Non sempre con il cuore si vince: qualche volta si pareggia

Non sempre con il cuore si vince: qualche volta si pareggiaMilanNews.it
© foto di Tiziano Crudeli
lunedì 13 maggio 2013, 20:00L'urlo di CRUDELI
di Tiziano Crudeli

E’ stata una serata da dimenticare. Per la prestazione incolore del Milan, per il comportamento antisportivo e becero di una frangia dei tifosi della Roma, per la grossa sciocchezza di Muntari che si è fatto espellere al 40’ del primo tempo. Un  deludente 0 a 0  che rimanda l’eventuale qualificazione in Champions al match di domenica prossima contro il Siena già retrocesso. C’era anche un rigore per la Roma che non avrebbe cambiato nulla perché anche in  caso di   sconfitta i   rossoneri comunque  avrebbero dovuto  fare risultato pieno a Siena. Ma c’è chi si aggrappa a questo episodio per sostenere che il Milan è stato favorito dagli arbitri dimenticando forse che proprio nel match con la diretta concorrente ci sono stati errori macroscopici (una espulsione, un rigore concesso con grande magnanimità, e due clamorosi penalty ignorati)   senza i quali il risultato finalee la classifica  potevano  essere molto diverse.

L’unico aspetto positivo dell’ultima partita  del campionato a San Siro  è il grande impegno del Milan nel secondo tempo quando si è trovato in inferiorità numerica. La squadra  ha lottato con grinta  meritando sotto questo profilo un plauso. Purtroppo non sempre col cuore si vince, ci vogliono idee e uomini che sappiano tradurle in pratica (Montolivo) soprattutto quando il Milan era in undici  contro undici. In quel frangenteè mancato il gioco (e l’intensità).  Ancora una volta. Attaccanti troppo isolati in avanti cercati con le solite improduttive verticalizzazioni. Con Balo braccato e con il Faraone generoso ma poco brillante perché troppo prevedibile.  Con Baoteng che andava a scartamento ridotto.  Con un centrocampo privo di fantasia che in fase di impostazione commetteva una gran numero di errori.  Con gli esterni che  non riuscivano a dare profondità alla manovra. Buon per il Milan che il “gigantesco” Abbiati sia riuscito ad ergersi a baluardo insormontabile. Nella scala dei valori dopo Abbiati il vuoto, con l’unica eccezione di Mexes stavolta sugli scudi.