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Cardone (Repubblica): "Tare innamorato del Milan di Sacchi. È il perfetto ds global"

ESCLUSIVA MN - Cardone (Repubblica): "Tare innamorato del Milan di Sacchi. È il perfetto ds global"MilanNews.it
© foto di FEDERICO SERRA
Ieri alle 16:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro

Igli Tare è un nome caldo per il ruolo di direttore sportivo del Milan. Un dirigente che conosce perfettamente il calcio italiano, che si è legato al nostro Paese dal 2001, quando da calciatore approdò al Brescia e che, dopo gli anni di Bologna, ha abbracciato il mondo Lazio diventandone prima calciatore e poi dirigente. Dal 2008 al 2023 è stato l'uomo mercato dei biancocelesti, portandoli ad essere una presenza fissa nel calcio europeo. Per conoscere meglio il suo operato ne abbiamo parlato con il responsabile del mercato di Repubblica nonché storica firma al seguito della Lazio, Giulio Cardone.

Come valuti il percorso di Igli Tare alla Lazio?
"Con la Lazio, relativamente al budget a disposizione in questi anni ha fatto non bene ma benissimo. Ha vinto 6 trofei e c'è una stagione, la 2019/20 dove la squadra avrebbe potuto vincere lo scudetto se non ci fosse stato il Covid. Pertanto la valutazione complessiva è molto buona".

Un percorso fatto di grandi intuizioni ma anche di diversi flop
"Nei primi 10 anni non ha mai sbagliato un acquisto superiore ai quattro milioni di euro, facendo dei colpi incredibili. Pensate a Lucas Leiva e Luis Alberto, pagati 5 milioni. Immobile pagato 9 milioni. Miroslav Klose arrivato a parametro zero. Certamente Milinkovic-Savic, Hernanes, Felipe Anderson, De Vrij, Acerbi, fino a Mario Gila che è a oggi uno dei migliori difensori della Serie A. Tanti giocatori comprati a poco e rivenduti a tanto. Certamente negli ultimi cinque anni ha sbagliato un po' di acquisti ma se guardiamo al complesso ha fatto un grande lavoro. Pensate che il record di spesa per la Lazio per un singolo giocatore è quello dei 22 milioni per Zarate, riscatto voluto da Lotito".

Il Milan è tornato alla carica per lui. Lo aveva fatto in passato e ora l'albanese è più caldo che mai
"La cosa incredibile è che nasce milanista e soprattutto è innamorato del Milan di Sacchi. Cosa che ha influito nelle sue scelte degli allenatori: Pioli, Petkovic, Sarri. Tutti allenatori giochisti, proprio perché incantato dal Milan di Sacchi".

Qual è stato il suo capolavoro di mercato?
"Come giocatore per rapporto qualità prezzo il capolavoro è Milinkovic-Savic. Certo, ci sarebbe anche Immobile ma è un giocatore che aveva già vinto un titolo di capocannoniere in Serie A, mentre il serbo veniva dal Genk ed era fondamentalmente uno sconosciuto. Aggiungerei anche Klose, che è un tipo di acquisto diverso. Ma portarlo alla Lazio a parametro zero e vedendo quello che il tedesco ha dato alla Lazio è stato davvero un gran colpo. E poi direi anche il capolavoro in panchina, che è Simone Inzaghi. Era convinto che fosse un predestinato già quando allenava gli Allievi della Lazio. Davvero ha dimostrato un grande intuito".

Perché può essere un profilo da Milan?
"È un direttore a tutto tondo, non solo un uomo-mercato: si occupa della  squadra 24 ore al giorno. Ha contatti in tutto il mondo, conserva buoni rapporti con dirigenti e agenti, non è legato a un solo carro. È poliglotta, parla sei lingue. Ed è il perfetto direttore sportivo della globalizzazione, lui è il dirigente che ti trova il giocatore ovunque. Chiaro che se c'è l'occasione in Italia non se la fa sfuggire, come successo con Immobile, Candreva o Zaccagni, ma è uno che guarda ovunque, non c'è una parte del mondo che sia off-limits".

Gli ultimi anni laziali sono stati complicati, si sa di un rapporto con propriamente idilliaco con Sarri
"Proprio su quest'ultimo aspetto si è scontrato con Sarri, che voleva giocatori pronti e italiani, mentre Tare andava a pescare ovunque".

La stessa piazza laziale si è divisa su di lui
"Perché è convinto delle proprie idee, non si fa condizionare dalla piazza. È stato molto criticato, ci sono stati momenti difficili. E poi essendo stato legato a Lotito che è contestato a oltranza, è stato contestato anche lui. Ma è sempre rimasto coerente con se stesso. Va detto che se è stato contestato in alcuni momenti dalla piazza laziale, dall'altra parte è sempre stato apprezzato dalla critica super partes, da chi è fuori dal mondo Lazio. Perché vedevano in lui un dirigente capace di ottenere risultati eccezionali se guardiamo al rapporto budget-risultati. Perché poi ha fatto fare plusvalenze importanti e portato a casa anche i risultati sul campo".