Maldini: "Senza gli infortuni Van Basten sarebbe stato l’attaccante più forte di tutti i tempi? Beh già lo si può considerare"

Maldini: "Senza gli infortuni Van Basten sarebbe stato l’attaccante più forte di tutti i tempi? Beh già lo si può considerare"MilanNews.it
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giovedì 27 giugno 2024, 18:20Gli ex
di Enrico Ferrazzi

Paolo Maldini ha parlato così all’AKOS podcast by Luca Gemignani di Van Basten, Ronaldo e Maradona

Su Van Basten e Ronaldo il Fenomeno: “Senza gli infortuni Van Basten sarebbe stato l’attaccante più forte di tutti i tempi? Beh già lo si può considerare. Marco al di là dei numeri, del fatto che potesse calciare di destro e sinistro, del fatto che era alto 1,88, che fosse veloce, che fosse cattivo, poi aveva anche questa capacità di essere bello nei suoi gesti tecnici. Marco già con quello che ha fatto, ha smesso a 28 anni praticamente, è da considerare tra i primi cinque attaccanti di sempre. Quello che aveva Ronaldo, che sinceramente non aveva quasi nessuno, o perlomeno quando un giocatore aveva quel tipo di velocità di impatto fisico non aveva la tecnica di Ronaldo… sinceramente riusciva a fare determinate cose con una velocità che nessun altro aveva e quindi abbinava controllo fisico, velocità e forza a una tecnica che era sinceramente in quei 3-4 anni lì era straordinaria”.

Su Maradona: “Aneddoti ce ne sono tanti. Innanzitutto parlavamo prima di grandi calciatori, considero i due calciatori più forti mai affrontati da me proprio Ronaldo il brasiliano e Maradona per motivi abbastanza simili: tecnica, velocità, capacità di far gol, capacità di metterti in difficoltà e di stravolgere diciamo quelle che sono le tattiche della partita quindi quando arrivava la palla a loro potevi essere attento ma quando ti saltano due o tre uomini poi c’è poco da fare… Quello che aveva naturalmente Maradona era questa capacità di trascinare comunque un popolo, una squadra e una città verso qualcosa di straordinario: lo ha fatto a Napoli. Come con Ronaldo, era un giocatore che veniva picchiato molto, probabilmente in quegli anni lì ancora di più perché gli anni ’80 erano molto più duri rispetto agli anni ’90. Ma non ha mai reagito, non ha mai detto niente, non è mai andato veramente oltre quelle che erano le lamentele classiche, normali. Sinceramente questo lo ha reso anche nei confronti degli avversari un giocatore da rispettare sempre. Poi le sue capacità balistiche, tecniche, fisiche (perché fisicamente era veramente un animale) l’hanno reso quello che che poi è stato quindi uno dei tre migliori calciatori di sempre. Poi tra l’altro simpatico fuori dal campo e simpatico in campo nonostante le le botte che prendeva riusciva a fare la battuta sempre senza distogliere la sua attenzione da quello che era l’obiettivo, lui voleva vincere. Poi era un grande amante del pallone: la mia passione più grande è la palla e lui era amante della palla. Con tutti i suoi problemi perché poi è un ragazzo che ha avuto tanta pressione, tanti problemi di droga e che non è stato aiutato, che è stato abbandonato. La vita di questi personaggi qua è una vita molto solitaria perché non ti fidi più di nessuno, hai pochi amici veri e molte persone sono attorno a te per per sfruttarti. Questo è sempre il lato oscuro della carriera di un atleta di alto livello. Essere sempre al centro dell’attenzione è una cosa che non auguro a nessuno, perché ha dei lati positivi ma uno come Diego non poteva fare neanche un minuto di vacanza da solo e questa è una cosa che sinceramente determina tanti meccanismi che poi ti portano ad avere grossi problemi”.