sui social non può certo dare l'impressione di essere un dirigente. Questo si riverbera in un ambiente che è già imploso. Perché se Fonseca entra in collisione con i due calciatori principali della rosa è necessario intervenire per ricomporre le tessere del mosaico. Il problema del Milan temo che non sia tanto l'allenatore, quanto il dirigente".

La posizione più precaria però resta quella di Fonseca
"Lui partiva con un handicap grave, quello di non essere riconosciuto dai tifosi come condottiero affidabile. Alla prima difficoltà poi viene messo in discussione e questo non sarebbe avvenuto con altri nomi più di prestigio. Ma il vero problema del Milan è che ci sono personalità difficili da gestire".

E veniamo a Leao e Theo
"Leao notoriamente non ha il calcio come priorità, Theo voleva andar via e ha un passato turbolento. E poi non ci sono riferimenti, bandiere. Della rosa attuale quasi tutti sono arrivati da 2-3 anni, non di più. Si è detto: 'Speriamo arrivi Morata, giocatore di prestigio che può diventare leader'. Ecco, se c'è una squadra con pochi leader e un allenatore con poca forza per la storia che ha è difficile".

I tifosi sognavano Conte
"Se metti un allenatore con più carisma intanto lo devi pagare. Poi questo allenatore si troverà a relazionarsi con un dirigente molto autoreferenziale come Ibra e deve collaborare con 2-3 giocatori difficili da disciplinare. Tutto questo combinato non è facile. L'allenatore ha bisogno di un dirigente di carisma che lo aiuti, poi lui può fare il duro".

Difficilmente nel Milan berlusconiano potevamo assistere a una scena come quella di Theo e Leao all'Olimpico
"Galliani era un fuoriclasse perché difendeva l'allenatore, calmava il presidente e interveniva se c'era un problema. Servirebbe un dirigente così, con buon senso. L'innesto di Ibra così a tentativo, lui che non aveva una storia dirigenziale, è un rischio che il Milan sta pagando adesso".

Si parla di linea morbida nei confronti dei due giocatori
"Non hai alternative. La linea dura te la puoi permettere se i giocatori che punisci sono rimpiazzabili. Ma abbiamo visto Terracciano e Chukwueze a Roma. E torno al ruolo di Ibrahimovic. Sarebbe stato opportuno, anziché andare in vacanza, che fosse stato lì ad avvertire Fonseca sulla scelta rischiosa nel lasciare entrambi fuori. Perché se il Milan avesse perso lo avrebbero crocifisso, se avesse vinto ti resta l'enorme problema di due giocatori importantissimi scontenti".

Paradossalmente che il Milan non abbia perso per il gol di Leao, un minuto dopo il suo ingresso in campo, non ha aiutato la posizione di Fonseca
"Parlavo dei due scenari che si potevano verificare, è arrivata la terza via che è per giunta la peggiore. Loro fuori, che entrano e la risolvono. E poi la scenata del cooling break. Una situazione simile doveva essere prevista e gestita".

Come valuta il mercato del Milan?
Il mercato in sé è anche ragionevole. Ti serviva un centrocampista di un certo tipo e hai preso Fofana. Davanti Morata ti dà qualità ed esperienza. Pavlovic è il gigante che serviva. L'errore, vedendo queste prime partite, è Emerson Royal che è un giocatore che non mi sembra assolutamente all'altezza ed è stato pagato 15 milioni: non capisco cosa abbiano visto in lui. Ma nell'insieme capita di sbagliare un acquisto. Il vero errore è stato non valutare che un paio di giocatori erano arrivati a fine corsa al Milan".

Il riferimento immagino sia sempre a Theo e Leao
"Nessuno dei due può dare più di quel che han dato finora. Anzi, penso che può solo andar peggio. Bisognava cederli".

L'obiezione può essere quella che non sono arrivate offerte adeguate
"Serviva dare loro dei segnali e magari venderli per una cifra forse non eccessiva, ma liberarsi di due giocatori che possono diventare un problema. Io non ho mai visto due elementi, tra i più importanti di una squadra, starsene dall'altra parte del campo durante il cooling break mentre i compagni di squadra prendono le indicazioni dall'allenatore". 

Fonseca non è stato accolto propriamente tra i salti di gioia dei tifosi. Ma forse anche qualche giocatore non sembra propriamente entusiasta
"La sensazione che ho dall'esterno è che l'assunto secondo il quale il Milan non vinceva per colpa dell'allenatore fosse sbagliata. Il Milan, malgrado le sue difficoltà, non vince perché ha problemi con alcuni giocatori. E cambiare l'allenatore, mettendone uno debole come figura e storia, ha paradossalmente ingigantito il problema. E lo si vede dall'approccio non adeguato di questi giocatori".