D'Amico visto da vicino: "Personaggio alla Massara, ha la sensibilità dei vecchi dirigenti"

Tony D'Amico è un nome forte per il ruolo di direttore sportivo del Milan. Conosciamolo meglio attraverso le parole di chi lo ha seguito per anni da vicino, come il collega Gianluca Tavelin de "L'Arena". Ecco le sue parole a MilanNews.it
Gianluca Tavelin, hai seguito Tony D'Amico da vicino negli anni a Verona. Cosa ci puoi dire di lui?
"Anzitutto è una brava persona, giovane e sempre motivata. Cosa non facile nel calcio di oggi. un uomo attaccato alla famiglia. È un dirigente che viene dal basso, un grandissimo lavoratore che si merita tutto quello che ha ottenuto".
Che tipo di dirigente è?
"Per rendere l'idea, è un personaggio alla Sartori ma potrei dire anche alla Massara, restando in tema Milan. Un grande talent scout. Fa tanti kilometri in macchina per vedere i giocatori ed è un uomo di calcio. E considerando la deriva che ha preso questo mondo, dove si pensa troppo all'intrattenimento, con lui abbiamo davvero un uomo di campo".
Per parola dell'amministratore delegato Furlani, il Milan cerca un direttore sportivo tradizionale. Figura che in questi due anni in rossonero è mancata
"D'Amico ha quella sensibilità che avevano i vecchi dirigenti, va a chiedere che problemi ci sono dal magazziniere alla segretaria e usa il suo ruolo per risolverli. Non è uno che bada solo alla questione della costruzione della squadra ma gli sta a cura tutto, è insomma un dirigente a 360°".
Che ricordi hai del suo operato a Verona?
"A Verona il lavoro è stato straordinario. Se ci sono state delle scelte sbagliate ha trovato i correttivi. Ha avuto il coraggio di mandar via Aglietti nonostante la promozione, puntando su Juric che era reduce dall'esonero al Genoa. E si sono fatte grandi cose. Con Di Francesco si è corretto subito, ha puntato su Tudor e qui a Verona si è visto l'ultimo grande calcio".
Il suo capolavoro?
"L'elenco è lungo, ma il primo che mi viene in mente è Amrabat pescato per una cifra irrisoria e venduto a 24 milioni. Kumbulla venduto a 28, Rrahmani a 14. Giocatori che gli altri non hanno nemmeno pensato di prendere, che lui ha individuato, valorizzato e rivenduto a cifre di gran lunga superiori. Anche a Bergamo sta facendo lo stesso, basti pensare a Hojlund e Koopmeiners. Ecco, gli va riconosciuto che è bravissimo a vendere".
Da uno a dieci, che voto dai alla sua esperienza a Verona?
"Per quello che ha fatto merita un 9".

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati