Le stelle in 5 punti

Le stelle in 5 puntiMilanNews.it
© foto di Federico De Luca
mercoledì 10 marzo 2010, 01:50La sfida nella sfida
di Claudio Sottile
Ecco la nuova rubrica di MilanNews.

Continua il nostro viaggio nei testa a testa più intriganti di ogni sfida dei rossoneri.

Per questo ritorno europeo degli ottavi di Champions League contro il Manchester United, ecco a voi Christian Abbiati contrapposto a Edwin Van der Sar.

Due portieri agli antipodi, non solo nel cognome.

L’italiano gioca con la maglia n°12 , rigorosamente con manica tagliata poco sotto il gomito, ma si è sempre sentito il n°1 del Milan. Numero, invece, sulla maglia dell’olandese, inflessibilmente con le maniche lunghe, per tutta una carriera salvo che in allenamento, dove utilizza la casacca 14, marchio dell’idolo d’infanzia Johan Cruijff.

Christian è al debutto stagionale in Europa, e al ritorno in Champions League con la maglia rossonera dopo ben 5 anni. Per lui tanto tanto peregrinare, fra le due sponde torinesi e il fronte colchonero di Madrid, dove peraltro conquistò il pass per giocarla, salvo fare le valige nell’estate successiva, per ritornare definitivamente alla casa madre milanista.

Abbiati è ricordato dai più per la celebre parata-scudetto su Bucchi nel campionato 1998/1999: Christian, tuttavia, ha avuto un peso specifico enorme anche nei successi continentali del Milan moderno targato Ancelotti.

Come sarebbe andata la storia, se nel ritorno del primo derby meneghino nella “coppa dalle grandi orecchie”, a pochi secondi dal biglietto per la finale di Manchester (eh beh!) contro la Juventus, non avesse rigettato in gola col gambone l’urlo nerazzurro di Kallon e soci, dando praticamente il via al nuovo ciclo di trionfi rossoneri?

Altra storia per Edwin, che ha l’Europa nel DNA: eletto miglior portiere della massima competizione continentale per club in ben quattro occasioni, è anche il vincitore di questo titolo per la stagione scorsa.

Per lui anche il record d’imbattibilità in Champions League (958 minuti), conquistato con l’Ajax nella stagione 1995/1996.

Di fronte avrà Abbiati, che esordì in A grazie al rosso rimediato in un Milan - Perugia del gennaio 1999 da Sebastiano Rossi, ex portiere rossonero detentore del record d’imbattibilità in serie A per partite di campionato. Guarda un po’.

CHRISTIAN ABBIATI

Senso della posizione: amuleti, scongiuri e mani a convergere verso l’inguine a parte, “il cacciatore del sole” è apprezzato dal popolo rossonero per i rarissimi errori, la concretezza, e la tenacia. Diligente nel piazzare i propri uomini sui calci piazzati, abile nel respingere sortite dalla lunga e media distanza, dà il meglio di se nelle conclusioni ravvicinate, e negli uno contro uno, VOTO 8.

Tecnica: ambidestro nelle parate, magari avare di pose per materiale fotografico, ma terribilmente concrete e portatrici di punti dalle parti di Milanello. Reattivo, istintivo e con un colpo d’occhio da gran fuoriclasse, calcia egregiamente col piede destro, e poi ha presa, fondamentale desaparecido in tonalità rossonera negli ultimi mesi, VOTO 7,5.

Uscite: l’adagio attribuisce ai tutti gli estremi difensori un pizzico di pazzia utile, ad esempio, per fiondarsi fra i piedi dell’attaccante lanciato a rete. “Briciolina di pane” non sfugge alla regola, anche se ha immolato i legamenti, ironia del football, in uno scontro con un compagno di squadra; preciso e puntuale nelle uscite alte e basse, negli anni è migliorato anche nel colpo di testa, VOTO 8.

Rigori: per quindici volte in carriera i tiratori di turno hanno messo le mani fra i capelli e guardato nel vuoto, dopo aver fallito al cospetto del n°12 rossonero. Colpo d’occhio, reattività e, perché no, una C bella ridondante, per una dote che nella notte inglese potrebbe venir utile in caso di finale thriller, VOTO 8.

Carisma: cuore e carattere, ha fatto breccia nel mondo Milan. Non un gran chiacchierone, ma quelle rare sortite verbali pesano come macigni, i compagni si fidano di lui, i tifosi pure, che hanno smesso di vacillare in seggiolina e poltrona ad ogni pallone recapitato nella loro area, VOTO 9.

VOTO TOTALE 40,5

EDWIN VAN DER SAR

Senso della posizione: per i tifosi della Juventus il suo senso della posizione sarebbe stato nella tribuna del vecchio Delle Alpi, magari dando una manona al paninaro di turno. Se la vecchia Signora non ha agguantato la terza stella, oltre a Calciopoli deve prendersela con questo lungagnone olandese, che regalò di fatto il Tricolore alla Roma Capelliana, scartando un cioccolatino al gusto Nakata nel palato di Vincenzo Montella, VOTO 6,5.

Tecnica: il ragazzo esce dalla scuola olandese, non proprio una fucina di talenti fra i pali, e fino ai 17 anni giocava al massimo nello spiazzo dietro casa. Abnegazione, voglia di arrivare, oltre a impegno e dedizione hanno sgrezzato il diamante, rendendolo un prezioso capace di adornare 31 trofei in carriera. E di mollare, a pochi passi dai 40, “Van the Save” non ne ha proprio voglia, VOTO 8,5.

Uscite: il quasi 50 di piede aiuta nelle sortite ravvicinate, così come il metro e 97 d’altezza abbinato ad una reattività muscolare portentosa, lo specchio diventa piccolo così quando abbandona l’area di porta, VOTO 9.

Rigori:
amanti del calcio, siamo in presenza di un signore capace di decidere su tutti una coppa Intercontinentale e una Champions ipnotizzando il dischetto, andando vicino all’impresa in altrettanti palcoscenici di massimo prestigio (finale di Coppa dei Campioni del 1996 contro la Juve, e semifinale di Euro 2000 contri gli Azzurri). E poi, dagli undici metri, ai tempi dell’Ajax, ha siglato quello che finora è il suo unico gol fra i professionisti, camaleontico, VOTO 8,5.

Carisma: personalità in proporzioni bibliche, tanta quanta nemmeno il suo palmares traboccante riuscirebbe a spiegare appieno. Capitano della nazionale Olandese, oltre che recordman degli stessi orange, “Van the Star” è considerato fra i migliori portieri degli ultimi 20 anni per costanza e rendimento, per una carriera iniziata un paio di decenni fa, VOTO 9,5.

VOTO TOTALE 42