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Verza: "Le amichevoli non illudano, Fonseca deve superare il test San Siro"

ESCLUSIVA MN - Verza: "Le amichevoli non illudano, Fonseca deve superare il test San Siro"MilanNews.it
mercoledì 7 agosto 2024, 16:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro

Tre anni al Milan, 106 presenze e 17 reti: Vinicio Verza ha fatto parte di un Diavolo che conosceva la Serie B e ha contribuito a rilanciarlo, negli ultimi anni prima dell'avvento di Silvio Berlusconi. In esclusiva per MilanNews.it ci dice la sua sulla squadra attuale.

Vinicio Verza, quali sono le sue prime impressioni di questo Milan in costruzione?
"Le amichevoli che lasciano il tempo che trovano, danno certamente delle indicazioni e devono essere semplicemente prese come tali nonostante le vittorie importanti. Devo dire che mi aspettavo qualche nome diverso sul mercato, vediamo che succederà. Due nomi certamente non bastano e credo che vada rinforzato ogni reparto".

La stagione passata si è chiusa col secondo posto che ha portato alla fine del ciclo Pioli
"Aveva fatto bene con la rosa che aveva a disposizione, aveva anche portato buoni risultati. Per questo motivo visto anche il contratto in essere gli avrei dato la possibilità di portare a termine il suo lavoro. Lo avrei sicuramente confermato".

Fonseca è un allenatore da Milan?
"Non è tanto il Milan in sé quanto l'ambiente di Milano. Devi avere carattere per reggere l'urto anche se Fonseca ha lavorato a Roma quindi in un certo senso è allenato. Giocare a San Siro sarà difficilissimo, qui vedremo il valore di Fonseca nel gestire la situazione".

San Siro fa così paura?
"Le dico che noi persino in Serie B facevamo 70mila spettatori. E in certe partite vedevo degli avversari che entravano nel sottopassaggio e quando entravano in campo avevano già perso la partita, perché si spaventavano. E allora mancava il terzo anello, figurarsi".

Il Milan ora pensa a un nuovo stadio
"Mi dispiace perché San Siro è un simbolo. Dall'altra parte mi rendo conto che bisogna adeguarsi ai tempi che cambiano, al business e quel che gira intorno al calcio".

Nella sua carriera ha vinto tanto: che cos'è per Lei il Milan?
"Guardi, alla Juventus ho vinto scudetti, al Milan solo la Serie B ma le soddisfazioni personali che ho avuto in rossonero sono state impagabili. Sensazioni uniche, quello che mi hanno dato i tifosi e la gente di Milano è incredibile".

Esperienza in rossonero durata tre anni
"Avevo sperato in un contratto a vita chiedendo al presidente Farina di mettere lui la cifra. Mi disse che non pensavano nemmeno di farmi il rinnovo annuale. Ebbi dei problemi con il tecnico di allora, Liedholm, e fui tagliato. Fu una grande delusione che mi ha fatto progressivamente allontanare dal calcio".

Un calcio all'epoca ben diverso da quello attuale
"Non avevo un procuratore, all'epoca facevi il contratto direttamente col presidente. Era un calcio differente, non si possono nemmeno fare paragoni. Ma è cambiato tutto, anche l'alimentazione e i metodi di allenamento. Una volta tutti avevano lo stesso programma, ora ci sono gli allenamenti personalizzati. Una volta andavi in ritiro e dopo quindici giorni giocavi con la Primavera. Ora sfidi già Manchester City e Real Madrid. Non sono di quelli che dicono che prima era meglio, era semplicemente diverso".

Anche le proprietà sono diverse
"Multinazionali, fondi che diversificano gli investimenti. Dove va male un investimento ce n'è un altro che va bene e copre le falle. Ciò che non mi piace è che non sei più una persona ma un numero e come tale valutato se funzionale al business".

C'è qualcuno che ancora la entusiasma nel calcio di oggi?
"Manca il Pirlo della situazione. Ecco, al Milan è mancato l'uomo faro e la fantasia. Ci sarebbe Leao, ma è un giocatore a cui manca la continuità".