Il Milan è El Shaarawy dipendente
Inutile sottilizzare. Contro un Genoa ultra difensivo, barricatosi con un 6-3-1 difficile da perforare, per il Milan era importante portare a casa i tre punti. Giocare bene o male era del tutto secondario. Ed in effetti i rossoneri non hanno entusiasmato. Missione compiuta col settimo sigillo stagionale di Stephan El Shaarawy. Il Milan di oggi è El Shaarawy-dipendente visto che i suoi 6 gol in campionato, di cui 5 decisivi, hanno fruttato 7 punti su 10 (1 col Parma, 3 col Cagliari e 3 col Genoa) più 1 rete in Champions che ha contribuito a sconfiggere lo Zenit. E’ lui la nota più positiva del Milan, è lui il momentaneo salvatore della patria rossonera, è lui la ciambella di salvataggio di Allegri and company.
Vittoria scaccia crisi di capitale importanza per gli aspetti psicologici che si porta appresso. Paure e tensioni vengono momentaneamente accantonate. Almeno speriamo.
Adesso probabilmente c’è una maggiore consapevolezza nei propri mezzi che non saranno eccelsi ma che comunque neppure sono di scarsa levatura. Il Milan vale di più dell’attuale classifica. Soprattutto se ritornano agli antichi splendori Pato, Robinho, Boteng e Muntari. Pato al rientro dal primo minuto per quanto confusionario e poco produttivo, sul piano della condizione fisico-atletica è sembrato in leggero progresso. Ha toccato 35 volte il pallone e ha effettuato 4 dribbling riusciti. E poi non si è infortunano. E’ già qualcosa. D’altronde per progredire c’è bisogno anche di lui. Intanto registriamo con soddisfazione la conferma ai massimi livelli del Faraone, tangibile testimonianza che non tutto quello che è stato fatto ultimamente dalla società è da buttare. Stephan è un acquisto azzeccatissimo maturato nell’arco di due stagioni dopo che l’anno scorso (2 gol in campionato e 2 in Coppa Italia) aveva lasciato qualche dubbio sulle sue effettive capacità. Il Milan può contare su un ragazzo di 20 anni, compiuti proprio sabato 27 ottobre, in grado di diventare una stella di prima grandezza. Nonostante la tenera età è già salito sul trono dei bomber del campionato. Non è poco.
La partita col Genoa non è stata bella. Abate nell’azione del cross, dal quale è poi scaturito il gol decisivo era in fuorigioco, ma nel primo tempo il Signor Mazzoleni non ha fischiato un rigore per un fallo in area di Bovo su Pato. Così come era molto dubbio un intervento su De Jong.
Centrocampo rossonero che si mette in evidenza per i 73 contrasti vinti nei duelli con gli avversari ma incapace di rifornire gli attaccanti. Velocità d’esecuzione poca. Fantasia ed estro pari a zero. Soltanto i lampi geniali e la corsa di Stephan hanno ravvivato un match non esaltante. Nel primo tempo zero tiri nello specchio della porta difesa da Frey. Nel secondo un po’ meglio : 2 conclusioni a rete (!?!): una di Abate e l’altra del Faraone che ha centrato il bersaglio e sbloccato il risultato. Occorre trovare sbocchi offensivi diversi, non è concepibile che il Milan abbia soltanto 3 goleador (6 El Shaarawy, 3 Pazzini, 1 De Jong). Nessuna altra squadra ha un numero di marcatori cosi esiguo.
Allegri ha cambiato ancora la difesa. Bene Yepes e Bonera. Buon per noi che alcune leggerezze di Zapata e di De Jong non siano state pagate a caro prezzo. E’ la dodicesima volta in dodici partite che il reparto arretrato mischia le carte. L’assetto tattico, il 3-5-2, pur non convincendo del tutto sia fase difensiva che in quella offensiva, stavolta -se non altro- ha avuto il pregio di produrre una vittoria magari sofferta che permette di accatastare un po’ di fieno in cascina. In attesa di tempi migliori un altro passo avanti è stato fatto.
Tiziano Crudeli
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